L'analisi

PGIM Fixed Income: dalla Banca d'Inghilterra indicazioni sulle prossime mosse sui tassi d'interesse

Katharine Neiss, chief European economist di PGIM Fixed Income, sostiene che giovedì ci sarà l’ultimo sostanziale rialzo dei tassi di 50 punti base

di Anna Patti 2 Agosto 2022 14:25

financialounge -  aumento tassi daily news Katherine Neiss PGIM Fixed Income
Non ci si dovrebbe sorprendere se giovedì la BoE alzasse i tassi di altri 50 punti base. La riunione di giovedì della Banca d’Inghilterra potrebbe essere considerata come l’ultima occasione per un sostanziale rialzo dei tassi prima che la situazione dell’economia inizi a rallentare significativamente e la Banca stessa si vede costretta a moderare il ritmo di ulteriori rialzi dei tassi.

IL RALLENTAMENTO DELL’ECONOMIA BRITANNICA


Katharine Neiss, chief European economist di PGIM Fixed Income, sottolinea che si avvertono già i primi segnali di raffreddamento dell’economia britannica. L’analista di PGIM prevede che i prezzi dell’energia continueranno a salire favorendo l’aumento dell’inflazione e diminuendo la capacità di spesa dei consumatori. Nonostante l’Inghilterra non sia direttamente dipendente dal gas russo, è comunque esposta a un’interruzione dei flussi di gas dalla Russia all’Europa, con conseguente aumento dei prezzi. Anche per la Germania, principale partner commerciale europeo, si prevede un inverno difficile.

LA STRATEGIA DELLA BANCA CENTRALE INGLESE


Katherine Neiss sostiene che sebbene l’ottica di un aumento dei tassi al di sopra dei precedenti incrementi di 25 punti base possa far pensare che la BoE sia in ritardo rispetto alla curva, gli investitori dovrebbero ricordare che la banca britannica ha iniziato ad aumentare i tassi prima delle altre banche centrali. Alla luce di tutto questo, un aumento più aggressivo giovedì non apparirebbe fuori dall’ordinario considerati anche i recenti rialzi effettuati altrove quest’estate.

INCERTEZZA SUL FUTURO


Non è ancora possibile prevedere che impatto avranno sull’attività economica i recenti shock sui prezzi dell’energia e sull’inflazione, nonché sull’impatto cumulativo dei rialzi effettuati dalla banca centrale britannica a partire da dicembre scorso che richiederanno tempo per essere assorbiti. E’ considerazione comune che l’economia sia destinata a rallentare ulteriormente ma non si sa quanto e questo determinerà il percorso della politica.

I POSSIBILI RISCHI


Katherine Neiss, chief European economist di PGIM Fixed Income, ritiene che: “il rischio principale è che l'aggressivo inasprimento della Fed pesi ulteriormente sulla sterlina rispetto al dollaro, esercitando ulteriori pressioni sull'inflazione”. Inoltre va considerato che il Regno Unito è un’economia relativamente piccola e sensibile alle condizioni finanziarie globali. Pertanto, conclude Katharine Neiss, “questa dinamica potrebbe spingere la BoE a dover aumentare ulteriormente i tassi, anche se l'economia britannica si indebolisse vistosamente”.

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