Recessione in arrivo?

AllianzGI: il pessimismo di consumatori e investitori non è confortato dai dati

AllianzGI, nel weekly outlook a cura di Greg Meier, Director, Senior Economist, Global Economics & Strategy, spiega che il rischio recessione potrebbe preludere a una svolta monetaria espansiva già nel 2023

di Stefano Caratelli 30 Luglio 2022 09:30

financialounge -  AllianzGI Greg Meier Morning News politica monetaria recessione
Forse gli ottimisti sul fronte economico andrebbero inseriti tra le specie a rischio di estinzione. Negli USA, l’indicatore di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan è ai minimi dal 1952 mentre il dato analogo dell’Area Euro non è mai stato così negativo. Il FMI ha appena reso noto che “ben presto potremmo ritrovarci sull’orlo di una recessione globale”. Greg Meier, Director, Senior Economist, Global Economics & Strategy di AllianzGI si chiede se gli investitori possono superare la tempesta, e come, a fronte di inflazione troppo elevata e banche centrali sono costrette ad alzare i tassi.

FIDUCIA IN CRISI MA DATI SOLIDI


Il ciclo di restrizione monetaria non è finito e le autorità monetarie potrebbero, consapevolmente o per errore, far cadere l’economia in recessione. Ma secondo Meier quest’esito non è affatto scontato. In riferimento agli USA, ad esempio, l’esperto di AllianzGI si chiede se valga la pena di temere fallimenti di massa delle imprese appena due anni dopo la recessione da Covid che ha fatto chiudere i battenti a molte aziende più rischiose. Intanto i consumatori, che si lamentano dei prezzi alle stelle, continuano a spendere, i bilanci delle famiglie sono tuttora ragionevolmente solidi e le società stanno ancora assumendo.

CONSENSUS AL TEST DEI DATI


In definitiva, sottolinea Meier, le recessioni fanno parte del ciclo economico. Non bisogna chiedersi se ci sarà una recessione, ma quando. E una volta accettato che si tratta di un evento inevitabile, un’analisi più approfondita permetterà di stabilire su quali aspetti il consensus abbia ragione o torto.

RAFFICA DI DATI IN ARRIVO


Maggior chiarezza sul ciclo economico arriva dai molti dati della prossima settimana, a partire dagli indici manifatturieri di Cina e Stati Uniti, proseguendo con i prezzi alla produzione in Europa e la spesa delle famiglie in Giappone. Attesa anche per la Bank of England che dovrebbe decidere il sesto rialzo dei tassi in sette mesi, mentre la settimana si chiuderà con il report sull’occupazione USA, che dovrebbe mostrare una modesta decelerazione della creazione di nuovi posti, ma con un nuovo robusto incremento delle retribuzioni.

GUARDARE OLTRE L’INFLAZIONE


Dalle recenti indagini tra gli investitori emerge un pessimismo estremo. La percentuale di ottimisti è prossima ai minimi delle fasi di recessione, le allocazioni azionarie e obbligazionarie diminuiscono e si preferisce detenere liquidità. Le prospettive d’inflazione sono offuscate dai problemi delle filiere, prezzi delle commodity, situazione sul mercato del lavoro e volatilità del mercato residenziale. Ma, osserva l’esperto di AllianzGI, sembra che alcuni investitori guardino oltre l’inflazione e preferiscano concentrarsi sul rischio di recessione e su una potenziale svolta espansiva delle banche centrali, magari nel 2023.

RENDIMENTI DEI TREASURY IN FRENATA


Questo sta contribuendo a frenare i tassi delle obbligazioni governative a lunga scadenza, come dimostra il crollo del rendimento del Treasury USA a 10 anni che in giugno si attestava a quasi il 3,5% e ora oscilla fra il 2,8% e il 3,0%. Se i rendimenti scenderanno sotto la soglia tecnica del 2,70%, sottolinea in conclusione Meier, non si esclude una flessione ancora più marcata.

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