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abrdn: “Biodiversità, ecco i rischi e le opportunità per chi investe”
Ann Meoni, Senior Responsible Investment Analyst di abrdn, ha realizzato una analisi sulla perdita di biodiversità
di Francesco Rapetti 22 Giugno 2022 20:00
Nella analisi di abrdn viene trattato il tema della biodiversità nella quale si avince che la natura sia essenziale per la solidità dell’economia, mentre il pianeta deve affrontare una situazione di crisi poiché aziende, mercati e governi non hanno sempre tenuto conto del valore finanziario della biodiversità. Per biodiversità si intende la varietà di vita sulla Terra. Il World Economic Forum stima che oltre la metà del PIL mondiale (circa 44 mila miliardi di dollari) dipenda, in varia misura, dalla natura e dalla presenza di ecosistemi sani. Dunque si impone un cambiamento radicale.
La perdita di biodiversità acquisisce sempre più importanza nell’agenda degli investimenti sulla scia dell’interesse degli investitori nei confronti della sostenibilità, del cambiamento del contesto normativo e di una crescente consapevolezza del modo in cui tale problema si ripercuote sugli investimenti in vari mercati e aree geografiche. Gli investitori e le aziende devono prepararsi ad affrontare l’impatto di un inasprimento normativo. Per esempio, la Tassonomia UE ha definito un elenco approvato di attività economiche sostenibili da un punto di vista ambientale. Inoltre la creazione della Taskforce on Nature-related Financial Disclosures (TNFD) impone alle aziende di migliorare i loro livelli di trasparenza riguardo alla dipendenza dalle risorse naturali e all'impatto su di esse. Non vanno poi trascurati i rischi reputazionali che hanno sempre più peso man mano che i consumatori diventano più consapevoli della loro dipendenza dalla natura.
Maggiori controlli e sensibilizzazione potrebbero comportare nuovi rischi, ma anche nuovi prodotti e servizi, accesso a nuovi mercati e il vantaggio di essere first-mover. I settori più esposti sono quelli più dipendenti da ecosistemi sani, tra cui: agricoltura, alimenti e bevande, assistenza sanitaria e settore farmaceutico, pesca e settore estrattivo. Vi sono notevoli differenze nell’esposizione ai rischi in base all’intensità delle attività economiche in atto e al livello di integrità della biodiversità nell’ambito di una regione. La perdita di biodiversità e il cambiamento climatico sono interconnessi e gli investitori hanno la possibilità di risolvere entrambe le crisi contemporaneamente. Ad esempio, l’infrastruttura naturale può proteggerci da alcuni degli effetti dannosi del cambiamento climatico: le soluzioni basate sulla natura possono assorbire una parte delle emissioni di gas serra che attualmente fatichiamo a ridurre e combinarsi con l'impegno per la riduzione delle emissioni. Nel frattempo, le pratiche agricole rigenerative hanno dimostrato di essere più resistenti a condizioni meteo estreme e malattie, fenomeni destinati ad aggravarsi a causa del cambiamento climatico.
La perdita di biodiversità è destinata a diventare il prossimo fattore determinante nel processo di integrazione degli investimenti basati sui criteri ESG ed è per noi fondamentale. La pandemia ha evidenziato l’importanza dell’ecosistema naturale per la salute e il benessere, ma cominciamo solo adesso a comprendere la vera portata di questo legame. Gli investitori devono abbandonare l’idea che il ripristino di un solido ecosistema costituisca un costo, devono invece vederlo come un’opportunità essenziale a supporto di economie fiorenti, della transizione verso un mondo a basse emissioni di carbonio e della creazione di una società più equa.
Gli investitori dovrebbero: comprendere i rischi e le opportunità legati alla biodiversità ai quali sono esposti; avviare processi di engagement con le aziende che operano nei settori più penalizzati per capire in che modo viene gestito l’impatto sulla biodiversità; esplorare le fonti di dati che possono offrire maggiore chiarezza sulla misurazione della perdita e del guadagno di biodiversità; collaborare con le istituzioni politiche e partecipare alle iniziative di settore per contribuire a promuovere le migliori pratiche. Il gestore abrdn nella sua analisi riconosce che vi sono degli ostacoli da superare, tuttavia non è troppo tardi per affrontare la crisi della biodiversità. L'ecosistema naturale può, con il tempo, tornare in salute. Ma è essenziale agire subito.
PERCHE QUESTO RIGUARDA GLI INVESTITORI
La perdita di biodiversità acquisisce sempre più importanza nell’agenda degli investimenti sulla scia dell’interesse degli investitori nei confronti della sostenibilità, del cambiamento del contesto normativo e di una crescente consapevolezza del modo in cui tale problema si ripercuote sugli investimenti in vari mercati e aree geografiche. Gli investitori e le aziende devono prepararsi ad affrontare l’impatto di un inasprimento normativo. Per esempio, la Tassonomia UE ha definito un elenco approvato di attività economiche sostenibili da un punto di vista ambientale. Inoltre la creazione della Taskforce on Nature-related Financial Disclosures (TNFD) impone alle aziende di migliorare i loro livelli di trasparenza riguardo alla dipendenza dalle risorse naturali e all'impatto su di esse. Non vanno poi trascurati i rischi reputazionali che hanno sempre più peso man mano che i consumatori diventano più consapevoli della loro dipendenza dalla natura.
RISCHI E OPPORTUNITÀ
Maggiori controlli e sensibilizzazione potrebbero comportare nuovi rischi, ma anche nuovi prodotti e servizi, accesso a nuovi mercati e il vantaggio di essere first-mover. I settori più esposti sono quelli più dipendenti da ecosistemi sani, tra cui: agricoltura, alimenti e bevande, assistenza sanitaria e settore farmaceutico, pesca e settore estrattivo. Vi sono notevoli differenze nell’esposizione ai rischi in base all’intensità delle attività economiche in atto e al livello di integrità della biodiversità nell’ambito di una regione. La perdita di biodiversità e il cambiamento climatico sono interconnessi e gli investitori hanno la possibilità di risolvere entrambe le crisi contemporaneamente. Ad esempio, l’infrastruttura naturale può proteggerci da alcuni degli effetti dannosi del cambiamento climatico: le soluzioni basate sulla natura possono assorbire una parte delle emissioni di gas serra che attualmente fatichiamo a ridurre e combinarsi con l'impegno per la riduzione delle emissioni. Nel frattempo, le pratiche agricole rigenerative hanno dimostrato di essere più resistenti a condizioni meteo estreme e malattie, fenomeni destinati ad aggravarsi a causa del cambiamento climatico.
QUALI SONO I PROSSIMI PASSI PER GLI INVESTITORI?
La perdita di biodiversità è destinata a diventare il prossimo fattore determinante nel processo di integrazione degli investimenti basati sui criteri ESG ed è per noi fondamentale. La pandemia ha evidenziato l’importanza dell’ecosistema naturale per la salute e il benessere, ma cominciamo solo adesso a comprendere la vera portata di questo legame. Gli investitori devono abbandonare l’idea che il ripristino di un solido ecosistema costituisca un costo, devono invece vederlo come un’opportunità essenziale a supporto di economie fiorenti, della transizione verso un mondo a basse emissioni di carbonio e della creazione di una società più equa.
COSA DOVREBBERO FARE GLI INVESTITORI
Gli investitori dovrebbero: comprendere i rischi e le opportunità legati alla biodiversità ai quali sono esposti; avviare processi di engagement con le aziende che operano nei settori più penalizzati per capire in che modo viene gestito l’impatto sulla biodiversità; esplorare le fonti di dati che possono offrire maggiore chiarezza sulla misurazione della perdita e del guadagno di biodiversità; collaborare con le istituzioni politiche e partecipare alle iniziative di settore per contribuire a promuovere le migliori pratiche. Il gestore abrdn nella sua analisi riconosce che vi sono degli ostacoli da superare, tuttavia non è troppo tardi per affrontare la crisi della biodiversità. L'ecosistema naturale può, con il tempo, tornare in salute. Ma è essenziale agire subito.