Focus sull'azionario

Lo stato di salute delle aziende USA? Lo rivelerà l'imminente earning season

La stagione delle trimestrali USA è iniziata bene ma secondo David Norris (TwentyFour Asset Management) solo alla fine si saprà se l’attuale politica restrittiva della Fed proseguirà con i Fed Funds al 3,375% a fine anno

di Leo Campagna 27 Luglio 2022 09:41

financialounge -  David Norris trimestrali Usa TwentyFour Asset Management utili Vontobel
I risultati delle aziende risentono delle forti e persistenti pressioni inflazionistiche, evidenziando ricavi ridotti, margini compressi e costi del lavoro più elevati. La stagione degli utili del secondo trimestre delle aziende statunitensi appena iniziata fornirà importanti indizi sia sui risultati del secondo trimestre e sia, soprattutto, sulle prospettive aziendali per la seconda parte dell’anno.

L’EARNING SEASON DELLE AZIENDE DELL’S&P 500


“L’earning season, che al momento comprende poco più del 20% delle aziende dell’S&P 500, è iniziata bene, con le principali banche statunitensi che hanno beneficiato della spesa dei consumatori, della crescita dei prestiti e del miglioramento dei margini di interesse netti. Tuttavia, non sono mancati i segnali d'allarme” fa sapere David Norris, Head of US Credit di TwentyFour Asset Management (gruppo Vontobel). Il suo riferimento è, in particolare, a AT&T (che ha avvertito che un numero maggiore di clienti sta iniziando a rimanere indietro con le bollette) e Verizon (l'aumento dei prezzi sta influenzando la crescita degli abbonati).

PIANI DI RIDUZIONE DELLE ASSUNZIONI AZIENDALI


Cominciano inoltre a moltiplicarsi gli annunci sui piani di riduzione delle assunzioni aziendali. Ad esempio, Ford intende tagliare 8.000 posti di lavoro dipendente presso la sua divisione di combustione interna, Apple e Microsoft stanno valutando di rallentare le assunzioni mentre Google le ha al momento sospese. A questo proposito, questa settimana sarà ricca di appuntamenti di rilievo. Alcune grandi compagnie tecnologiche come Meta, Amazon e Apple presenteranno i loro bilanci e forniranno maggiori dettagli sulle assunzioni. In parallelo, mentre la riunione della Fed dovrebbe sancire (come previsto al momento dai mercati) un rialzo dei tassi di 75 punti base, saranno resi noti i numeri del PIL del secondo trimestre e il deflatore PCE (che è il monitor dell'inflazione preferito dalla FED).

FED FUNDS AL 3,375% ENTRO LA FINE DEL 2022


Se la prossima earning season e le prospettive dovessero confermare che l'economia continua a mostrare segni di forza e guadagni sani, i Fed Funds dovrebbero toccare l’obiettivo della politica della Fed al 3,375% entro la fine del 2022. “In caso contrario, con profitti inferiori alle attese e con le imprese che annunciano il bisogno di rallentare le assunzioni, la politica della Fed richiederebbe un ritmo più lento di rialzi dei tassi per ottenere l'effetto desiderato sull'inflazione” spiega il manager di TwentyFour AM.

SEGNALI CHE LA POLITICA DELLA FED STA AVENDO L’EFFETTO DESIDERATO


Quello che possiamo affermare, constata Norris, è che i dati economici della scorsa settimana hanno fornito ulteriori segnali che la politica della Fed sta avendo l'effetto desiderato: i dati iniziali di disoccupazione si sono alzati, i PMI statunitensi hanno continuato a contrarsi e il Philly Fed Business outlook è diminuito sostanzialmente. “La banca centrale USA ora sembra dover tollerare una disoccupazione più elevata nella lotta per ridurre l'inflazione. L'attuale earning season dovrebbe contribuire a fornire un'idea più concreta dello stato di salute delle aziende nel prossimo trimestre e di come potrebbe essere il resto dell'anno” puntualizza il manager.

COSA PUÒ MODIFICARE L’ATTUALE POLITICA DELLA FED


Secondo l’Head of US Credit di TwentyFour Asset Management nel caso in cui i segnali di contrazione dell'economia continuassero a manifestarsi, non si può escludere che il tasso dei Fed Funds possa assestarsi su livelli inferiori alle loro attuali previsioni, riducendo così parte della volatilità attualmente presente sui mercati dei tassi. “Per contro, nel caso in cui la ripresa dei consumi dovesse sostenere i profitti aziendali, è probabile che l’attuale politica della Fed permanga” conclude Norris.

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