L'analisi

La propensione al rischio spinge il rally estivo a Wall Street

Agosto punta a smentire per il terzo anno la fama di brutto mese per l’azionario, minimi alle spalle sul violento rimbalzo di titoli speculativi massacrati nella prima metà del 2022. Poche alternative agli USA

di Stefano Caratelli 16 Agosto 2022 09:30

financialounge -  mercati azionari Wall Street Weekly Bulletin
Storicamente agosto ha una pessima reputazione sui mercati azionari e in particolare a Wall Street, meno cattiva solo rispetto a quella di settembre, almeno nelle statistiche che risalgono al 1986. Aprile, luglio e l’ultimo trimestre, sempre storicamente, sono i periodi migliori. Ma gli ultimi tre anni hanno fatto eccezione, e non di poco. Due anni fa la stellare ripartenza post-covid, l’anno scorso un buon +3,1% sull’onda della riapertura delle economie, e quest’anno almeno finora siamo intorno al +5%, prendendo lo S&P 500 come principale unità di misura. Gli investitori si chiedono ovviamente se e quanto durerà e se magari per fine mese potremmo assistere a una rottura convinta della resistenza dello stesso S&P 500 a 4.300 punti, ormai a portata di mano, che potrebbe aprire la strada al ritorno del Toro.

RIMBALZO DEL 17% DA METÀ GIUGNO


Il muro di timori e incertezze è sempre lì. Secondo un sondaggio condotto da BofA tra fund manager USA, europei e asiatici il 5-10 agosto in cima alla lista resta l’inflazione, che ha probabilmente toccato il picco ma continuerà a richiedere aumenti dei tassi della Fed, seguita dalla recessione, o almeno dal rischio di una brusca frenata globale, e infine possibili shock sul mercato del credito. Di fatto però da metà giugno Wall Street ha messo a segno un netto rimbalzo che per lo S&P 500 si è cifrato in un +17%, anche se resta sotto del 10% da inizio anno, mentre il Nasdaq, che era sprofondato, è riuscito a uscire dal territorio dell’Orso più che dimezzando il calo di oltre il 30% subito fino a metà giugno.

IL RITORNO DEL RISCHIO


La domanda fondamentale sembra riguardare la propensione al rischio. Il WSJ è andato alla ricerca di indizi nel segmento dei ‘meme stock’ e degli investimenti legati alle criptovalute per scoprire che è stato una leva potente del rimbalzo, come mostra il grafico qui sotto di FactSet che mette a confronto questi titoli con lo S&P 500 dai minimi di giugno.



AZIONI MEME E TITOLI A LEVA


Sono le azioni ‘meme’ come AMC Entertainment e Bed Bath & Beyond, quelle legate alle criptovalute come Coinbase Global e gli strumenti a forte leva come gli ETF legati al Nasdaq, che avevano sofferto molto pesantemente nella prima parte dell’anno giocando un ruolo non marginale nell’impennata dell’avversione al rischio e al calo degli indici. Ovviamente un’inflazione americana che sembra iniziare a rallentare con la prospettiva di una Fed meno aggressiva di qui a fine anno sono un forte incentivo alla propensione al rischio, ma se non si aggiungono altri fattori, compresa qualche sostanziale schiarita sul fronte geopolitico e su quello interno americano, resta un incentivo ancora fragile e vulnerabile.

OFFERTA CONCENTRATA A WALL STREET


Poi c’è la Cina, sempre in mezzo al guado tra rallentamento e stimoli fiscali e monetari per far ripartire la crescita, con i big quotati che lasciano Wall Street per timori di strette regolatorie e ritorsioni legate alle crisi di Ucraina e Taiwan. Un altro fattore che restringe l’offerta di azioni sul New York Stock Exchange, già fortemente ridimensionata negli ultimi 25 anni, e sempre più limitata a titoli a stelle e strisce. Che vuol dire più cari rispetto agli omologhi europei causa anche il dollaro sempre molto forte. Ma all’investitore globale mancano le alternative, almeno fino a che l’Europa è stretta nella morsa del caro energia e materie prime causato dalla crisi ucraina.

STRADA MENO ACCIDENTATA, NON UNA PRATERIA


Di qui a fine anno la strada che si vede da questa metà di agosto è certamente meno accidentata rispetto a un paio di mesi fa, ma non è ancora una prateria in discesa che si apre al ritorno del Toro. Da due anni e mezzo i mercati hanno dovuto ballare sulle note delle ‘discese ardite’ e delle ‘risalite’ cantate da Lucio Battisti esattamente mezzo secolo fa. Una bella risalita di qui a fine anno, magari ad esplorare l’area 4.500-4.600 punti dello S&P 500 e provare a cavallo dell’anno l’attacco alla quota record a 4.800 potrebbe alla fine anche starci. Ma spingere lo sguardo più avanti nel medio termine resta molto difficile. Mercati e economie globali non possono reggersi solo sulle gambe dell’America e di Wall Street, e un movimento corale in questo momento non è all’orizzonte.

BOTTOM LINE


Il ritorno della propensione al rischio con il rally estivo di Wall Street è sicuramente una buona notizia ma riflette anche una propensione al mordi e fuggi più che una fiducia ben radicata nei fondamentali di economie e aziende. Il pavimento per una base solida si sta costruendo, la paura sta cedendo il passo alla voglia di guadagnare. Una manciata di titoli speculativi sta spingendo al rialzo, ma l’ampiezza del movimento resta limitata.

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