Mercati

Le trimestrali Usa diranno se tornare a comprare azioni o aspettare ancora

Paolo Mauri Brusa, gestore del team Multi Asset Italia di GAM SGR commenta il rialzo dell’inflazione e la politica monetaria della Fed. Dalla stagione delle trimestrali appena iniziata arriveranno segnali importanti

di Stefano Caratelli 16 Luglio 2022 12:00

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L’atteso dato sull’inflazione Usa di giugno è stato superiore alle previsioni al +9,1% sull’anno, il più alto dal 1981. Appare quindi scontato il rialzo di 75 punti base alla prossima riunione della Fed a fine mese. Ma mercati e investitori si chiedono se Powell riuscirà davvero a non far deragliare in recessione l’economia americana. Paolo Mauri Brusa, gestore del team Multi Asset Italia di GAM SGR, osserva che il dato mensile dell’inflazione Usa è fuori dall’ordinario, al +1,3% su maggio, il balzo più alto in 30 giorni dal 2005. Gli operatori ormai danno per scontato il ritocco dei Fed Fund a fine luglio di 75 punti base, e comincia a farsi largo l’idea di un rialzo addirittura di 100 punti.

FED COSTRETTA A FRENARE LA CRESCITA


L’unica opzione a disposizione della Fed è quella di rallentare la crescita economica, raffreddando la domanda interna in misura sufficiente a compensare la scarsità dell’offerta, anche se il rischio è portare gli Stati Uniti in recessione. Secondo Mauri Brusa si preannuncia quindi un’estate molto calda per i mercati finanziari, e occorrerà monitorare le ripercussioni su consumatori e famiglie della stretta monetaria. Per ora le vendite al dettaglio sembrano tenere, anche se a maggio hanno fatto segnare il primo marginale calo del 2022, fortemente impattato però dal crollo del segmento automotive.

IMPATTO SUI NUOVI MUTUI


L’esperto di GAM rileva che è invece già evidente l’effetto sui tassi dei mutui, che negli ultimi sei mesi sono raddoppiati. Dato che la maggior parte è tasso fisso, l’incidenza sull’esistente è alquanto ridotta, ma l’impatto negativo forte si avrà su tutte le nuove accensioni e a cascata sulla domanda di immobili. Per fortuna, osserva Mauri Brusa, l’inflazione core, che esclude alimentari e energia, pur se superiore alle attese e lontana dal target della Fed, si conferma in ritracciamento dai massimi di marzo quando aveva toccato il +6,5%.

PESANO ANCHE COVID E CINA


Il calo delle commodities degli ultimi mesi fa ben sperare che il trend possa proseguire e che il picco sia alle spalle. Ma allo stato attuale è difficile pronosticare un ritorno verso il target Fed del 2% in tempi brevi. Le ultime notizie che arrivano dalla Cina sul fronte Covid fanno temere nuovi lockdown con ripercussioni negative sulle catene di approvvigionamento, ancora lontane dall’essere tornate a pieno regime.

TRIMESTRALI MOLTO IMPORTANTI


In un quadro così incerto, secondo l’esperto di GAM, la stagione delle trimestrali Usa appena iniziata sarà ancora più importante del solito per tastare il polso della Corporate America. Dopo un trimestre segnato dall’impennata dei costi alla produzione, sarà fondamentale valutare l’impatto sui margini, più che sui ricavi, e capire quali sono previsioni per i prossimi mesi.

LA DIREZIONE DA UTILI E GUIDANCE


Le valutazioni, dopo la correzione della prima parte del 2022, sono scese anche sui listini americani, ma gli analisti per ora hanno rivisto al ribasso solo in modo marginale le previsioni sugli utili per l’anno in corso e per il 2023. Saranno quindi i risultati e la guidance, sottolinea in conclusione Mauri Brusa, a dire se gli attuali livelli dei listini sono una opportunità di acquisto o se conviene avere ancora un po’ di pazienza.

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