La view
Mercati vicini al fondo e quindi occasione d’acquisto per gli investitori?
Sicuri che il mondo vada davvero verso una epocale recessione e sicuri che il dato mensile dell’inflazione dica tutto? I mercati finanziari potrebbero aver già scontato molto rispetto ai problemi in circolazione e questo potrebbe rappresentare opportunità per investimenti di lungo periodo
di Controredazione 13 Ottobre 2022 10:42
Premessa: nessuno ha la sfera di cristallo sui mercati. Nemmeno noi. Ma, mettendo insieme un po’ di cose, ci chiediamo: e se tutto questo catastrofismo in circolazione fosse ormai eccessivo, più “mediatico” che reale? In fondo, guardando i numeri, persino la recessione prospettata dall’FMI per il 2023 è limitata nelle percentuali. C’è il segno meno, ma poi non numeri da débacle nelle view per il prossimo anno, tipo quelli che abbiamo visto in certi momenti in piena emergenza Covid. La parola recessione fa comprensibilmente paura, ma va pesata nei numeri.
Certo, c’è l’inflazione. Ma anche in questo caso si strombazza continuamente il dato del mese. Perché è impressionante, fa notizia. Ma proviamo a guardare più la percentuale di variazione di mese in mese, dopo la fiammata registrata negli scorsi mesi. Perché questo esercizio ci fa capire la vera tendenza per il prossimo anno. Guardando così, le cose cambiano, soprattutto stanno cambiando. Aggiungiamo che questa inflazione è particolare, legata anche alle catene produttive in difficoltà dopo il Covid, insomma legata anche all’offerta, alla mancanza di prodotti, in diversi casi per il problema dei chip. E le banche centrali, che molti dipingono in grande difficoltà, restano decise a fare tutto il possibile per abbattere l’inflazione. Accettando anche costi indotti da una politica aggressiva di rialzo dei tassi. E i dati sul lavoro, sull’occupazione, non sono critici. E questo ha sua importanza per tenuta del sistema.
E poi c’è la guerra e l’emergenza gas. I prezzi del gas sul mercato di Amsterdam hanno subito oscillazioni molto legate alla speculazione. E, se si guardano i grafici, siamo molto sotto i picchi. In parte emergenza già rientrata. Con una Europa corsa a sostituire le forniture russe. E, certo non semplice, con una prospettiva di price cap. Comunque con possibili scenari di prezzi non più bollenti nei prossimi mesi. La Russia è sempre più all’angolo, di fatto abbandonata anche da Cina e India. Certo, c’è la minaccia atomica, ma se lì non si finirà come tutti si spera, l’Ucraina sta avanzando aiutata da un Occidente più che convinto nel sostenerla contro la criminale aggressione russa.
Si attendono negli Usa le trimestrali, gli utili societari. Ci saranno revisioni al ribasso. Fisiologico. Ma bisognerà vedere in che misura. Si potrebbe appunto andare non oltre il fisiologico. Le aziende americane hanno già mostrato altre volte resilienza. E poi nel complessivo quadro ci sono primi segnali di possibile rallentamento dell’immobiliare, che potrebbe essere fattore salutare per riportare in equilibrio il sistema. E persino la fuga dai bond, se uno poi ci ragiona da investitore di lungo periodo, può far pensare: magari a certi rendimenti sostanziosi di qualche obbligazione ci puoi fare un pensierino. E pure i bastonatissimi titoli tech a tendere, ragionando sul lungo periodo appunto, avranno benefici una volta che le banche centrali inizieranno ad allentare le politiche monetarie restrittive.
Cosa vogliamo dire, dunque? Semplice, che mettendo tutto insieme, certe view eccessivamente catastrofiste potrebbero tra un po’ risultare essere state eccessive, esagerate. Che forse potremmo non essere all’inizio di una grande e drammatica fase recessiva per il mondo intero. Certo, e sia chiaro, i problemi ci sono, sarebbe stupido negarlo! Ma il punto, per l’investitore, è cercare di capire bene quale può essere la dinamica e la dimensione prospettica di questi problemi. E soprattutto quanto i mercati finanziari abbiano già prezzato, scontato, il tutto. Perché, se molto è scontato, si potrebbe essere vicini a una zona di bottom. Che potrebbe essere pure lunga e complessa, ma, per chi ragiona con orizzonti di lungo termine, ci sono momenti in cui bisogna chiedersi se certi possibili prezzi di carico non siano una opportunità di investimento, accettando ovviamente tutti i rischi connessi.
RAGIONARE BENE SUL DATO DELL’INFLAZIONE
Certo, c’è l’inflazione. Ma anche in questo caso si strombazza continuamente il dato del mese. Perché è impressionante, fa notizia. Ma proviamo a guardare più la percentuale di variazione di mese in mese, dopo la fiammata registrata negli scorsi mesi. Perché questo esercizio ci fa capire la vera tendenza per il prossimo anno. Guardando così, le cose cambiano, soprattutto stanno cambiando. Aggiungiamo che questa inflazione è particolare, legata anche alle catene produttive in difficoltà dopo il Covid, insomma legata anche all’offerta, alla mancanza di prodotti, in diversi casi per il problema dei chip. E le banche centrali, che molti dipingono in grande difficoltà, restano decise a fare tutto il possibile per abbattere l’inflazione. Accettando anche costi indotti da una politica aggressiva di rialzo dei tassi. E i dati sul lavoro, sull’occupazione, non sono critici. E questo ha sua importanza per tenuta del sistema.
GUERRA, GAS E SPECULAZIONE
E poi c’è la guerra e l’emergenza gas. I prezzi del gas sul mercato di Amsterdam hanno subito oscillazioni molto legate alla speculazione. E, se si guardano i grafici, siamo molto sotto i picchi. In parte emergenza già rientrata. Con una Europa corsa a sostituire le forniture russe. E, certo non semplice, con una prospettiva di price cap. Comunque con possibili scenari di prezzi non più bollenti nei prossimi mesi. La Russia è sempre più all’angolo, di fatto abbandonata anche da Cina e India. Certo, c’è la minaccia atomica, ma se lì non si finirà come tutti si spera, l’Ucraina sta avanzando aiutata da un Occidente più che convinto nel sostenerla contro la criminale aggressione russa.
E SE GLI UTILI NON FOSSERO DISASTROSI?
Si attendono negli Usa le trimestrali, gli utili societari. Ci saranno revisioni al ribasso. Fisiologico. Ma bisognerà vedere in che misura. Si potrebbe appunto andare non oltre il fisiologico. Le aziende americane hanno già mostrato altre volte resilienza. E poi nel complessivo quadro ci sono primi segnali di possibile rallentamento dell’immobiliare, che potrebbe essere fattore salutare per riportare in equilibrio il sistema. E persino la fuga dai bond, se uno poi ci ragiona da investitore di lungo periodo, può far pensare: magari a certi rendimenti sostanziosi di qualche obbligazione ci puoi fare un pensierino. E pure i bastonatissimi titoli tech a tendere, ragionando sul lungo periodo appunto, avranno benefici una volta che le banche centrali inizieranno ad allentare le politiche monetarie restrittive.
FORSE PIU’ BOTTOM CHE BARATRO?
Cosa vogliamo dire, dunque? Semplice, che mettendo tutto insieme, certe view eccessivamente catastrofiste potrebbero tra un po’ risultare essere state eccessive, esagerate. Che forse potremmo non essere all’inizio di una grande e drammatica fase recessiva per il mondo intero. Certo, e sia chiaro, i problemi ci sono, sarebbe stupido negarlo! Ma il punto, per l’investitore, è cercare di capire bene quale può essere la dinamica e la dimensione prospettica di questi problemi. E soprattutto quanto i mercati finanziari abbiano già prezzato, scontato, il tutto. Perché, se molto è scontato, si potrebbe essere vicini a una zona di bottom. Che potrebbe essere pure lunga e complessa, ma, per chi ragiona con orizzonti di lungo termine, ci sono momenti in cui bisogna chiedersi se certi possibili prezzi di carico non siano una opportunità di investimento, accettando ovviamente tutti i rischi connessi.
Trending