Nuovo cashback
Al via i rimborsi per ritardi in autostrada, ecco a quanto si ha diritto e come richiederlo
Bisogna registrarsi all’app Free to X per aver diritto alla restituzione di una parte o di tutto il pedaggio in modo proporzionale ai ritardi superiori ai dieci minuti di viaggio. L’accelerata dopo la decisione dell’Antitrust
di Fabrizio Arnhold 20 Maggio 2022 14:15
Restare per ore fermi in coda in autostrada può da oggi diventare un incubo da farsi pagare. L’Antitrust ha sanzionato l’Aspi e ha così dato il via libera ai rimborsi per gli automobilisti dei tratti di autostrada gestiti dalla concessionaria a ricevere un indennizzo per i ritardi dovuti ai cantieri presenti sulla rete.
Gli automobilisti che matureranno il diritto di ottenere rimborsi andranno tra il 25% e il 100% del pedaggio, a seconda della fascia chilometrica e del ritardi accumulati a causa dei disservizi generati dai cantieri. I rimborsi partiranno giù entro il mese di maggio, a partire da ritardi di 10 minuiti.
Nello specifico, sono previsti rimborsi per ritardi a partire da 10 minuti per viaggi fino a 99 chilometri e da almeno 15 minuti per tutte le altre fasce, fino oltre i 500 chilometri. Per calcolare gli eventuali indennizzi, si prendono a riferimento la velocità media storica che per i veicoli leggeri è pari a 100 chilometri orari, mentre per i veicoli pesanti è pari a 70 chilometri orari.
Fino ad oggi non era possibile ricevere un rimborso per essere costretti a stare fermi in coda. Ma l’Antitrust ha concluso il procedimento di inottemperanza avviato nei confronti di Aspi “per non aver dato seguito alla diffida che le imponeva la cessazione della pratica scorretta già accertata con delibera di marzo 2021”. Il procedimento “era stato avviato lo scorso mese di luglio dal momento che la società non aveva adottato alcuna misura che contemplasse una riduzione del pedaggio”.
Dopo l’avvio del procedimento, Aspi aveva presentato un programma sperimentale di rimborso progressivo del pedaggio, chiamato “Cashback” che è stato oggetto di analisi, “di approfondimenti e di molteplici confronti sia con Aspi sia con il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile”, e, “alla luce delle criticità emerse, il programma è stato modificato e perfezionato nell’ottica di realizzare un meccanismo che fosse in grado di compensare proporzionalmente e in modo adeguato i consumatori e utenti per i disagi subiti”.
Il rimborso può essere richiesto con l’app Free to X e, in futuro, anche da un’apposita sezione messa a disposizione sul sito. Come bisogna fare? Solo scaricare e registrarsi all’app. Poi nulla perché l’approvazione e l’erogazione del rimborso avverranno in maniera automatica, anche in caso di ritardo minimo, a seconda del metodo di pagamento del pedaggio utilizzato dal cliente (Telepass, ma ora anche Unipol Move, carte e contanti). Aspi ha previsto di sborsare circa 250 milioni di euro in cinque anni per rimborsare i pedaggi, in caso di ritardi.
A QUANTO SI HA DIRITTO
Gli automobilisti che matureranno il diritto di ottenere rimborsi andranno tra il 25% e il 100% del pedaggio, a seconda della fascia chilometrica e del ritardi accumulati a causa dei disservizi generati dai cantieri. I rimborsi partiranno giù entro il mese di maggio, a partire da ritardi di 10 minuiti.
RIMBORSI ENTRO IL MESE DI MAGGIO
Nello specifico, sono previsti rimborsi per ritardi a partire da 10 minuti per viaggi fino a 99 chilometri e da almeno 15 minuti per tutte le altre fasce, fino oltre i 500 chilometri. Per calcolare gli eventuali indennizzi, si prendono a riferimento la velocità media storica che per i veicoli leggeri è pari a 100 chilometri orari, mentre per i veicoli pesanti è pari a 70 chilometri orari.
LA DECISIONE DELL’ANTITRUST
Fino ad oggi non era possibile ricevere un rimborso per essere costretti a stare fermi in coda. Ma l’Antitrust ha concluso il procedimento di inottemperanza avviato nei confronti di Aspi “per non aver dato seguito alla diffida che le imponeva la cessazione della pratica scorretta già accertata con delibera di marzo 2021”. Il procedimento “era stato avviato lo scorso mese di luglio dal momento che la società non aveva adottato alcuna misura che contemplasse una riduzione del pedaggio”.
IL PROGRAMMA DI CASHBACK
Dopo l’avvio del procedimento, Aspi aveva presentato un programma sperimentale di rimborso progressivo del pedaggio, chiamato “Cashback” che è stato oggetto di analisi, “di approfondimenti e di molteplici confronti sia con Aspi sia con il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile”, e, “alla luce delle criticità emerse, il programma è stato modificato e perfezionato nell’ottica di realizzare un meccanismo che fosse in grado di compensare proporzionalmente e in modo adeguato i consumatori e utenti per i disagi subiti”.
PROCEDURE PERFEZIONATE
Il rimborso può essere richiesto con l’app Free to X e, in futuro, anche da un’apposita sezione messa a disposizione sul sito. Come bisogna fare? Solo scaricare e registrarsi all’app. Poi nulla perché l’approvazione e l’erogazione del rimborso avverranno in maniera automatica, anche in caso di ritardo minimo, a seconda del metodo di pagamento del pedaggio utilizzato dal cliente (Telepass, ma ora anche Unipol Move, carte e contanti). Aspi ha previsto di sborsare circa 250 milioni di euro in cinque anni per rimborsare i pedaggi, in caso di ritardi.
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