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Pictet AM: mercati azionari vulnerabili, serve un rientro dell’inflazione

Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset e Marco Piersimoni, Senior Investment Manager, ritengono la recente correzione dovuta a tassi e inflazione, mentre  il deterioramento non ha ancora impattato gli utili

di Stefano Caratelli 16 Settembre 2022 19:00

financialounge -  Andrea Delitala Marco Piersimoni Pictet Asset Management
I mercati azionari restano vulnerabili. La recente correzione degli indici è riconducibile a un tema valutativo dovuto al rialzo dei tassi di interesse e ai toni severi delle banche centrali, mentre sul fronte utili è successo ben poco. Il deterioramento macro rischia di impattare negativamente gli utili, al momento ancora immuni, ma su cui, in uno scenario recessivo, è plausibile attendersi revisioni al ribasso. Il rientro del sentiero inflazionistico, una sorta di “catarsi inflazionistica” resta cruciale affinché il mercato trovi tranquillità dal punto di vista delle valutazioni.

QUANDO POWELL PARLAVA DI SOFT LANDING


Sono le conclusioni dell’analisi di Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset e Marco Piersimoni, Senior Investment Manager di Pictet AM, che partono dalle rassicurazioni in primavera del presidente della Fed Powell che parlava ancora di “soft landing”, mentre ad agosto la priorità diventava contrastare il rialzo dei prezzi a ogni costo, senza illudersi che il percorso restrittivo possa essere alleggerito o interrotto anzitempo.

PUNTI DI ARRIVO DI FED E BCE


I Futures sui Fed Funds si sono aggiustati alla comunicazione della Fed, prezzando un punto di arrivo sui tassi americani a ridosso del 4%. In Europa, i mercati monetari e le parti a breve delle curve obbligazionarie si sono adeguate rapidamente alle dichiarazioni della presidente Christine Lagarde, e il mercato prezza ora ulteriori rialzi da qui a fine anno nell’ordine di 125 punti base.

STIME DI CRESCITA INCERTE IN USA E UE


Stando ai dati correnti, secondo l’analisi di Delitala e Piersimoni, le stime di crescita da qui a fine anno rimangono comunque incerte, e al momento ci troviamo di fronte a una stima 2022 dell’1,7% negli Stati Uniti e del 2,8% in Eurozona, con prospettive più contenute dell’1,2 e dello 0,8% rispettivamente nel 2023.

INFLAZIONE CORE USA RESISTENTE


L’inflazione headline americana, ad agosto all’8,3%, è vista al 7,3% entro la fine di quest’anno, per poi ricominciare a calare nel corso del 2023 fino a un livello prossimo al 3,4%. Una notizia poco confortante, secondo i due esperti di Pictet AM, arriva dalla scomposizione del tasso core, dove il rialzo delle componenti più radicate viaggia attorno al 3,3%. Sul dato grava infatti la risalita violenta dei prezzi dei servizi, cresciuti anno su anno del 5,6%.

VERSO UN ALLENTAMENTO DELLA TENSIONE


Ad agosto, l’Europa ha registrato un’inflazione superiore a quella americana al 9,1%, dove il 65% dei fattori che compongono l’inflazione core sono legati a dati temporanei. Complessivamente, secondo Delitala e Piersimoni, gli scenari più estremi del perpetuarsi di una inflazione aggressiva stanno però venendo meno. Molti indicatori delle catene di approvvigionamento, come i tempi di consegna secondo l’indice ISM e gli indici del costo medio del trasporto marittimo, si confermano in attenuazione negli ultimi mesi.

PROBLEMI EUROPEI DI APPROVVIGIONAMENTO ENERGETICO


Nel settore energetico, a livello di stoccaggio l’Europa risulta al momento in anticipo agli obiettivi prefissati pari all’80% entro novembre o ai livelli degli anni precedenti nello stesso periodo. Ma, osservano in conclusione i due esperti di Pictet AM, qualora l’import russo di gas restasse a zero, importanti problemi di approvvigionamento potrebbero presentarsi a partire dall’inverno 2023.

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