Outlook mensile
AllianzGI: composizione degli investimenti da rivedere in ottica anti-inflazione
Hans-Jörg Naumer, Director Global Capital Markets & Thematic Research sottolinea che con rendimenti nominali bassi e reali negativi è difficile difendere anche solo il potere di acquisto del capitale investito
di Stefano Caratelli 2 Settembre 2022 12:26
Mercati e economie sono alle soglie di una nuova era, che interessa tutto il mondo. Il quadro geopolitico globale sta mutando radicalmente. La de-globalizzazione prende piede. La popolazione mondiale aumenta ma invecchia e i tassi di crescita rallentano. I baby boomer vanno in pensione. Già dal 2013 le persone che lasciavano il mondo del lavoro nei Paesi industrializzati erano più di quelle che vi entrano. La forza lavoro diminuisce, come indicano anche i recenti dati sull’occupazione USA.
È il quadro di riferimento da cui parte l’outlook di settembre di Allianz Global Investors, a cura di Hans-Jörg Naumer, Director Global Capital Markets & Thematic Research, che sottolinea come l’inflazione, un fantasma che da tempo non faceva la sua comparsa è tornata in grande stile e costringe le banche centrali di tutto il mondo a intervenire, che lo vogliano o meno, di fronte all’indebolimento dei dati economici. La Fed e la Bce sono state sorprendentemente chiare sul fatto che la lotta all'inflazione ha precedenza persino sulla crescita.
La prima e sinora unica fase di tassi di interesse nominali negativi si è bruscamente conclusa e ora gli investitori devono fare i conti con rendimenti reali inferiori allo zero. E mentre i dati economici vengono passati al microscopio alla ricerca di tendenze recessive o persino di stagflazione, si va delineando secondo Naumer una nuova fase di crescita a lungo termine che ci traghetta verso la neutralità climatica: “una nuova era”.
Già da ora, secondo l’esperto di AllainzGI, si può distinguere chi sarà premiato e chi penalizzato dalla decarbonizzazione. Il conflitto in Ucraina e la crisi del gas rappresentano un catalizzatore per la transizione a un’economia mondiale neutrale in termini di emissioni, così come per la deglobalizzazione. Un trend già accelerato dalla digitalizzazione che rende più economico far lavorare robot sul suolo nazionale più che affidarlo a personale all’estero, e dalla fragilità delle filiere, e ora sostenuto anche da tensioni geopolitiche.
Tutto considerato, secondo Naumer l’inflazione sembra destinata a restare, ed è un’altra caratteristica della nuova era. Con rendimenti nominali bassi e reali negativi, “è difficile difendere anche solo il potere di acquisto del capitale investito” e senza rischiare un po’, ad esempio investendo in azioni, “non si va molto lontano”. In passato sono andate bene anche in presenza di inflazione, ma a rendimenti più elevati corrispondono anche rischi maggiori, che non sono certo diminuiti: l’economia rallenta, mentre le banche centrali lottano potrebbero continuare ad alzare i tassi, fatta eccezione per la Cina. Poi naturalmente c’è la geopolitica.
È arrivato il momento, sottolinea l’esperto di AllianzGI in conclusione, di rivedere la composizione degli investimenti a medio-lungo termine e posizionarsi sui segmenti che beneficiano della svolta in atto verso una nuova era.
INFLAZIONE TORNATA IN GRANDE STILE
È il quadro di riferimento da cui parte l’outlook di settembre di Allianz Global Investors, a cura di Hans-Jörg Naumer, Director Global Capital Markets & Thematic Research, che sottolinea come l’inflazione, un fantasma che da tempo non faceva la sua comparsa è tornata in grande stile e costringe le banche centrali di tutto il mondo a intervenire, che lo vogliano o meno, di fronte all’indebolimento dei dati economici. La Fed e la Bce sono state sorprendentemente chiare sul fatto che la lotta all'inflazione ha precedenza persino sulla crescita.
RENDIMENTI REALI ANCORA SOTTOZERO
La prima e sinora unica fase di tassi di interesse nominali negativi si è bruscamente conclusa e ora gli investitori devono fare i conti con rendimenti reali inferiori allo zero. E mentre i dati economici vengono passati al microscopio alla ricerca di tendenze recessive o persino di stagflazione, si va delineando secondo Naumer una nuova fase di crescita a lungo termine che ci traghetta verso la neutralità climatica: “una nuova era”.
VINCITORI E VINTI DELLA DECARBONIZZAZIONE
Già da ora, secondo l’esperto di AllainzGI, si può distinguere chi sarà premiato e chi penalizzato dalla decarbonizzazione. Il conflitto in Ucraina e la crisi del gas rappresentano un catalizzatore per la transizione a un’economia mondiale neutrale in termini di emissioni, così come per la deglobalizzazione. Un trend già accelerato dalla digitalizzazione che rende più economico far lavorare robot sul suolo nazionale più che affidarlo a personale all’estero, e dalla fragilità delle filiere, e ora sostenuto anche da tensioni geopolitiche.
DIFFICILE DIFENDERE IL CAPITALE INVESTITO
Tutto considerato, secondo Naumer l’inflazione sembra destinata a restare, ed è un’altra caratteristica della nuova era. Con rendimenti nominali bassi e reali negativi, “è difficile difendere anche solo il potere di acquisto del capitale investito” e senza rischiare un po’, ad esempio investendo in azioni, “non si va molto lontano”. In passato sono andate bene anche in presenza di inflazione, ma a rendimenti più elevati corrispondono anche rischi maggiori, che non sono certo diminuiti: l’economia rallenta, mentre le banche centrali lottano potrebbero continuare ad alzare i tassi, fatta eccezione per la Cina. Poi naturalmente c’è la geopolitica.
RIVEDERE LA COMPOSIZIONE DEGLI INVESTIMENTI
È arrivato il momento, sottolinea l’esperto di AllianzGI in conclusione, di rivedere la composizione degli investimenti a medio-lungo termine e posizionarsi sui segmenti che beneficiano della svolta in atto verso una nuova era.