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AllianzGI: azionario ipervenduto, possibile base per una ripresa degli asset a rischio
Il weekly outlook di Allianz Global Investors analizza come si è arrivati a una situazione critica sui mercati, segnalando il ritardo della Fed. In evidenza anche le difficoltà in UK, con l’Italia passata in secondo piano
di Stefano Caratelli 2 Ottobre 2022 10:00
L’inverno si avvicina e le prospettive per l’economia globale sono sempre meno rosee, le autorità economiche e monetarie hanno sottovalutato vigore e persistenza dell’inflazione, per cui la successiva svolta restrittiva delle banche centrali non è stata una sorpresa. Negli USA, i consistenti stimoli della pandemia sommati al cambiamento dei comportamenti dovuto al Covid, hanno creato prevedibili distorsioni e l’inflazione si è impennata anche per i costi delle abitazioni che costituiscono il 40% del paniere core, e dopo due anni e mezzo di QE della Fed i prezzi medi sono aumentati di ben il 39%. Le conseguenze degli errori negli investimenti rappresentano uno dei driver principali dell’inflazione negli USA e le autorità hanno difficoltà a risolvere il problema.
Lo sostiene nel weekly outlook di Allianz Global Investors Greg Meier, Director, Senior Economist, Global Economics & Strategy, secondo cui allo stesso tempo i timori una recessione in USA nella prima metà del 2022 si sono rivelati del tutto esagerati. La contrazione è oggettiva, ma si deve alle scorte volatili, ma che tendono a tornare alla media, e agli scambi con l’estero. La spesa al consumo, che rappresenta circa il 70% del PIL, è cresciuta per tutto il primo semestre per la grande solidità del mercato del lavoro e risparmi extra delle famiglie per circa 3.000 miliardi di dollari, e oggi, malgrado la decelerazione, questi fattori positivi non sono venuti meno.
Meier osserva che la situazione in Europa è più complessa, la guerra in Ucraina è una fonte di incertezza e non si escludono ulteriori escalation in ambito politico, economico e militare. Nel Regno Unito inoltre il piano fiscale del nuovo governo, più espansivo del previsto, ha fatto nascere forti interrogativi sulle prospettive di inflazione, maxi rialzi dei tassi della Bank of England e valore della sterlina. La recente vittoria elettorale della destra in Italia è invece quasi passata in secondo piano.
La prossima settimana a catalizzare l’attenzione degli investitori saranno i dati sull’occupazione USA, con rallentamento atteso della creazione di posti di lavoro, mentre in Europa gli occhi saranno per il PMI manifatturiero della Germania, i dati sui prezzi alla produzione e le vendite al dettaglio nell’Eurozona. Anche in Asia l’evento principale sarà il PMI, ma dei servizi, in Cina, che dovrebbe mostrare una decelerazione per i lockdown anti Covid e i problemi del mercato immobiliare.
Per quanto riguarda i mercati finanziari, la sottovalutazione della volatilità e gli effetti stagionali sfavorevoli hanno pesato sul contesto tecnico. Ma secondo Meier dopo le recenti perdite dovremmo essere prossimi a una situazione di ipervenduto di breve. Le allocazioni azionarie hanno evidenziato una profonda flessione, la liquidità è aumentata, le valutazioni prospettiche sono ora più convenienti e il pessimismo sulle Borse è ai massimi dal 2009 secondo la American Association of Individual Investors.
Da un lato è ancora necessario monitorare i principali fattori negativi, sottolinea in conclusione l’esperto di AllianzGI, ma dall’altro gli attuali trend tecnici potrebbero porre le basi per una ripresa degli asset rischiosi in presenza di effetti stagionali più favorevoli da qui a fine anno. Quanto ai rischi di ribasso, AllianzGI continua a ricercare segnali di “disorderly trading” o “capitolazione”, che però sinora non si sono manifestati.
ESAGERATI TIMORI DI RECESSIONE USA
Lo sostiene nel weekly outlook di Allianz Global Investors Greg Meier, Director, Senior Economist, Global Economics & Strategy, secondo cui allo stesso tempo i timori una recessione in USA nella prima metà del 2022 si sono rivelati del tutto esagerati. La contrazione è oggettiva, ma si deve alle scorte volatili, ma che tendono a tornare alla media, e agli scambi con l’estero. La spesa al consumo, che rappresenta circa il 70% del PIL, è cresciuta per tutto il primo semestre per la grande solidità del mercato del lavoro e risparmi extra delle famiglie per circa 3.000 miliardi di dollari, e oggi, malgrado la decelerazione, questi fattori positivi non sono venuti meno.
I PROBLEMI IN UK MANDANO L’ITALIA IN SECONDO PIANO
Meier osserva che la situazione in Europa è più complessa, la guerra in Ucraina è una fonte di incertezza e non si escludono ulteriori escalation in ambito politico, economico e militare. Nel Regno Unito inoltre il piano fiscale del nuovo governo, più espansivo del previsto, ha fatto nascere forti interrogativi sulle prospettive di inflazione, maxi rialzi dei tassi della Bank of England e valore della sterlina. La recente vittoria elettorale della destra in Italia è invece quasi passata in secondo piano.
IN ATTESA DI INDICAZIONI DAI DATI IN USA, UE E ASIA
La prossima settimana a catalizzare l’attenzione degli investitori saranno i dati sull’occupazione USA, con rallentamento atteso della creazione di posti di lavoro, mentre in Europa gli occhi saranno per il PMI manifatturiero della Germania, i dati sui prezzi alla produzione e le vendite al dettaglio nell’Eurozona. Anche in Asia l’evento principale sarà il PMI, ma dei servizi, in Cina, che dovrebbe mostrare una decelerazione per i lockdown anti Covid e i problemi del mercato immobiliare.
VICINI ALL’IPERVENDUTO NELL’AZIONARIO
Per quanto riguarda i mercati finanziari, la sottovalutazione della volatilità e gli effetti stagionali sfavorevoli hanno pesato sul contesto tecnico. Ma secondo Meier dopo le recenti perdite dovremmo essere prossimi a una situazione di ipervenduto di breve. Le allocazioni azionarie hanno evidenziato una profonda flessione, la liquidità è aumentata, le valutazioni prospettiche sono ora più convenienti e il pessimismo sulle Borse è ai massimi dal 2009 secondo la American Association of Individual Investors.
BASI DI RIPRESA PER GLI ASSET A RISCHIO
Da un lato è ancora necessario monitorare i principali fattori negativi, sottolinea in conclusione l’esperto di AllianzGI, ma dall’altro gli attuali trend tecnici potrebbero porre le basi per una ripresa degli asset rischiosi in presenza di effetti stagionali più favorevoli da qui a fine anno. Quanto ai rischi di ribasso, AllianzGI continua a ricercare segnali di “disorderly trading” o “capitolazione”, che però sinora non si sono manifestati.