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Goldman Sachs Asset Management: investire in tecnologia resta una strategia vincente
L’investment officer Katie Koch e i portfolio manager Sung Cho e Brook Dane sottolineano come l’ambiente inflazionistico incoraggi gli investimenti tech, che restano un trend secolare e una strategia vincente
di Stefano Caratelli 31 Agosto 2022 10:36
L’inflazione incoraggia le aziende a investire in tecnologia perché consente di produrre di più con meno risorse e di risolvere i problemi delle strozzature e delle inefficienze. Per questo le società tecnologiche godono di un maggior potere di imposizione dei prezzi che consente di trasferire sui clienti i costi crescenti. In questo ambiente di investimento una gestione attiva è cruciale, dal momento che la maggior volatilità e l’incertezza dovrebbero condurre a una maggior dispersione a livello di singoli titoli azionari.
Sono le principali indicazioni di un’analisi di Goldman Sachs Asset Management dedicata alla ‘tecnologia disruptive’, un fattore sempre più rilevante per gli investitori, firmata dall’investment officer Katie Koch e dai portfolio manager Sung Cho e Brook Dane. I tre esperti di Goldman sottolineano che il pesante arretramento subito dai titoli tecnologici da inizio anno è stato guidato da fattori macro e dai tassi di interesse in rialzo, ma i fondamentali dei tech restano solidi e queste aziende restano ben posizionate per sovra-performare anche in un ambiente inflazionistico.
Secondo i tre esperti di Goldman Sachs Asset Management, la domanda di tecnologia innovativa non è ciclica, ma profondamente ‘secolare’, per cui le aziende continueranno a investire per aumentare efficienza e produttività, in alcuni settori e ambiti più che in altri, nel caso dei processi di automazione, come mostra il grafico qui sotto che illustra la propensione ad aumentare la produttività.
Ambiti più interessati dai processi di automazione e robotizzazione
L’analisi di Goldman Sachs AM stima che per la fine del decennio gli investimenti in tecnologia siano destinati a raddoppiare in termini di quota sul PIL. La destinazione di questi investimenti sarà prevalente il cloud e il software-as-a-service, con i CIO aziendali che stimano un aumento del 4,5% dei budget aziendali destinati alla tecnologia nel solo 2022, significativamente sopra la media a 10 anni del 4,1%. Inoltre, le aziende che riescono a completare la trasformazione digitale tendono a realizzare margini del 16% più elevati rispetto alla media dell’industria di riferimento.
TECNOLOGIA DISRUPTIVE
Sono le principali indicazioni di un’analisi di Goldman Sachs Asset Management dedicata alla ‘tecnologia disruptive’, un fattore sempre più rilevante per gli investitori, firmata dall’investment officer Katie Koch e dai portfolio manager Sung Cho e Brook Dane. I tre esperti di Goldman sottolineano che il pesante arretramento subito dai titoli tecnologici da inizio anno è stato guidato da fattori macro e dai tassi di interesse in rialzo, ma i fondamentali dei tech restano solidi e queste aziende restano ben posizionate per sovra-performare anche in un ambiente inflazionistico.
UNA DOMANDA NON CICLICA
Secondo i tre esperti di Goldman Sachs Asset Management, la domanda di tecnologia innovativa non è ciclica, ma profondamente ‘secolare’, per cui le aziende continueranno a investire per aumentare efficienza e produttività, in alcuni settori e ambiti più che in altri, nel caso dei processi di automazione, come mostra il grafico qui sotto che illustra la propensione ad aumentare la produttività.
Ambiti più interessati dai processi di automazione e robotizzazione
INVESTIMENTI DESTINATI A RADDOPPIARE
L’analisi di Goldman Sachs AM stima che per la fine del decennio gli investimenti in tecnologia siano destinati a raddoppiare in termini di quota sul PIL. La destinazione di questi investimenti sarà prevalente il cloud e il software-as-a-service, con i CIO aziendali che stimano un aumento del 4,5% dei budget aziendali destinati alla tecnologia nel solo 2022, significativamente sopra la media a 10 anni del 4,1%. Inoltre, le aziende che riescono a completare la trasformazione digitale tendono a realizzare margini del 16% più elevati rispetto alla media dell’industria di riferimento.