L'analisi
Columbia Threadneedle Investments: il nucleare potrebbe garantire energia a zero emissioni
Jess Williams, Analista Investimenti Responsabili di Columbia Threadneedle Investments evidenzia i vantaggi del nucleare rispetto ad altre fonti di energia pulita
di Anna Patti 17 Luglio 2022 15:00
Il nucleare fornisce un carico di base pulito e affidabile che altre fonti rinnovabili meno affidabili faticano a offrire. Inoltre il nucleare è in grado dio fornire energia in qualunque momento della giornata indipendentemente dalle condizioni metereologiche e richiede meno materiali rispetto ad altre tecnologie. Queste qualità sono importanti per trasformare i nostri sistemi affinché producano energia a zero emissioni di carbonio.
L’utilizzo del nucleare è controverso. I rifiuti radioattivi e l’incidente di Fukushima del 2011 hanno reso il pubblico timoroso nei confronti di questa tecnologia. L’uranio arricchito viene anche impiegato nella produzione di armi nucleari, pertanto l’aumentare dei programmi nucleari condotti da Corea del Nord, Iran e Russia preoccupano i governi occidentali. Inoltre va considerato che il costo del nucleare è elevato e che i progetti spesso subiscono ritardi nella realizzazione e superano i budget, anche se alcune regioni asiatiche sembrano andare in controtendenza. Secondo Jess Williams, Analista Investimenti Responsabili di Columbia Threadneedle Investments i vantaggi sembrano comunque prevalere sui fattori negativi il che favorisce una maggiore attenzione al nucleare, soprattutto in Regno Unito ed Europa, perché i governi ricercano fonti energetiche in grado di ridurre le emissioni.
Gli impianti nucleari attualmente esistenti di terza generazione sono relativamente inefficienti nell’utilizzo dell’energia immagazzinata nelle materie prime, di norma solo il 5-8% dell’energia viene sfruttata generando di conseguenza una grande quantità di rifiuti. I reattori nucleari di quarta generazione, invece, sono costituiti da reattori avanzati ad acqua pesante e reattori a sali fusi, e possono utilizzare il 95-98% dell’energia disponibile nel carburante, anche se sono ancora alquanto lontani dalla commercializzazione. I mini reattori “small modular reactors” (SMR), che occupano assai meno spazio rispetto agli impianti convenzionali e possono essere costruiti molto più rapidamente e in modo standardizzato, potrebbero diventare una realtà già nel prossimo futuro.
La Corea del Sud e la Cina sono riusciti a ridurre il costo del nucleare, soprattutto grazie alle prassi in materia di costruzione. Entrambi i Paesi riproducono lo stesso impianto piuttosto che concepire ogni volta un nuovo progetto. Questo riduce notevolmente costi e ritardi. Inoltre la regolarità dei progetti comporta che la forza lavoro abbia le competenze necessarie. Nelle regioni dove gli impianti vengono costruiti occasionalmente è necessaria una riqualificazione della forza lavoro che richiede tempo.
Jess Williams, Analista Investimenti Responsabili di Columbia Threadneedle Investments ha esaminato il caso di Hinkley Point C, un impianto in costruzione nel Regno Unito che dovrebbe essere completato entro la fine di quest’anno. Qui la quota maggiore di spesa è rappresentata dal finanziamento. Questo perché i progetti nucleari europei sono considerati rischiosi per le banche considerato che la volontà politica è mutevole e i progetti spesso subiscono ritardi e superano ampiamente il budget. Se anche nel Regno Unito si adottasse l’approccio della Corea del Sud, sottolinea l’analista di Columbia Threadneedle, con progetti più standardizzati si eviterebbero ritardi e sforamenti e si ridurrebbero i costi di finanziamento. Non si può comunque negare che, anche se venissero conseguiti i benefici derivanti dalla standardizzazione dei progetti, il contesto attuale di tassi d’interesse bassi, anche se in aumento, influisce sui progetti infrastrutturali di lunga durata come quelli nucleari che ad essi sono particolarmente sensibili.
Scomposizione dei prezzi di Hinkley Point C
La sicurezza rappresenta una preoccupazione comune per gli impianti nucleari, alimentata principalmente dagli incidenti storici di Chernobyl e Fukushima. Questi esempi però sono specifici a ciascun sito e non ed è difficile che si verifichino in altri impianti nucleari sostiene Jess Williams. Il Centro comune di ricerca (JRC), il servizio della Commissione europea per la scienza e la conoscenza, ha recentemente avviato un riesame sulla decisione di includere il nucleare nella tassonomia della finanza sostenibile dell’UE. La conclusione è che: “non è emersa alcuna evidenza scientifica comprovante che l’energia nucleare arrechi un danno maggiore alla salute dell’uomo o all’ambiente rispetto alle altre tecnologie per la produzione di energia elettrica [ossia eolica e solare] già incluse nella tassonomia in quanto attività che sostengono la mitigazione dei cambiamenti climatici”.
Nel breve periodo è probabile che continueranno a essere commissionati reattori nucleari di terza generazione. Il Presidente francese Macron ha annunciato la produzione di 6 nuovi reattori con l’intento di portarli a 14. Pertanto gli SMR di nuova generazione dovrebbero essere operativi entro la fine del decennio. La Cina punta ad attivare il suo primo SMR entro il 2026 e il governo britannico spera che SMR prodotti da Rolls-Royce siano in grado di fornire energia entro il 2030.
Tutte le tecnologie nucleari utilizzano la fissione nucleare che comporta la divisione di atomi di grandi dimensioni (solitamente di uranio). La fusione nucleare invece si concentra sulla fusione di elementi leggeri (come l’idrogeno). Si ritiene che alla fusione nucleare mancherebbero 40 anni ma grazie alle recenti scoperte e all’aumento dei finanziamenti per la ricerca (tra le centinaia di milioni di dollari e i diversi miliardi di dollari), fanno sapere da Columbia Threadneedle Investments che la stanno includendo nelle loro prospettive a lungo termine.
I DUBBI SUL NUCLEARE
L’utilizzo del nucleare è controverso. I rifiuti radioattivi e l’incidente di Fukushima del 2011 hanno reso il pubblico timoroso nei confronti di questa tecnologia. L’uranio arricchito viene anche impiegato nella produzione di armi nucleari, pertanto l’aumentare dei programmi nucleari condotti da Corea del Nord, Iran e Russia preoccupano i governi occidentali. Inoltre va considerato che il costo del nucleare è elevato e che i progetti spesso subiscono ritardi nella realizzazione e superano i budget, anche se alcune regioni asiatiche sembrano andare in controtendenza. Secondo Jess Williams, Analista Investimenti Responsabili di Columbia Threadneedle Investments i vantaggi sembrano comunque prevalere sui fattori negativi il che favorisce una maggiore attenzione al nucleare, soprattutto in Regno Unito ed Europa, perché i governi ricercano fonti energetiche in grado di ridurre le emissioni.
LE CENTRALI NUCLEARI
Gli impianti nucleari attualmente esistenti di terza generazione sono relativamente inefficienti nell’utilizzo dell’energia immagazzinata nelle materie prime, di norma solo il 5-8% dell’energia viene sfruttata generando di conseguenza una grande quantità di rifiuti. I reattori nucleari di quarta generazione, invece, sono costituiti da reattori avanzati ad acqua pesante e reattori a sali fusi, e possono utilizzare il 95-98% dell’energia disponibile nel carburante, anche se sono ancora alquanto lontani dalla commercializzazione. I mini reattori “small modular reactors” (SMR), che occupano assai meno spazio rispetto agli impianti convenzionali e possono essere costruiti molto più rapidamente e in modo standardizzato, potrebbero diventare una realtà già nel prossimo futuro.
I COSTI DEL NUCLEARE
La Corea del Sud e la Cina sono riusciti a ridurre il costo del nucleare, soprattutto grazie alle prassi in materia di costruzione. Entrambi i Paesi riproducono lo stesso impianto piuttosto che concepire ogni volta un nuovo progetto. Questo riduce notevolmente costi e ritardi. Inoltre la regolarità dei progetti comporta che la forza lavoro abbia le competenze necessarie. Nelle regioni dove gli impianti vengono costruiti occasionalmente è necessaria una riqualificazione della forza lavoro che richiede tempo.
IL NUCLEARE NEL REGNO UNITO
Jess Williams, Analista Investimenti Responsabili di Columbia Threadneedle Investments ha esaminato il caso di Hinkley Point C, un impianto in costruzione nel Regno Unito che dovrebbe essere completato entro la fine di quest’anno. Qui la quota maggiore di spesa è rappresentata dal finanziamento. Questo perché i progetti nucleari europei sono considerati rischiosi per le banche considerato che la volontà politica è mutevole e i progetti spesso subiscono ritardi e superano ampiamente il budget. Se anche nel Regno Unito si adottasse l’approccio della Corea del Sud, sottolinea l’analista di Columbia Threadneedle, con progetti più standardizzati si eviterebbero ritardi e sforamenti e si ridurrebbero i costi di finanziamento. Non si può comunque negare che, anche se venissero conseguiti i benefici derivanti dalla standardizzazione dei progetti, il contesto attuale di tassi d’interesse bassi, anche se in aumento, influisce sui progetti infrastrutturali di lunga durata come quelli nucleari che ad essi sono particolarmente sensibili.
Scomposizione dei prezzi di Hinkley Point C
LA PREOCCUPAZIONE PER LA SICUREZZA
La sicurezza rappresenta una preoccupazione comune per gli impianti nucleari, alimentata principalmente dagli incidenti storici di Chernobyl e Fukushima. Questi esempi però sono specifici a ciascun sito e non ed è difficile che si verifichino in altri impianti nucleari sostiene Jess Williams. Il Centro comune di ricerca (JRC), il servizio della Commissione europea per la scienza e la conoscenza, ha recentemente avviato un riesame sulla decisione di includere il nucleare nella tassonomia della finanza sostenibile dell’UE. La conclusione è che: “non è emersa alcuna evidenza scientifica comprovante che l’energia nucleare arrechi un danno maggiore alla salute dell’uomo o all’ambiente rispetto alle altre tecnologie per la produzione di energia elettrica [ossia eolica e solare] già incluse nella tassonomia in quanto attività che sostengono la mitigazione dei cambiamenti climatici”.
PROSPETTIVE FUTURE
Nel breve periodo è probabile che continueranno a essere commissionati reattori nucleari di terza generazione. Il Presidente francese Macron ha annunciato la produzione di 6 nuovi reattori con l’intento di portarli a 14. Pertanto gli SMR di nuova generazione dovrebbero essere operativi entro la fine del decennio. La Cina punta ad attivare il suo primo SMR entro il 2026 e il governo britannico spera che SMR prodotti da Rolls-Royce siano in grado di fornire energia entro il 2030.
L’ARRIVO DELLA FUSIONE NUCLEARE
Tutte le tecnologie nucleari utilizzano la fissione nucleare che comporta la divisione di atomi di grandi dimensioni (solitamente di uranio). La fusione nucleare invece si concentra sulla fusione di elementi leggeri (come l’idrogeno). Si ritiene che alla fusione nucleare mancherebbero 40 anni ma grazie alle recenti scoperte e all’aumento dei finanziamenti per la ricerca (tra le centinaia di milioni di dollari e i diversi miliardi di dollari), fanno sapere da Columbia Threadneedle Investments che la stanno includendo nelle loro prospettive a lungo termine.