Prospettive e investimenti

Neuberger Berman: “La Fed sarà più aggressiva se l'inflazione resterà sopra le attese”

Neuberger Berman avverte che i prezzi al consumo potrebbero non raffreddarsi nei mesi invernali, e molti investitori sembrano essere impreparati. La Fed potrebbe essere costretta a portare il tasso tra il 4-4,50%

di Stefano Caratelli 27 Luglio 2022 12:46

financialounge -  FED inflazione Neuberger Berman Olumide Owolabi Thanos Bardas
L'autunno e l'inverno dovrebbero smorzare l'ondata di caldo che ha colpito l'emisfero settentrionale, ma non porteranno refrigerio sul fronte dell'inflazione che in USA continua a viaggiare ai massimi da 40 anni, con il tasso core, che esclude energia e alimentari, che si è attestato al 5,9%. Gli ultimi dati sono risultati notevolmente superiori alle aspettative ma non hanno sorpreso Neuberger Berman, che affronta il tema nelle Prospettive settimanali del CIO, firmate da Thanos Bardas, PhD, Co-Head of Global Investment Grade Fixed Income, Olumide Owolabi, Portfolio Manager, Global Fixed Income, e Brad Tank, Chief Investment Officer—Fixed Income.

INFLAZIONE ALTA E RIGIDA


Molti sul mercato ritengano che l’inflazione sia ormai prossima al picco, ma ad avviso degli esperti di Neuberger Berman continuerà ad aumentare fino a fine anno, con il tasso core statunitense che dovrebbe attestarsi intorno al 6% a dicembre e al 3,25% un anno dopo, il che colloca Neuberger Berman nella fascia più alta tra le aspettative del mercato, sia per quanto riguarda il livello che la rigidità degli aumenti dei prezzi. Questa convinzione si basa in primo luogo sul fatto che l’inflazione riguarda ormai un ampio spettro di beni e servizi.

ALCUNE VOCI ANCORA IN CRESCITA


Il 97% dell'Indice dei prezzi al consumo viaggia a un tasso medio a tre mesi in crescita e più del 40% registra un'inflazione semestrale annualizzata pari o superiore al 6%. Osservando le cinque principali categorie di beni e servizi, l’ampiezza dell'inflazione secondo Neuberger Berman implica che alcune voci siano elevate ma in attenuazione, mentre altre sono ancora in crescita, come i servizi primari, ma soprattutto il costo delle abitazioni, data la rigidità del mercato del lavoro e la crescita salariale ancora relativamente elevata. In passato questa componente è risultata rigida. L'inasprimento monetario rallenta le vendite di immobili negli USA ma non riesce a contenere l'aumento dei prezzi delle transazioni, per cui i costi delle case continueranno a crescere più del 6% anche nella seconda metà del prossimo anno.

PIÙ DIFFICILE LA GESTIONE DELLA BCE


In Europa l'aumento dell’inflazione potrebbe essere ancora più difficile da gestire. L'inasprimento avviato dalla Bce è in netto ritardo rispetto alla Fed e la base di partenza è molto più accomodante. La crescita dei salari è ancora in fase iniziale e si prevedono agitazioni sindacali. Inoltre, la situazione energetica è particolarmente critica. In risposta, la Bce ha aumentato i tassi di 50 punti base e la Bank of England sta valutando una mossa simile il 4 agosto.

FUTURES SUL PETROLIO NON ATTENDIBILI


Oltre a sottovalutare l’ampiezza dell'inflazione, Neuberger Berman ritiene che il consensus sopravvaluti il potenziale ritorno verso il valore medio, in particolare per le materie prime, in linea con l’assioma secondo cui per frenare l’aumento i prezzi devono aumentare. L’attesa di un ritorno verso la media sembra pare dipendere anche dai segnali dei mercati dei futures, che puntano a un petrolio a circa 83 dollari per la consegna il prossimo anno. Gli esperti delle Prospettive settimanali del CIO dubitano delle informazioni predittive basate sulle curve dei futures e ritengono difficile giustificare le attuali valutazioni dei Treasury Inflation Protected Security statunitensi, che scontano un'inflazione di appena il 2,4% a fine 2023.

LA FED DOVRÀ ANDARE OLTRE IL TASSO NEUTRALE


Il livello e la rigidità dell'inflazione indurranno la Fed ad aumentare notevolmente il tasso sopra la sua stima di livello neutrale, oggi scontato dal mercato al 2,25-2,50%, e secondo Neuberger Berman dovrebbe portare il tasso finale del ciclo tra il 3,25% e il 3,75% entro il primo trimestre del 2023. Un tasso terminale tanto restrittivo potrebbe durare fino a un drastico peggioramento, un notevole indebolimento del mercato del lavoro, e il venir meno delle pressioni inflazionistiche nella seconda metà dell'anno.

INVESTITORI IMPREPARATI


Gli esperti di Neuberger Berman ritengono addirittura che l'inflazione possa rivelarsi ancora più duratura delle loro stesse stime, già superiori al consensus, costringendo la Fed a portare il tasso terminale tra il 4,00% e il 4,50%. Assegnando una probabilità di circa il 20% a ciascuno di questi due rischi di coda, la stima di rendimento dei Treasury nei prossimi 12 mesi si attesta tra il 2,75% e il 3,50%, con alta probabilità di rialzo verso il 4% se l'economia riuscisse a evitare la recessione e l'inflazione core rimanesse oltre il 4%. Le temperature sul fronte inflazione sono decisamente calde, ma a differenza del caldo estivo, conclude l’analisi di Neuberger Berman potrebbero non raffreddarsi nei mesi invernali, e molti investitori sembrano impreparati.

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