Mercati emergenti
Schroders: opportunità nei mercati delle Ande per i gestori attivi
Pablo Riveroll, Head of Latin American Equities di Schroders, esamina le prospettive macro e le opportunità di investimento in Cile, Colombia e Perù. La spinta delle materie prime, ma resta ancora incertezza politica
di Stefano Caratelli 1 Luglio 2022 18:30
L’ultimo decennio è stato complesso per l’America Latina, ma quest’anno la tendenza si è invertita. L’azionario, misurato dall’indice MSCI EM Latin American, è tra i mercati globali che hanno registrato le migliori performance al 21 giugno 2022, in particolare due dei tre mercati andini. Il Cile ha generato guadagni a due cifre ed è il migliore nell’indice MSCI Emerging Markets. Colombia e, in misura minore il Perù, hanno generato guadagni più modesti ma sono comunque in vantaggio rispetto agli Emergenti. I prezzi elevati delle materie prime sono un chiaro fattore di sostegno, ma i guadagni di quest’anno nascondono molto di più.
Pablo Riveroll, Head of Latin American Equities di Schroders, sottolinea che solo un anno fa una crescente incertezza politica gettava un’ombra sulla regione e si chiede se il rischio si sta allontanando. I prezzi delle materie prime sono stati di sostegno sulla scia della guerra in Ucraina, e tutte e tre le economie andine sono esportatrici nette di commodity. In Colombia, l’aumento dei prezzi del greggio è un fattore positivo, mentre per Cile e Perù i prezzi del rame sono fondamentali perché insieme rappresentano oltre il 55% del totale delle esportazioni globali.
Il Cile è il secondo produttore mondiale e possiede le maggiori riserve globali. Anche il litio è essenziale per la transizione energetica e il suo prezzo si è impennato in seguito alla forte domanda dei produttori di batterie per i veicoli elettrici. A livello macro si prevede che la crescita del PIL in tutti e tre i mercati andini continui a normalizzarsi. Ma il forte rimbalzo post-Covid sta diminuendo, il sostegno fiscale affievolendo, e l’inflazione e l’inasprimento monetario stanno iniziando a frenare l’attività.
In particolare, il Cile potrebbe rallentare a circa l’1,5%, dall’11,7% del 2021, in Perù si prevede una crescita vicina al 3% dal 13,3% dello scorso anno, la Colombia mostra forse le prospettive più solide, in parte perché la ripresa ha preso piede più tardi ma anche per il continuo slancio della domanda interna, e la crescita per l’intero 2022 potrebbe raggiungere il 6%, dal 10,3% del 2021, la più alta in America Latina e tra le più alte a livello globale. L’inflazione è invece ai massimi come in gran parte del resto del mondo e ha raggiunto livelli superiori a quelli della crisi finanziaria globale in tutte e tre le economie, con le rispettive banche centrali che hanno iniziato ad alzare i tassi. I conti pubblici sono in disavanzo in tutte e tre, ma si prevede un miglioramento, grazie al ritiro del sostegno anti-pandemia e all’aumento delle esportazioni.
Per quanto riguarda l’outlook politico, in Perù, Pedro Castillo è entrato in carica a luglio 2021, ha fatto numerosi rimpasti e affrontato due tentativi di impeachment. In Cile le elezioni presidenziali di dicembre hanno premiato il candidato di sinistra Gabriel Boric, che ha promesso di aumentare la spesa sociale, ma finora è stato pragmatico, nominando anche l’ex governatore centrale Ministro delle Finanze, ma non ha il controllo del Congresso. In Colombia, l’ex sindaco di Bogotà, Gustavo Petro, è stato appena eletto primo Presidente di sinistra, con l’ambizioso piano di aumentare le entrate tassando imprese e ricchi, con il rischio di esacerbare la debolezza macro, ma un Congresso diviso potrebbe filtrare alcune delle proposte più radicali.
Le prospettive degli utili societari sono migliorate in tutti e tre i mercati e hanno favorito la performance azionaria. Le valutazioni medie sono inferiori alla media storica, con il Cile il mercato più economico, seguito dal Perù. Lungo le Ande permangono una serie di ostacoli, i prezzi elevati delle materie prime sono positivi, ma l’inasprimento della politica monetaria e fiscale peserà sull’attività economica, e c’è da considerare un contesto politico ancora incerto che sembra destinato a permanere nel breve termine.
Ma il quadro d’insieme dei tre paesi potrebbe offrire ulteriori opportunità ai gestori attivi. Le prospettive per la Colombia appaiono ancora meno convincenti rispetto a un anno fa, il rischio politico è aumentato e valutazioni sono meno positive. In Perù, le valutazioni sono più interessanti, ma la politica rimane un problema e il quadro istituzionale non è solido come in Cile, che offre le valutazioni più convenienti di tutti e tre i mercati andini. Ma i rischi politici permangono. Per questo Schroders, pur essendo più ottimista nei confronti del Cile rispetto agli altri mercati andini, continua a procedere con cautela.
IL FATTORE COMMODITY
Pablo Riveroll, Head of Latin American Equities di Schroders, sottolinea che solo un anno fa una crescente incertezza politica gettava un’ombra sulla regione e si chiede se il rischio si sta allontanando. I prezzi delle materie prime sono stati di sostegno sulla scia della guerra in Ucraina, e tutte e tre le economie andine sono esportatrici nette di commodity. In Colombia, l’aumento dei prezzi del greggio è un fattore positivo, mentre per Cile e Perù i prezzi del rame sono fondamentali perché insieme rappresentano oltre il 55% del totale delle esportazioni globali.
LA CRESCITA CONTINUA A NORMALIZZARSI
Il Cile è il secondo produttore mondiale e possiede le maggiori riserve globali. Anche il litio è essenziale per la transizione energetica e il suo prezzo si è impennato in seguito alla forte domanda dei produttori di batterie per i veicoli elettrici. A livello macro si prevede che la crescita del PIL in tutti e tre i mercati andini continui a normalizzarsi. Ma il forte rimbalzo post-Covid sta diminuendo, il sostegno fiscale affievolendo, e l’inflazione e l’inasprimento monetario stanno iniziando a frenare l’attività.
CRESCITA E INFLAZIONE IN COLOMBIA
In particolare, il Cile potrebbe rallentare a circa l’1,5%, dall’11,7% del 2021, in Perù si prevede una crescita vicina al 3% dal 13,3% dello scorso anno, la Colombia mostra forse le prospettive più solide, in parte perché la ripresa ha preso piede più tardi ma anche per il continuo slancio della domanda interna, e la crescita per l’intero 2022 potrebbe raggiungere il 6%, dal 10,3% del 2021, la più alta in America Latina e tra le più alte a livello globale. L’inflazione è invece ai massimi come in gran parte del resto del mondo e ha raggiunto livelli superiori a quelli della crisi finanziaria globale in tutte e tre le economie, con le rispettive banche centrali che hanno iniziato ad alzare i tassi. I conti pubblici sono in disavanzo in tutte e tre, ma si prevede un miglioramento, grazie al ritiro del sostegno anti-pandemia e all’aumento delle esportazioni.
IN PERÙ CONTINUI RIMPASTI
Per quanto riguarda l’outlook politico, in Perù, Pedro Castillo è entrato in carica a luglio 2021, ha fatto numerosi rimpasti e affrontato due tentativi di impeachment. In Cile le elezioni presidenziali di dicembre hanno premiato il candidato di sinistra Gabriel Boric, che ha promesso di aumentare la spesa sociale, ma finora è stato pragmatico, nominando anche l’ex governatore centrale Ministro delle Finanze, ma non ha il controllo del Congresso. In Colombia, l’ex sindaco di Bogotà, Gustavo Petro, è stato appena eletto primo Presidente di sinistra, con l’ambizioso piano di aumentare le entrate tassando imprese e ricchi, con il rischio di esacerbare la debolezza macro, ma un Congresso diviso potrebbe filtrare alcune delle proposte più radicali.
PROSPETTIVE DI UTILI MIGLIORARE
Le prospettive degli utili societari sono migliorate in tutti e tre i mercati e hanno favorito la performance azionaria. Le valutazioni medie sono inferiori alla media storica, con il Cile il mercato più economico, seguito dal Perù. Lungo le Ande permangono una serie di ostacoli, i prezzi elevati delle materie prime sono positivi, ma l’inasprimento della politica monetaria e fiscale peserà sull’attività economica, e c’è da considerare un contesto politico ancora incerto che sembra destinato a permanere nel breve termine.
OPPORTUNITÀ PER I GESTORI ATTIVI
Ma il quadro d’insieme dei tre paesi potrebbe offrire ulteriori opportunità ai gestori attivi. Le prospettive per la Colombia appaiono ancora meno convincenti rispetto a un anno fa, il rischio politico è aumentato e valutazioni sono meno positive. In Perù, le valutazioni sono più interessanti, ma la politica rimane un problema e il quadro istituzionale non è solido come in Cile, che offre le valutazioni più convenienti di tutti e tre i mercati andini. Ma i rischi politici permangono. Per questo Schroders, pur essendo più ottimista nei confronti del Cile rispetto agli altri mercati andini, continua a procedere con cautela.