L'analisi
Columbia vede breve recessione USA, asset a rischio sempre convenienti nel lungo
Nel weekly market outlook, Steven Bell, Chief Economist di Columbia Threadneedle Investment, prevede che i tassi della Fed saliranno più di quanto si aspetta il mercato prima della fine del ciclo restrittivo
di Stefano Caratelli 26 Luglio 2022 19:30
In tutte le recessioni dal dopoguerra, le azioni USA sono scese per diversi mesi dopo l'inizio. Questa non è ancora iniziata. La buona notizia, in una prospettiva di medio termine, è che si sono sempre riprese mesi prima della fine della recessione. Inoltre, il forte calo quest'anno si è verificato in un contesto di utili consistenti, per cui le valutazioni sono migliorate significativamente. Steven Bell, Chief Economist di Columbia Threadneedle Investments, nel suo Weekly market outlook prevede che la recessione USA sarà breve, e una volta che la disoccupazione inizierà a salire, l'inflazione salariale si ridurrà rapidamente.
Secondo l’esperto di Columbia, è la lezione acquisita dalle precedenti recessioni americane. Le economie moderne hanno dimostrato una grande capacità di adattamento, e guardando più lontano è probabile che le azioni offrano ancora rendimenti superiori, anche se più volatili. Bell sottolinea che l’immediato futuro sembra difficile, ma aggiunge che la convenienza a lungo termine degli asset di rischio rimane.
I tassi sono in rialzo e si sta andando verso la recessione negli Stati Uniti e in Europa. Negli Stati Uniti, le pressioni sulla domanda interna sono così forti che la Fed dovrà prevedere una recessione per riportare l'inflazione al livello target. L'inflazione è forte e in accelerazione in due aree chiave, sottolinea Bell: affitti e salari. L'indice PMI è finito in territorio contrazione, e ci sono segnali di rallentamento del mercato del lavoro statunitense.
Ma, prosegue l’esperto di Columbia, la frenata arriva da livelli molto elevati, per cui si aspetta un altro rialzo dei tassi di 75 punti base della Fed, con la promessa che ne arriveranno altri. Il mercato pensa che siamo vicini alla fine del ciclo di rialzi e sta già prezzando tagli dei tassi nel 2023. Bell tuttavia ritiene che prima i tassi dovranno salire più di quanto il mercato si aspetti.
Le ragioni della recessione sono diverse in Europa, con fonti interne di inflazione meno forti. L'inflazione salariale è ancora ampiamente in linea con il target del 2% della BCE e molte aziende stanno effettuando pagamenti una tantum ai lavoratori, che sarà più facile ridurre l'anno prossimo, quando le condizioni saranno probabilmente molto più difficili. La recessione in Europa inoltre secondo Bell è molto più legata alla crisi del costo della vita e ai rincari del prezzo del gas.
Il mercato dei futures sul gas per il prossimo inverno segnala prezzi 8 o 9 volte superiori ai livelli pre-covid, un aumento “impressionante” secondo Bell, notando che se il petrolio avesse subito lo stesso rialzo avremmo avuto prezzi di 500-600 dollari al barile. Tutto è legato al gas dalla Russia. Il Regno Unito ne riceve poco ed è meno esposto al rischio di interruzione delle forniture. Ma lo paga più o meno allo stesso prezzo. I consumatori britannici e europei dovranno far fronte a un forte aumento delle bollette energetiche quest'inverno.
LA LEZIONE DELLE PRECEDENTI RECESSIONI
Secondo l’esperto di Columbia, è la lezione acquisita dalle precedenti recessioni americane. Le economie moderne hanno dimostrato una grande capacità di adattamento, e guardando più lontano è probabile che le azioni offrano ancora rendimenti superiori, anche se più volatili. Bell sottolinea che l’immediato futuro sembra difficile, ma aggiunge che la convenienza a lungo termine degli asset di rischio rimane.
FORTI PRESSIONI SULLA DOMANDA USA
I tassi sono in rialzo e si sta andando verso la recessione negli Stati Uniti e in Europa. Negli Stati Uniti, le pressioni sulla domanda interna sono così forti che la Fed dovrà prevedere una recessione per riportare l'inflazione al livello target. L'inflazione è forte e in accelerazione in due aree chiave, sottolinea Bell: affitti e salari. L'indice PMI è finito in territorio contrazione, e ci sono segnali di rallentamento del mercato del lavoro statunitense.
FED PRONTA AD ALTRI 75 PUNTI
Ma, prosegue l’esperto di Columbia, la frenata arriva da livelli molto elevati, per cui si aspetta un altro rialzo dei tassi di 75 punti base della Fed, con la promessa che ne arriveranno altri. Il mercato pensa che siamo vicini alla fine del ciclo di rialzi e sta già prezzando tagli dei tassi nel 2023. Bell tuttavia ritiene che prima i tassi dovranno salire più di quanto il mercato si aspetti.
IN EUROPA FONTI INTERNE DI INFLAZIONE MENO FORTI
Le ragioni della recessione sono diverse in Europa, con fonti interne di inflazione meno forti. L'inflazione salariale è ancora ampiamente in linea con il target del 2% della BCE e molte aziende stanno effettuando pagamenti una tantum ai lavoratori, che sarà più facile ridurre l'anno prossimo, quando le condizioni saranno probabilmente molto più difficili. La recessione in Europa inoltre secondo Bell è molto più legata alla crisi del costo della vita e ai rincari del prezzo del gas.
MA IL CARO ENERGIA PESERÀ IN INVERNO
Il mercato dei futures sul gas per il prossimo inverno segnala prezzi 8 o 9 volte superiori ai livelli pre-covid, un aumento “impressionante” secondo Bell, notando che se il petrolio avesse subito lo stesso rialzo avremmo avuto prezzi di 500-600 dollari al barile. Tutto è legato al gas dalla Russia. Il Regno Unito ne riceve poco ed è meno esposto al rischio di interruzione delle forniture. Ma lo paga più o meno allo stesso prezzo. I consumatori britannici e europei dovranno far fronte a un forte aumento delle bollette energetiche quest'inverno.