Tassi d'interesse
La Bce pronta ad alzare aggressivamente i tassi ma la liquidità resta in eccesso
Axel Botte (Ostrum AM, affiliata di Natixis IM) analizza le principali problematiche che peseranno sulle decisioni della Bce: inflazione, costi dell’energia, ma soprattutto un eccesso di liquidità
di Leo Campagna 8 Settembre 2022 12:10
Oggi pomeriggio si riunisce la Banca Centrale Europea (BCE) e si conoscerà la decisione riguardo l’aumento dei tassi della zona euro Infatti non è in discussione se l’istituto di Francoforte incrementerà i saggi quanto piuttosto la loro entità. “È probabile che, con una mossa senza precedenti, la BCE aumenti i tassi di 75 punti base, (+0,75%), portando il tasso di rifinanziamento all'1,25% e quello di deposito allo 0,75%)” dichiara Axel Botte, Strategist, Ostrum AM, affiliata di Natixis IM.
Secondo il manager, mentre l'inflazione superiore al 9% rappresenta la principale preoccupazione della politica, la debolezza dell'euro e gli elevati costi delle importazioni di energia contribuiscono a spingere in direzione di un aumento dei tassi a breve termine. Inoltre, se i prezzi al consumo dovessero continuare a persistere non si possono escludere nuovi rialzi dei tassi anche nel 2023.
A luglio, l'annuncio del TPI (Transmission Protection Instrument), lo scudo anti-spread che si propone di mitigare i rischi relativi alla stabilità finanziaria nei Paesi della zona euro, ha offerto alla BCE un discreto margine di manovra per aumentare i tassi in maniera più rapida. Secondo Botte, dopo un aumento di 75 punti base, la BCE potrebbe rivedere nuovamente al rialzo i tassi di 50 punti base (+0,50%) sia ad ottobre che nella riunione di dicembre.
Lo strategist di Ostrum AM segnala inoltre che saranno riviste dalla BCE anche le previsioni di inflazione e quelle di crescita. “Le prime dovrebbero essere riviste probabilmente al rialzo mentre le aspettative di crescita dovrebbero essere rimodulate in calo per il 2023. In ogni caso, le previsioni più in discussione saranno quelle dell’inflazione al 2,1% per il 2024” spiega Botte.
Secondo il quale esiste un problema tecnico per la BCE: quello di gestire la scarsità di collateral e gli spread swap “esplosi”. Governi, banche ed altre entità finanziarie hanno liquidità in eccesso da prestare all’interno dei mercati repo. “L’istituto centrale potrebbe decidere di aumentare la remunerazione delle riserve presso la BCE (per lo più legata ai rifinanziamenti) o di prestare una quota maggiore del portafoglio di obbligazioni accumulato con i vari programmi di quantitative easing”, riferisce Botte.
Per lo strategist di Ostrum AM, quindi, con tanta liquidità in eccesso non è garantito che i tassi di interesse determinati dal mercato aumentino insieme ai tassi della BCE. “Tuttavia, è anche probabile che, prima di giungere ad un accordo sul modo migliore per affrontare il problema della scarsità di collateral, si susseguano lunghe discussioni e diverse riunioni” conclude Botte.
INFLAZIONE SUPERIORE AL 9%
Secondo il manager, mentre l'inflazione superiore al 9% rappresenta la principale preoccupazione della politica, la debolezza dell'euro e gli elevati costi delle importazioni di energia contribuiscono a spingere in direzione di un aumento dei tassi a breve termine. Inoltre, se i prezzi al consumo dovessero continuare a persistere non si possono escludere nuovi rialzi dei tassi anche nel 2023.
IL TPI (TRANSMISSION PROTECTION INSTRUMENT)
A luglio, l'annuncio del TPI (Transmission Protection Instrument), lo scudo anti-spread che si propone di mitigare i rischi relativi alla stabilità finanziaria nei Paesi della zona euro, ha offerto alla BCE un discreto margine di manovra per aumentare i tassi in maniera più rapida. Secondo Botte, dopo un aumento di 75 punti base, la BCE potrebbe rivedere nuovamente al rialzo i tassi di 50 punti base (+0,50%) sia ad ottobre che nella riunione di dicembre.
SARANNO RIVISTE LE PREVISIONI DI INFLAZIONE E DI CRESCITA
Lo strategist di Ostrum AM segnala inoltre che saranno riviste dalla BCE anche le previsioni di inflazione e quelle di crescita. “Le prime dovrebbero essere riviste probabilmente al rialzo mentre le aspettative di crescita dovrebbero essere rimodulate in calo per il 2023. In ogni caso, le previsioni più in discussione saranno quelle dell’inflazione al 2,1% per il 2024” spiega Botte.
UN PROBLEMA TECNICO PER LA BCE
Secondo il quale esiste un problema tecnico per la BCE: quello di gestire la scarsità di collateral e gli spread swap “esplosi”. Governi, banche ed altre entità finanziarie hanno liquidità in eccesso da prestare all’interno dei mercati repo. “L’istituto centrale potrebbe decidere di aumentare la remunerazione delle riserve presso la BCE (per lo più legata ai rifinanziamenti) o di prestare una quota maggiore del portafoglio di obbligazioni accumulato con i vari programmi di quantitative easing”, riferisce Botte.
TANTA LIQUIDITA’ IN ECCESSO
Per lo strategist di Ostrum AM, quindi, con tanta liquidità in eccesso non è garantito che i tassi di interesse determinati dal mercato aumentino insieme ai tassi della BCE. “Tuttavia, è anche probabile che, prima di giungere ad un accordo sul modo migliore per affrontare il problema della scarsità di collateral, si susseguano lunghe discussioni e diverse riunioni” conclude Botte.