L'analisi
Capital Group: come operare sul mercato obbligazionario
Philip Chitty, Fixed Income Portfolio Manager di Capital Group, analizza l’attuale situazione dei mercati e suggerisce le strategie da seguire
di Anna Patti 25 Maggio 2022 17:17
Dopo l’attenuazione della pandemia si assiste a una tempesta perfetta in cui al calo delle forniture corrisponde una forte domanda che ha portato ad un’accelerazione dell’inflazione.
Philip Chitty, Fixed Income Manager di Capital Group, sostiene che: “le obbligazioni indicizzate o i derivati possono rientrare in una valida strategia d’investimento per attenuare l’impatto di un’inflazione elevata e allo stesso tempo per ottenere un interesse più alto rispetto al tasso fisso”. L’analista di Capital Group aggiunge che i mandati globali, soprattutto quelli con esposizione a Paesi con tassi d’interesse reali positivi, “hanno anche il potenziale per cogliere opportunità di generare extra rendimenti positivi”.
Dato il contesto fortemente inflazionistico, Capital Group ritiene che i mercati finanziari continueranno a scontare un numero considerevole di aumenti dei tassi d’interesse statunitense per i prossimi 12 mesi. Abbiamo assistito a movimenti importanti dei rendimenti dei treasury Usa, che ne sono il riflesso.
Se le banche centrali riporteranno i tassi d’interesse reali in territorio positivo, entreremo in una fase più difficile. Per quanto riguarda la FED dovremmo assistere a un calo dell’inflazione nella seconda metà dell’anno, grazie anche all’attenuazione dell’inflazione ciclica transitoria.
Mentre la FED ha un doppio mandato: stabilità dei prezzi e piena occupazione, la BCE ha un unico obiettivo: la stabilità dei prezzi. Ne consegue che la Banca Centrale Eeuropea è chiamata a rispondere ai picchi inflazionistici più della FED. Si prevede un aumento dei rendimenti, in attesa di un atteggiamento più aggressivo della BCE. Philip Chitty ritiene che nel corso dell’anno la BCE farà uscire i tassi dal territorio negativo e terminerà il programma di acquisto di asset. Questo, conclude Chitty, porterà a un ulteriore aumento dei rendimenti che in termini di obbligazionario sarà più marcato nell’area Euro che negli Stati Uniti.
Per quanto riguarda i mercati emergenti è molto importante valutarli singolarmente e al contempo considerare i pro e i contro di investire in essi. Ad Esempio, suggerisce Philip Chitty di considerare il Brasile. La solidità dei prezzi delle materie prime è un vantaggio reale per questo Paese, che ne è un esportatore, e il real brasiliano ha registrato una crescita a due cifre da inizio anno.
Differentemente dal Brasile, L’Egitto importa una quantità rilevante di cereali soprattutto dall’Ucraina e dalla Russia. Le riserve estere nette del paese sono diminuite di quasi 4 miliardi di USD, il che ha messo sotto pressione la valuta. L’Egitto ha dovuto svalutare il suo tasso di cambio del 15%. In conclusione Philip Chitty Fixed, Income Portfolio Manager di Capital Group, sostiene che: “occorre considerare che probabilmente i rendimenti da partecipazioni in strumenti obbligazionari nei due Paesi saranno sostanzialmente diversi, sottolineando l’importanza di un approccio bottom-up agli investimenti nei mercati emergenti”.
COME GESTIRE L’OBBLIGAZIONARIO
Philip Chitty, Fixed Income Manager di Capital Group, sostiene che: “le obbligazioni indicizzate o i derivati possono rientrare in una valida strategia d’investimento per attenuare l’impatto di un’inflazione elevata e allo stesso tempo per ottenere un interesse più alto rispetto al tasso fisso”. L’analista di Capital Group aggiunge che i mandati globali, soprattutto quelli con esposizione a Paesi con tassi d’interesse reali positivi, “hanno anche il potenziale per cogliere opportunità di generare extra rendimenti positivi”.
L’INFLAZIONE
Dato il contesto fortemente inflazionistico, Capital Group ritiene che i mercati finanziari continueranno a scontare un numero considerevole di aumenti dei tassi d’interesse statunitense per i prossimi 12 mesi. Abbiamo assistito a movimenti importanti dei rendimenti dei treasury Usa, che ne sono il riflesso.
LE MOSSE DELLA FED
Se le banche centrali riporteranno i tassi d’interesse reali in territorio positivo, entreremo in una fase più difficile. Per quanto riguarda la FED dovremmo assistere a un calo dell’inflazione nella seconda metà dell’anno, grazie anche all’attenuazione dell’inflazione ciclica transitoria.
LE STRATEGIE DELLA BCE
Mentre la FED ha un doppio mandato: stabilità dei prezzi e piena occupazione, la BCE ha un unico obiettivo: la stabilità dei prezzi. Ne consegue che la Banca Centrale Eeuropea è chiamata a rispondere ai picchi inflazionistici più della FED. Si prevede un aumento dei rendimenti, in attesa di un atteggiamento più aggressivo della BCE. Philip Chitty ritiene che nel corso dell’anno la BCE farà uscire i tassi dal territorio negativo e terminerà il programma di acquisto di asset. Questo, conclude Chitty, porterà a un ulteriore aumento dei rendimenti che in termini di obbligazionario sarà più marcato nell’area Euro che negli Stati Uniti.
I MERCATI EMERGENTI: IL BRASILE
Per quanto riguarda i mercati emergenti è molto importante valutarli singolarmente e al contempo considerare i pro e i contro di investire in essi. Ad Esempio, suggerisce Philip Chitty di considerare il Brasile. La solidità dei prezzi delle materie prime è un vantaggio reale per questo Paese, che ne è un esportatore, e il real brasiliano ha registrato una crescita a due cifre da inizio anno.
IL MERCATO EGIZIANO
Differentemente dal Brasile, L’Egitto importa una quantità rilevante di cereali soprattutto dall’Ucraina e dalla Russia. Le riserve estere nette del paese sono diminuite di quasi 4 miliardi di USD, il che ha messo sotto pressione la valuta. L’Egitto ha dovuto svalutare il suo tasso di cambio del 15%. In conclusione Philip Chitty Fixed, Income Portfolio Manager di Capital Group, sostiene che: “occorre considerare che probabilmente i rendimenti da partecipazioni in strumenti obbligazionari nei due Paesi saranno sostanzialmente diversi, sottolineando l’importanza di un approccio bottom-up agli investimenti nei mercati emergenti”.