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L'asset allocation per affrontare uno scenario cupo: è ora di cominciare a comprare?

Peter Kraus di Aperture Investors, parte dell'ecosistema Generali Investments, analizza la possibile evoluzione dello scenario macro e consiglia di iniziare ad accumulare posizioni sia in ambito azionario che in quello del credito

di Leo Campagna 17 Luglio 2022 09:30

financialounge -  Aperture Investors Generali Investments Morning News Peter Kraus
La Federal Reserve statunitense continua ad essere all'avanguardia nella sua lotta all'inflazione, che ha chiarito essere la priorità numero uno, anche se il successo porta alla recessione. In parallelo, mentre la guerra in Ucraina – che potrebbe proseguire fino alla fine dell’anno - continuerà a spingere i costi dell'energia e dei prodotti alimentari, i tentativi di economizzare i vincoli della catena di approvvigionamento energetico, faranno rallentare la produzione apportando carenze.

NON ABBIAMO ANCORA VISTO IL MINIMO DEI MERCATI AZIONARI


“È difficile che la recessione non si materializzi, se non ci siamo già”, commenta Peter Kraus, CEO di Aperture Investors, parte dell’ecosistema Generali Investments, secondo il quale appare piuttosto ottimistica l'attuale proiezione dell'inflazione del 2,5% della Fed per il 2023. Nell’azionario, secondo il manager, a mano a mano che gli utili saranno rivisti al ribasso e diventerà evidente che la Fed deve continuare ad aumentare i tassi più a lungo del previsto, si profileranno ulteriori ribassi. “Non abbiamo ancora visto il minimo nei mercati azionari statunitensi o in altri paesi, forse con l'eccezione della Cina. All'interno dell'Europa, la Germania sembra affrontare la sfida più grande, seguita da Italia e Francia. Il Regno Unito, sebbene debole, sarà meno colpito da queste condizioni”, puntualizza Kraus.

L’AGENTE DEFLAZIONISTICO DEI TASSI DI INTERESSE


Il manager non vede all'orizzonte un agente deflazionistico diverso dai tassi di interesse capace di rallentare la crescita e, a sua volta, ridurre la domanda, provocando una reazione sui prezzi. Inoltre esprime più di un dubbio sulla visione della Fed di un "atterraggio morbido" dell’economia USA. “I consumatori dovrebbero continuare a spendere anche se le prospettive di lavoro sono incerte e, oltretutto, con livelli di prezzo che sembrano insostenibili”, argomenta il CEO di Aperture Investors.

L’ASSET ALLOCATION IN UNO SCENARIO COSI’ CUPO


In questo scenario così cupo all’orizzonte, Kraus consiglia agli investitori di iniziare a pianificare l’allocazione della liquidità nel comparto azionario. “Penso che i mercati abbiano compiuto oltre due terzi della loro strada verso il punto minimo. Dal momento che è praticamente impossibile prevedere tale fondo in modo coerente, iniziare ad allocare durante la fase di discesa è un approccio sensato”, riferisce il manager che suggerisce la stessa raccomandazione anche nel credito. Il motivo? Al momento sembra ragionevole sfruttare la bassa liquidità e gli spread allargati nei prossimi mesi.

OPPORTUNITÀ NEL CREDITO PRIVATO E NEL PRIVATE EQUITY


Kraus ritiene inoltre che alcune opportunità molto interessanti possano essere catturate nel credito privato e nel private equity. “Nel credito, più che le situazioni di fallimento il focus va orientato sui casi di rifinanziamento. I tassi sono ora significativamente più elevati durante un periodo di debolezza economica e, se i mutuatari non riescono a convincere i prestatori esistenti a prolungare il rifinanziamento, ci saranno sicuramente opportunità interessanti sul mercato. Con un’avvertenza: gli investitori dovranno prestare attenzione a sottoscrivere le società in queste condizioni, con una due diligence approfondita che non faccia affidamento sui rating”, spiega il CEO di Aperture Investors.

PERIODO DI MASSIMO STRESS NEL PRIVATE EQUITY


Nel private equity, invece, secondo il manager le società in crescita che sono state sopravvalutate in modo aggressivo potrebbero andare incontro a un periodo di massimo stress. “Le aziende con liquidità sufficiente per i prossimi due anni, probabilmente non ne risentiranno mentre per le altre, le esigenze di finanziamento per le operazioni in corso determineranno l'emissione di azioni distressed”, conclude Kraus.

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