Focus sul valutario

GAM: il rimbalzo dell’euro fa bene alle azioni europee, ma non a tutte

Paolo Mauri Brusa, gestore del team Multi Asset Italia di GAM SGR, spiega che un euro più forte su dollaro favorisce utility, banche e auto, mentre può penalizzare consumi discrezionali, food & beverage e lusso

di Stefano Caratelli 27 Maggio 2022 17:25

financialounge -  euro GAM Mauri Brusa Mercato valutario
La correlazione fra euro e mercato azionario europeo ha raggiunto il livello massimo dell’ultimo decennio. La moneta unica in questa prima metà d’anno è stata scambiata come valuta “risk-on”, ovvero si è apprezzata verso dollaro, yen e franco svizzero nelle fasi di bull market, cedendo il passo invece nelle fasi di debolezza. La forza del dollaro è stata inoltre accentuata dal diverso approccio di Fed e Bce e dal differenziale delle relative curve dei rendimenti governativi.

L’INVERSIONE DI ROTTA DI CHRISTINE LAGARDE


Paolo Mauri Brusa, gestore del team Multi Asset Italia di GAM SGR, sottolinea che il rimbalzo dell’euro di questi giorni, dopo aver toccato il livello minimo degli ultimi cinque anni contro dollaro, dovrebbe essere una buona notizia per le azioni europee, a patto che non si spinga troppo oltre. L’esperto di GAM osserva che la situazione sta cambiando con l’inversione di rotta da parte di Christine Lagarde. La Banca centrale europea potrebbe essere più lenta dei suoi colleghi nell’aumento dei tassi di interesse, ma il dibattito, anche pubblico, fra i diversi membri del board sta evolvendo in modo molto rapido.

ACCELERAZIONE DELLA POLITICA MONETARIA


Solo tre settimane fa, i vari governatori europei avevano iniziato a discutere su un possibile primo rialzo a luglio. Ora stanno parlando apertamente di un aumento di mezzo punto, della possibilità di porre fine ai tassi negativi già quest’anno e di come muoversi successivamente. Aumentano quindi le possibilità di un confronto più acceso prima della riunione cruciale del 9 giugno, che dovrebbe suggellare la fine degli acquisti di obbligazioni da parte della Bce e preparare formalmente gli investitori a una manovra sui tassi a luglio e settembre.

UNA RELAZIONE NON LINEARE


Per questo motivo, spiega Mauri Brusa, l’euro è rimbalzato da livelli di ipervenduto, e molti investitori hanno iniziato a riposizionare i portafogli. Ma la relazione tra moneta unica e azioni dell’area dell’euro non è semplice e lineare. Se da un lato una valuta molto debole non è positiva per il sentiment e danneggia in particolare le società più orientate al mercato domestico, dall’altro un rimbalzo troppo forte risulta dannoso per tutte le aziende esportatrici, fa notare l’esperto di GAM.

CHI VINCE E CHI PERDE CON L’EURO FORTE


L’esposizione globale e la conseguente sensibilità ai movimenti valutari sono particolarmente evidenti tra i produttori europei. Il mercato degli Stati Uniti rappresenta oltre il 40% delle vendite per settanta large cap europee. Gli utili europei per ora stanno resistendo bene, ma Mauri Brusa avverte che le preoccupazioni per i margini sono in deciso aumento. Consumi discrezionali, food and beverage, in misura minore settore del lusso sono tra i maggiori “beneficiari” di un euro debole, mentre banche, utilities, settore automobilistico possono invece trarre beneficio da un euro più forte.

Trending