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BlackRock riduce il rischio: credito meglio delle azioni

Il BlackRock Investment Institute spiega che i bond Investment Grade e Inflation Linked proteggono meglio dal rischio recessione. Scadenze lunghe dei Treasury da evitare, neutralità sui titoli di Stato europei

di Stefano Caratelli 20 Settembre 2022 19:00

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Il nuovo regime di volatilità macro sta mettendo radici con crescita più debole, inflazione persistente e mercati appunto volatili. Per questo, in termini di portafoglio complessivo, BlackRock resta ferma sulla visione tattica di preferenza per il credito rispetto all’azionario in considerazione del deterioramento del quadro macro. Il credito di elevata qualità consente di fronteggiare una recessione meglio delle azioni, mentre l’inflazione tenace richiede di evitare i titoli di Stato a scadenza più lunga, rendendo invece più attraenti i bond inflation-linked. Le scadenze più brevi dei titoli di Stato sembrano migliori perché il mercato sta prezzando politiche dei tassi troppo aggressive e sottostima il rischio recessione. I danni all’economia dei rialzi dei tassi e l’energy crunch in Europa alla fine indurranno le banche centrali a fermarsi, ma non così presto, data un’inflazione core persistentemente alta.

CRESCITA DEBOLE E INFLAZIONE TENACE


Sono le indicazioni del commento settimanale di mercato del BlackRock Investment Institute titolato a punto “Tenere la linea di riduzione nell’assunzione del rischio”, che riafferma la visione tattica della grande casa: il nuovo regime di volatilità macro si sta dispiegando con crescita più debole, inflazione persistente e mercati volatili, per cui viene mantenuta la linea di contenimento del rischio. Lo scenario di mercato registra l’arretramento dell’azionario USA e il forte rialzo dei rendimenti su rinnovato aumento dell’inflazione core. Secondo BlackRock l’inflazione resterà persistente e la Fed continuerà a stringere fin verso fine anno.

LE BANCHE CENTRALI PREFERISCONO IGNORARE I RISCHI


Questa settimana tutti gli occhi sono per le banche centrali, con la Fed e la Bank of England pronte ad alzare di nuovo i tassi, la prima secondo BlackRock di un altro 0,75% per la terza volta. Intanto l’attività delle imprese rallenta, l’inflazione continua a salire e le banche centrali rispondono con rialzi aggressivi dei tassi senza riconoscere pienamente il danno economico che implicano. Le attese di stretta monetaria sono aumentate ulteriormente da quando BlackRock a luglio ha abbassato il giudizio sull’azionario dei Paesi sviluppati, mentre i rischi di recessione non sono ancora valutati. Di qui la riaffermazione della linea di contenimento del rischio e di preferenza per il credito rispetto alle azioni, che BlackRock intende mantenere fino a che il rischio recessione non sarà correttamente prezzato.

MA STRETTE ECCESSIVE CAUSANO RECESSIONE


Mentre l’attività produttiva rallenta in USA e Europa, Fed e Bce sono pronte a strette aggressive, seguendo un approccio “whatever-it-takes” verso l’inflazione, il che suggerisce che potrebbero reagire in eccesso a sorprese al rialzo dell’inflazione ma non necessariamente a sorprese al ribasso. Per cui BlackRock si aspetta strette eccessive che causano recessione. La preferenza per il credito tiene anche conto della previsione che un ciclo importante di default sia improbabile. L’attesa di BlackRock resta per una recessione morbida in USA e più profonda in Europa.

LE VALUTAZIONI GIOCANO A FAVORE DEL CREDITO


Un fattore importante alla base della preferenza per il credito di alta qualità è costituito dalle valutazioni. Spread più ampi e rendimenti dei titoli di Stato supportano i ritorni attesi, mentre fondamentali di bilancio solidi implicano che l’Investment Grade può sostenere una recessione meglio delle azioni, soprattutto quello con scadenze più brevi, e anche meglio dell’High Yield.

LA STRETTA PREZZATA DELLA BCE È IRREALISTICA


BlackRock sottopesa invece i Treasury Usa perché vede rendimenti in rialzo sulle scadenze lunghe con gli investitori che chiedono un extra ritorno a compensazione del rischio di inflazione persistente e di quello legato al detenere importanti portafogli di titoli di Stato a lunga scadenza. Di qui la preferenza per le scadenze brevi e per i bond inflation-linked. Neutralità invece sui titoli di Stato europei, nella convinzione che la stretta della Bce prezzata dal mercato non sia realistica, date le prospettive di crescita deteriorate dalla crisi energetica.

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