L'analisi
BlueBay: gestione attiva e criteri ESG per investire nel debito dei mercati emergenti
Anthony Kettle, Senior Portfolio Manager, e Som Bhattacharya, Portfolio Manager, BlueBay Asset Management, spiegano come evitare errori come quelli che hanno incastrato molti sugli asset russi
di Redazione 6 Luglio 2022 19:00
Il duplice shock della guerra in Ucraina e dell’inasprimento monetario spinto dall’inflazione dilagante ha portato a uno dei maggiori periodi di ribasso nella storia trentennale dei mercati emergenti. Le vendite hanno mietuto molte vittime nei mercati azionari e del fixed income, ma il crollo del 15% registrato dal debito sovrano emergente è stato particolarmente doloroso, perché negli ultimi anni molti investitori si erano orientati verso allocazioni passive alle emissioni in valuta forte. Ma dietro ai titoli negativi, Anthony Kettle, Senior Portfolio Manager, e Som Bhattacharya, Portfolio Manager, di BlueBay Asset Management, vedono un quadro più sfumato.
Una delle asset class emergenti tradizionalmente considerata più volatile, cioè le valute, ha resistito bene. Nei primi quattro mesi del 2022, l’indice JP Morgan GBI-EM Global Diversified è sceso di un modesto 2,77%, il real brasiliano si è apprezzato di quasi l’8% rispetto al dollaro, e gli investitori che hanno seguito un’asset allocation attiva e hanno privilegiato le valute rispetto al credito ne hanno beneficiato. L’asset allocation attiva è una delle strategie da considerare per proteggersi dai ribassi in contesti volatili, i cui meriti vanno oltre. Nei momenti di rapido rafforzamento del dollaro, può essere opportuno assumere un posizionamento esattamente opposto, come essere net short sulle valute emergenti.
Questa strategia per BlueBay si è dimostrata vincente in diverse occasioni, come alla fine del 2016, nel 2018 e persino nel 2020. Allo stesso modo, avere un bias più lungo sui tassi locali emergenti nella seconda metà del 2020 si sarebbe rivelato vantaggioso rispetto all’andare lunghi su molti crediti. Per ottenere tutti i vantaggi di una allocazione attiva, gli esperti di BlueBay ritengono essenziale che la flessibilità sia incorporata nel design del prodotto. Inoltre, gli investitori non possono limitarsi ad analizzare e valutare i rischi ESG degli asset emergenti, ma devono anche mettere in pratica le loro idee. A luglio 2021, nonostante molti segnali di allarme e punteggi ESG negativi, molti gestori dei mercati emergenti hanno mantenuto un posizionamento neutrale o di sovrappeso sulla Russia.
Prendere sul serio i rischi e l’analisi ESG avrebbe significato tagliare tutte le posizioni sul credito russo e implementare coperture sui Credit Default Swap, proprio il posizionamento attuato in tutti i portafogli da BlueBay. Gli investitori dovrebbero anche essere pronti ad andare contro il consenso in presenza di una traiettoria positiva. BlueBay fa l’esempio di una società africana di oil & gas con una delle più alte impronte di carbonio, rimossa dai suoi portafogli. In seguito l'azienda si è impegnata ad abbattere le emissioni, e sta valutando un cambiamento delle materie prime di base, compreso il possibile utilizzo di idrogeno verde.
Prendere una posizione lunga in un contesto di forte miglioramento è la cosa giusta da fare in termini di sostegno al percorso di miglioramento ESG di un’azienda. Per questo BluaBay, in base a ulteriori attività di engagement e valutazioni, potrebbe cercare di ricostruire le posizioni lunghe nel settore oil & gas. Un’altra questione ESG di grande attualità segnalata dagli esperti di BlueBay è il rischio di destabilizzazione sociale legato alle interruzioni delle forniture di grano e fertilizzanti che hanno colpito paesi vulnerabili come Egitto e Tunisia. In questi mercati, BlueBay osserva con cautela gli sviluppi, e sottolinea che i fattori sociali dovrebbero essere parte importante per la costruzione del portafoglio nei prossimi 3-6 mesi.
In tempi di stress, gli esperti di BlueBay ritengono sia ancora possibile isolare gli asset dei mercati emergenti guidati esclusivamente da opinioni idiosincratiche, piuttosto che da un sentiment macro generale. In queste fasi, possono emergere molte opportunità idiosincratiche e non correlate. I crediti dei paesi esportatori di petrolio hanno ceduto notevolmente ad aprile e maggio, nonostante il rally del petrolio, la correlazione si è interrotta, e ad esempio i titoli di Stato di Abu Dhabi a lunga scadenza hanno subito una svalutazione del 22% a fronte di un aumento del 73% dei prezzi dell’energia. Anche l’Angola, un altro credito petrolifero che dovrebbe beneficiare di una ripresa dei prezzi, ha ceduto eccessivamente.
LE VALUTE HANNO TENUTO
Una delle asset class emergenti tradizionalmente considerata più volatile, cioè le valute, ha resistito bene. Nei primi quattro mesi del 2022, l’indice JP Morgan GBI-EM Global Diversified è sceso di un modesto 2,77%, il real brasiliano si è apprezzato di quasi l’8% rispetto al dollaro, e gli investitori che hanno seguito un’asset allocation attiva e hanno privilegiato le valute rispetto al credito ne hanno beneficiato. L’asset allocation attiva è una delle strategie da considerare per proteggersi dai ribassi in contesti volatili, i cui meriti vanno oltre. Nei momenti di rapido rafforzamento del dollaro, può essere opportuno assumere un posizionamento esattamente opposto, come essere net short sulle valute emergenti.
STRATEGIA DIMOSTRATA VINCENTE
Questa strategia per BlueBay si è dimostrata vincente in diverse occasioni, come alla fine del 2016, nel 2018 e persino nel 2020. Allo stesso modo, avere un bias più lungo sui tassi locali emergenti nella seconda metà del 2020 si sarebbe rivelato vantaggioso rispetto all’andare lunghi su molti crediti. Per ottenere tutti i vantaggi di una allocazione attiva, gli esperti di BlueBay ritengono essenziale che la flessibilità sia incorporata nel design del prodotto. Inoltre, gli investitori non possono limitarsi ad analizzare e valutare i rischi ESG degli asset emergenti, ma devono anche mettere in pratica le loro idee. A luglio 2021, nonostante molti segnali di allarme e punteggi ESG negativi, molti gestori dei mercati emergenti hanno mantenuto un posizionamento neutrale o di sovrappeso sulla Russia.
PRENDERE SUL SERIO L’ANALISI ESG
Prendere sul serio i rischi e l’analisi ESG avrebbe significato tagliare tutte le posizioni sul credito russo e implementare coperture sui Credit Default Swap, proprio il posizionamento attuato in tutti i portafogli da BlueBay. Gli investitori dovrebbero anche essere pronti ad andare contro il consenso in presenza di una traiettoria positiva. BlueBay fa l’esempio di una società africana di oil & gas con una delle più alte impronte di carbonio, rimossa dai suoi portafogli. In seguito l'azienda si è impegnata ad abbattere le emissioni, e sta valutando un cambiamento delle materie prime di base, compreso il possibile utilizzo di idrogeno verde.
RISCHI DI DESTABILIZZAZIONE SOCIALE
Prendere una posizione lunga in un contesto di forte miglioramento è la cosa giusta da fare in termini di sostegno al percorso di miglioramento ESG di un’azienda. Per questo BluaBay, in base a ulteriori attività di engagement e valutazioni, potrebbe cercare di ricostruire le posizioni lunghe nel settore oil & gas. Un’altra questione ESG di grande attualità segnalata dagli esperti di BlueBay è il rischio di destabilizzazione sociale legato alle interruzioni delle forniture di grano e fertilizzanti che hanno colpito paesi vulnerabili come Egitto e Tunisia. In questi mercati, BlueBay osserva con cautela gli sviluppi, e sottolinea che i fattori sociali dovrebbero essere parte importante per la costruzione del portafoglio nei prossimi 3-6 mesi.
OPPORTUNITA’ NON CORRELATE
In tempi di stress, gli esperti di BlueBay ritengono sia ancora possibile isolare gli asset dei mercati emergenti guidati esclusivamente da opinioni idiosincratiche, piuttosto che da un sentiment macro generale. In queste fasi, possono emergere molte opportunità idiosincratiche e non correlate. I crediti dei paesi esportatori di petrolio hanno ceduto notevolmente ad aprile e maggio, nonostante il rally del petrolio, la correlazione si è interrotta, e ad esempio i titoli di Stato di Abu Dhabi a lunga scadenza hanno subito una svalutazione del 22% a fronte di un aumento del 73% dei prezzi dell’energia. Anche l’Angola, un altro credito petrolifero che dovrebbe beneficiare di una ripresa dei prezzi, ha ceduto eccessivamente.