L'analisi
Capital Group: ecco cosa fare con le obbligazioni dei mercati emergenti
Harry Phinney, Gestore di portafoglio a reddito fisso di Capital Group, sottolinea che lo scenario resta difficile, ma i fondamentali e i fattori tecnici indicano possibili opportunità
di Stefano Caratelli 7 Giugno 2022 12:42
La combinazione di crescita globale relativamente debole e inflazione elevata rimane uno scenario difficile per il debito dei Mercati Emergenti, soprattutto a fronte del ciclo di rialzi della Fed. Un aspetto più positivo è che le azioni delle banche centrali, i fondamentali e i fattori tecnici sembrano interessanti su base storica e rispetto ai mercati sviluppati. Dal punto di vista della valutazione, quando i rendimenti sono stati pari o prossimi ai livelli attuali, i rendimenti a lungo termine del debito dei Mercati Emergenti sono stati positivi. Per questo, l'attuale volatilità potrebbe essere un buon punto di ingresso per gli investitori a lungo termine.
Sono le conclusioni dell’analisi di Harry Phinney, Gestore di portafoglio a reddito fisso di Capital Group, che parte dalla considerazione che il conflitto in Ucraina, l'impennata dei prezzi delle materie prime e l'aumento dell'inflazione globale hanno sollevato nuovi dubbi sulle prospettive del debito dei Mercati Emergenti. Ma ci si chiede se il massimo pessimismo sia stato toccato, e se alla luce del rendimento medio degli indici di riferimento dei Mercati Emergenti compreso tra il 6% e il 7% sia ora un buon momento per investire. Il debito emergente è un universo eterogeneo, che richiede un'analisi attenta. La ricerca del team di Capital Group mostra che molte economie godono di condizioni migliori rispetto al passato, e potrebbe essere giustificata una visione cautamente ottimistica per il debito emergente.
Molte banche centrali emergenti hanno iniziato ad aumentare i tassi molto prima delle controparti dei mercati sviluppati, e tassi più elevati aiutano anche a proteggersi dai deflussi di capitale a fronte dell'aumento dei tassi da parte della Fed. I differenziali dei tassi tra Paesi Emergenti e Sviluppati sono tornati in linea con le medie storiche, mentre le valute emergenti sono a buon mercato. Con valutazioni ridotte e rendimenti aumentati, i risultati potenzialmente negativi sembrano essere almeno parzialmente scontati in alcuni Emergenti, secondo l’esperto di Capital Group.
Anche se i deficit pubblici sono aumentati in molte economie emergenti durante la pandemia, sembrano in gran parte gestibili, con livelli di debito ben sotto i mercati sviluppati. Inoltre, la recente impennata dei prezzi delle materie prime sostiene molti Paesi Emergenti esportatori, come in America Latina, dove oltretutto i legami commerciali diretti con Russia e Ucraina sono scarsi. La maggior parte dei Paesi asiatici emergenti sono invece importatori netti di materie prime e potranno registrare un deterioramento dei conti con l'estero, anche se molti sono tuttora in surplus.
La regione Europa, Medio Oriente e Africa registra un andamento eterogeneo, con alcuni Paesi più colpiti dai prezzi delle materie prime, come la Turchia, e altri che ne trarranno benefici, come gli esportatori di petrolio del Medio Oriente. Ma l’esperto di Capital Group osserva che le materie prime sono solo uno dei fattori, mentre anche il rischio politico può diventare importante. Le emissioni di debito emergente sul mercato primari ha subito un rallentamento da metà marzo, contribuendo a un contesto tecnico favorevole.
In ogni caso, il team d'investimento di Capital Group favorisce un portafoglio ben diversificato nelle principali strategie di debito dei Mercati Emergenti, con un'esposizione al debito sovrano denominato in dollari e in valuta locale, ma anche a obbligazioni societarie. Capital Group preferisce non attribuire i rischi a una sola visione o convinzione, e sottolinea che questo è ancora più vero nell’attuale contesto di mercato.
TOCCATO IL MASSIMO DEL PESSIMISMO?
Sono le conclusioni dell’analisi di Harry Phinney, Gestore di portafoglio a reddito fisso di Capital Group, che parte dalla considerazione che il conflitto in Ucraina, l'impennata dei prezzi delle materie prime e l'aumento dell'inflazione globale hanno sollevato nuovi dubbi sulle prospettive del debito dei Mercati Emergenti. Ma ci si chiede se il massimo pessimismo sia stato toccato, e se alla luce del rendimento medio degli indici di riferimento dei Mercati Emergenti compreso tra il 6% e il 7% sia ora un buon momento per investire. Il debito emergente è un universo eterogeneo, che richiede un'analisi attenta. La ricerca del team di Capital Group mostra che molte economie godono di condizioni migliori rispetto al passato, e potrebbe essere giustificata una visione cautamente ottimistica per il debito emergente.
IN ANTICIPO SUI RIALZI DEI TASSI
Molte banche centrali emergenti hanno iniziato ad aumentare i tassi molto prima delle controparti dei mercati sviluppati, e tassi più elevati aiutano anche a proteggersi dai deflussi di capitale a fronte dell'aumento dei tassi da parte della Fed. I differenziali dei tassi tra Paesi Emergenti e Sviluppati sono tornati in linea con le medie storiche, mentre le valute emergenti sono a buon mercato. Con valutazioni ridotte e rendimenti aumentati, i risultati potenzialmente negativi sembrano essere almeno parzialmente scontati in alcuni Emergenti, secondo l’esperto di Capital Group.
CONTI PUBBLICI SOSTENIBILI
Anche se i deficit pubblici sono aumentati in molte economie emergenti durante la pandemia, sembrano in gran parte gestibili, con livelli di debito ben sotto i mercati sviluppati. Inoltre, la recente impennata dei prezzi delle materie prime sostiene molti Paesi Emergenti esportatori, come in America Latina, dove oltretutto i legami commerciali diretti con Russia e Ucraina sono scarsi. La maggior parte dei Paesi asiatici emergenti sono invece importatori netti di materie prime e potranno registrare un deterioramento dei conti con l'estero, anche se molti sono tuttora in surplus.
ANDAMENTI REGIONALI DIVERSI
La regione Europa, Medio Oriente e Africa registra un andamento eterogeneo, con alcuni Paesi più colpiti dai prezzi delle materie prime, come la Turchia, e altri che ne trarranno benefici, come gli esportatori di petrolio del Medio Oriente. Ma l’esperto di Capital Group osserva che le materie prime sono solo uno dei fattori, mentre anche il rischio politico può diventare importante. Le emissioni di debito emergente sul mercato primari ha subito un rallentamento da metà marzo, contribuendo a un contesto tecnico favorevole.
PORTAFOGLIO BEN DIVERSIFICATO
In ogni caso, il team d'investimento di Capital Group favorisce un portafoglio ben diversificato nelle principali strategie di debito dei Mercati Emergenti, con un'esposizione al debito sovrano denominato in dollari e in valuta locale, ma anche a obbligazioni societarie. Capital Group preferisce non attribuire i rischi a una sola visione o convinzione, e sottolinea che questo è ancora più vero nell’attuale contesto di mercato.