Mercato valutario
Capital Group: lo yen potrebbe calare ancora, poco spazio di recupero
Anne Vandenabeele, Economista di Capital Group, esamina le possibili mosse di Banca del Giappone ma senza un forte catalizzatore chi crede nello yen deve essere disposto a ‘combattere sia la BoJ che la Fed’
di Stefano Caratelli 5 Luglio 2022 19:00
Lo yen giapponese è sceso al livello più basso degli ultimi decenni sul dollaro, in seguito alla politica monetaria super accomodante della Banca del Giappone, mentre le altre banche centrali stiano iniziando ad aumentare i tassi e a ridurre gli acquisti di asset. Il cambio è guidato dalla differenza tra i tassi reali in USA e in Giappone. Lo yen debole è un danno collaterale delle politiche divergenti delle banche centrali e continuerà a deprezzarsi finché la BOJ manterrà il suo programma di controllo della curva dei tassi e la Fed continuerà a far salire i tassi reali. Lo yen potrebbe scendere fino a 150 contro il dollaro? Forse, anche se sarebbe lo scenario peggiore.
Sono le indicazioni di Anne Vandenabeele, Economista di Capital Group, dopo il mantenimento di una politica monetaria super accomodante da parte di Banca del Giappone, su cui aumenta la pressione. Gli investitori hanno iniziato a testarne l'impegno ad acquistare un numero sufficiente di titoli di Stato per fissarne il rendimento sotto i 25 punti base. Finora la banca non ha esitato e la riunione del 17 giugno non ha portato alcun cambiamento di strategia. La resistenza della BOJ è comprensibile, secondo l’economista di Capital Group: l'inflazione in Giappone rimane significativamente più bassa rispetto a molti altri mercati sviluppati. Ma non è sostenibile, poiché la debolezza dello yen contribuisce sempre più all'aumento dell'inflazione importata e al calo dei salari reali.
BOJ probabilmente non vuole dare l'impressione di reagire al mercato, e Capital Group si aspetta che prima o poi arriverà un cambiamento di strategia, ma non prima che i mercati riescano a prendere fiato e riesca a tenere sotto controllo la situazione. Avere un piano e mantenere una certa credibilità per proporlo poi ai mercati è fondamentale per la banca centrale. Per quanto riguarda l’azionario, l'impatto dello yen debole varia da settore a settore. I grandi esportatori, come case automobilistiche e produttori di semiconduttori, beneficiano di una valuta debole, anche se l'effetto potrebbe essere attenuato dal fatto che gran parte della produzione si è spostata all'estero negli ultimi anni. Le aziende orientate al consumo probabilmente ci rimetteranno. Se il tasso di cambio yen/dollaro diventasse incontrollabile, la prima cosa che Capital Group si aspetta è un intervento del Ministero delle Finanze per acquistare yen. Ma si tratterebbe probabilmente di un ripiego a breve termine.
Modifiche alla politica monetaria potrebbero avere un impatto più duraturo. BOJ secondo l’economista di Capital Group si trova di fronte a due scelte sbagliate: un indebolimento dello yen che sta intaccando il potere d'acquisto e tassi leggermente più alti che potrebbero pesare sull’occupazione. Se e quando BOJ agirà, probabilmente per prima cosa amplierà la fascia di rendimenti che è disposta ad accettare sui titoli di Stato. Se non dovesse bastare, potrebbe spostarsi su obbligazioni a 5 anni anziché a 10. Questo potrebbe portare lo yen più vicino a 120 su dollaro. Un ultimo passo potrebbe essere aumentare leggermente i tassi, forse di 10 punti base, e porre ufficialmente fine ai tassi negativi, con un effetto simbolico che potrebbe aiutare lo yen a recuperare.
Capital Group ritiene improbabile che BOJ passi all’azione finché non avrà esaurito tutti i titoli di Stato giapponesi short e non sarà in grado di fornire una giustificazione per modificare la politica. Comunque non sarebbe una svolta fondamentale verso un ciclo di inasprimento e normalizzazione. Crescita e inflazione rimangono deboli e non giustificano tassi molto più alti. Anche se lo yen può apparire straordinariamente a buon mercato, Capital Group non prevede che inizierà ad apprezzarsi finché non agirà un catalizzatore che rompa la serie di fondamentali che lo mantengono basso.
Tra i possibili catalizzatori, l’economista di Capital Group indica tassi reali più bassi negli USA o una sana reflazione in Giappone. Pertanto, Vandenabeele in conclusione ritiene che lo yen rimanga interessante solo per gli investitori che hanno una visione a lungo termine e sono disposti a "combattere la Fed e la BOJ" per molto tempo.
POLITICA SUPER ACCOMODANTE
Sono le indicazioni di Anne Vandenabeele, Economista di Capital Group, dopo il mantenimento di una politica monetaria super accomodante da parte di Banca del Giappone, su cui aumenta la pressione. Gli investitori hanno iniziato a testarne l'impegno ad acquistare un numero sufficiente di titoli di Stato per fissarne il rendimento sotto i 25 punti base. Finora la banca non ha esitato e la riunione del 17 giugno non ha portato alcun cambiamento di strategia. La resistenza della BOJ è comprensibile, secondo l’economista di Capital Group: l'inflazione in Giappone rimane significativamente più bassa rispetto a molti altri mercati sviluppati. Ma non è sostenibile, poiché la debolezza dello yen contribuisce sempre più all'aumento dell'inflazione importata e al calo dei salari reali.
LA CREDIBILITÀ DELLA BANCA CENTRALE
BOJ probabilmente non vuole dare l'impressione di reagire al mercato, e Capital Group si aspetta che prima o poi arriverà un cambiamento di strategia, ma non prima che i mercati riescano a prendere fiato e riesca a tenere sotto controllo la situazione. Avere un piano e mantenere una certa credibilità per proporlo poi ai mercati è fondamentale per la banca centrale. Per quanto riguarda l’azionario, l'impatto dello yen debole varia da settore a settore. I grandi esportatori, come case automobilistiche e produttori di semiconduttori, beneficiano di una valuta debole, anche se l'effetto potrebbe essere attenuato dal fatto che gran parte della produzione si è spostata all'estero negli ultimi anni. Le aziende orientate al consumo probabilmente ci rimetteranno. Se il tasso di cambio yen/dollaro diventasse incontrollabile, la prima cosa che Capital Group si aspetta è un intervento del Ministero delle Finanze per acquistare yen. Ma si tratterebbe probabilmente di un ripiego a breve termine.
DI FRONTE A DUE SCELTE SBAGLIATE
Modifiche alla politica monetaria potrebbero avere un impatto più duraturo. BOJ secondo l’economista di Capital Group si trova di fronte a due scelte sbagliate: un indebolimento dello yen che sta intaccando il potere d'acquisto e tassi leggermente più alti che potrebbero pesare sull’occupazione. Se e quando BOJ agirà, probabilmente per prima cosa amplierà la fascia di rendimenti che è disposta ad accettare sui titoli di Stato. Se non dovesse bastare, potrebbe spostarsi su obbligazioni a 5 anni anziché a 10. Questo potrebbe portare lo yen più vicino a 120 su dollaro. Un ultimo passo potrebbe essere aumentare leggermente i tassi, forse di 10 punti base, e porre ufficialmente fine ai tassi negativi, con un effetto simbolico che potrebbe aiutare lo yen a recuperare.
SERVIREBBE UN FORTE CATALIZZATORE
Capital Group ritiene improbabile che BOJ passi all’azione finché non avrà esaurito tutti i titoli di Stato giapponesi short e non sarà in grado di fornire una giustificazione per modificare la politica. Comunque non sarebbe una svolta fondamentale verso un ciclo di inasprimento e normalizzazione. Crescita e inflazione rimangono deboli e non giustificano tassi molto più alti. Anche se lo yen può apparire straordinariamente a buon mercato, Capital Group non prevede che inizierà ad apprezzarsi finché non agirà un catalizzatore che rompa la serie di fondamentali che lo mantengono basso.
METTERSI CONTRO LA FED E LA BOJ
Tra i possibili catalizzatori, l’economista di Capital Group indica tassi reali più bassi negli USA o una sana reflazione in Giappone. Pertanto, Vandenabeele in conclusione ritiene che lo yen rimanga interessante solo per gli investitori che hanno una visione a lungo termine e sono disposti a "combattere la Fed e la BOJ" per molto tempo.