Focus sul valutario

Per Generali Investments il dollaro è caro ma a breve termine può salire ancora

A medio termine però si dovrebbero concretizzare le condizioni per un rimbalzo del cambio EUR/USD. La previsione a 12 mesi di Thomas Hempell (Generali Investments) è a quota 1,10

di Leo Campagna 23 Agosto 2022 11:53

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Il cambio EUR/USD è passato da 1,14 a inizio anno alla parità, raggiunta per la prima volta con l’euro in quasi 20 anni. Un trend favorevole al biglietto verde che prosegue la corsa soprattutto grazie alla propria forza e solo in secondo luogo per la debolezza della valuta europea. Da inizio anno, infatti, l’indice trade-weighted U.S. Dollar (che misura il valore della moneta statunitense rispetto ad altre valute mondiali) ha guadagnato quasi il 7%, mentre l’euro ha perso solo il 2,5%.

LA DIVERGENZA DELLA POLITICHE MONETARIE


“Il dollaro continuerà ad essere sostenuto dalla divergenza delle politiche monetarie” fa sapere Thomas Hempell, Head of Macro & Market Research di Generali Investments. Il suo riferimento è al divario tra una Federal Reserve che ha già alzato i tassi in modo aggressivo per contrastare l’inflazione e una Bce che ha appena cominciato. Certo, ammette Hempell, il biglietto verde ora è caro e sembra aver raggiunto livelli più estremi rispetto ai rendimenti relativi.

DOLLARO COME BENE RIFUGIO


Inoltre, la maggior parte delle altre principali banche centrali sta recuperando terreno nell'aumento dei tassi ad eccezione della Bank of Japan. Infine, non meno importante, le posizioni speculative net long in dollaro (posizionate cioè sul rialzo della divisa USA) sono cospicue, anche se non su livelli eccessivi. “Resta il fatto che è improbabile che le tensioni geopolitiche e le incertezze sui tassi si allentino presto: circostanze che confermano il dollaro come un bene rifugio” riferisce il manager di Generali Investments.

PREVISIONI CAMBIO EUR/USD A 1,10 A 12 MESI


Nel frattempo, mentre l'Europa deve affrontare una dura crisi energetica progettata dalla Russia, la caduta del governo riformista italiano guidato da Draghi sta facendo di nuovo pressione sui premi per il rischio dei Paesi periferici europei e, in particolare, dell’Italia. Alla luce di tutte queste considerazioni, Hempell non esclude una discesa del cambio EUR/USD temporaneamente al di sotto della parità, nonostante la valutazione già elevata del biglietto verde. “A medio termine si dovrebbero concretizzare le condizioni per un rimbalzo del cambio EUR/USD. Tali prospettive sembrano tuttavia oggi più remote rispetto a un mese fa, a causa del deterioramento delle previsioni per l'Europa. Riduciamo quindi la nostra previsione a 12 mesi dal precedente 1,13 a 1,10” specifica il manager di Generali Investments.

FRANCO SVIZZERO E STERLINA INGLESE


Sempre in ambito valutario, Hempell vede il franco svizzero capace di beneficiare ulteriormente a breve termine dell’atteggiamento della Banca Nazionale Svizzera, disposta a tollerare un EUR/CHF più basso per domare l'inflazione. “Tra le economie avanzate il compito più difficile spetta al Regno Unito. Il paese deve affrontare il dilemma della stagflazione in condizioni più sfavorevoli (successione di Johnson, resa dei conti circa il Northern Ireland Protocol con l'Ue) e una propensione al rischio degli investitori traballante. Un contesto che potrebbe determinare ribassi di una certa entità per la sterlina rispetto al dollaro, in minore misura rispetto all’euro dal momento che anche le prospettive Ue risultano altrettanto travagliate” conclude l’Head of Macro & Market Research di Generali Investments.

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