Corsa aperta
Il Metaverso non sarà di Meta
Finora nello sviluppo del nuovo progetto di Mark Zuckerberg sembrano esserci più ombre che luci. La sfida di passare da Facebook al mondo virtuale sta già fallendo in partenza? E forse meglio che il futuro Metaverso non sia dominato da Zuckerberg, come successo con i social
di Controredazione 19 Ottobre 2022 12:02
Il futuro del web si chiama Metaverso, chi lo snobba rischia di fare un grosso errore. Ma il futuro del Metaverso non si chiamerà per forza Meta. Grazie alla sua dimensione fortemente immersiva, il Metaverso è la naturale evoluzione del web per come lo conosciamo ora. Ma la strada per arrivarci e per giocare un ruolo da protagonista è tutt'altro che semplice e i big che hanno grandi ambizioni in questo senso devono saper concretizzare le loro visioni, non bastano gli slogan o qualche video promozionale.
Mark Zuckerberg è stato tra i primi a intuire le potenzialità del Metaverso. Ma arrivare per primi e piazzare la bandierina non significa conquistare un nuovo mondo. Per farlo servono i contenuti. Anche perché, peraltro è il sospetto di molti, il tuffo a bomba nel Metaverso da parte del buon Mark è stato forse velocizzato dai guai di Facebook. Calo di utenti, TikTok che bussa alla porta, la percezione di essere ormai solo il social network dei boomer. Questi sono solo alcuni dei problemi di Facebook, senza dimenticare quelli legati alla privacy degli utenti.
Parafrasando il termine utilizzato in finanza per descrivere le operazioni di sostenibilità di facciata delle aziende, nel caso di Facebook si può parlare di "metawashing" al posto di "greenwashing"? Una bella spruzzata di Metaverso e tutto torna meglio di prima. Per carità, ai mercati le belle storie piacciono. Ma l'innamoramento dura per un certo periodo, poi chi mette i soldi vuole vedere l'avanzamento dei lavori e i primi risultati. E finora da Meta ne sono arrivati pochi. Simpatico il video con l'avatar di Zuck che legge il temino su quanto sarà bello incontrarsi nel Metaverso. Ma gli investitori cercano ben altro.
Anche perché la concorrenza va di fretta, e nonostante i problemi di una tecnologia ancora tutta da scoprire nomi come Decentraland e Sandbox sembrano avere già un passo diverso, loro stanno tirando la volata, non Meta. Per non parlare di Roblox, che ha stretto un accordo con Fifa in occasione dei Mondiali di calcio per popolare il suo Metaverso della cosa che alla fine interessa di più agli utenti: i contenuti. Horizon, la piattaforma di Meta, fa ancora tantissima fatica, come dimostrano i documenti interni della società svelati dal Wall Street Journal in questi giorni.
Le previsioni riguardanti il numero di utenti giornalieri sono state tagliate e l'avatar di Zuck rischia così di trovarsi con pochi intimi su Horizon. Il fondatore di Facebook ha forse già capito il rischio che corre. E forse proprio per questo è corso a offrire un accordo a Microsoft, per avere le app di Microsoft nel suo mondo virtuale. Anche perché altri big del mondo tech, come Apple, fanno paura a Zuckerberg, lo ha dimostrato con una sua frecciatina parlando della necessità di un "Metaverso aperto". Insomma, finora nel Metaverso di Meta ci sono più meta-ombre che meta-luci. È vero, come dicono oggi alcuni manager di Meta, che dieci anni fa l'internet tutto mobile come lo conosciamo oggi non esisteva, e potrebbe succedere lo stesso con il Metaverso. Ma per vincere questa nuova corsa servono numeri e fatti. Il Metaverso dunque potrebbe non essere di Meta. E forse meglio che il nuovo mondo digitale non sia dominato da Zuckerberg, come successo con quello dei social network.
I PROBLEMI DI FACEBOOK
Mark Zuckerberg è stato tra i primi a intuire le potenzialità del Metaverso. Ma arrivare per primi e piazzare la bandierina non significa conquistare un nuovo mondo. Per farlo servono i contenuti. Anche perché, peraltro è il sospetto di molti, il tuffo a bomba nel Metaverso da parte del buon Mark è stato forse velocizzato dai guai di Facebook. Calo di utenti, TikTok che bussa alla porta, la percezione di essere ormai solo il social network dei boomer. Questi sono solo alcuni dei problemi di Facebook, senza dimenticare quelli legati alla privacy degli utenti.
IL META-WASHING NON BASTA
Parafrasando il termine utilizzato in finanza per descrivere le operazioni di sostenibilità di facciata delle aziende, nel caso di Facebook si può parlare di "metawashing" al posto di "greenwashing"? Una bella spruzzata di Metaverso e tutto torna meglio di prima. Per carità, ai mercati le belle storie piacciono. Ma l'innamoramento dura per un certo periodo, poi chi mette i soldi vuole vedere l'avanzamento dei lavori e i primi risultati. E finora da Meta ne sono arrivati pochi. Simpatico il video con l'avatar di Zuck che legge il temino su quanto sarà bello incontrarsi nel Metaverso. Ma gli investitori cercano ben altro.
LA SFIDA DEI CONTENUTI
Anche perché la concorrenza va di fretta, e nonostante i problemi di una tecnologia ancora tutta da scoprire nomi come Decentraland e Sandbox sembrano avere già un passo diverso, loro stanno tirando la volata, non Meta. Per non parlare di Roblox, che ha stretto un accordo con Fifa in occasione dei Mondiali di calcio per popolare il suo Metaverso della cosa che alla fine interessa di più agli utenti: i contenuti. Horizon, la piattaforma di Meta, fa ancora tantissima fatica, come dimostrano i documenti interni della società svelati dal Wall Street Journal in questi giorni.
META NON DECOLLA?
Le previsioni riguardanti il numero di utenti giornalieri sono state tagliate e l'avatar di Zuck rischia così di trovarsi con pochi intimi su Horizon. Il fondatore di Facebook ha forse già capito il rischio che corre. E forse proprio per questo è corso a offrire un accordo a Microsoft, per avere le app di Microsoft nel suo mondo virtuale. Anche perché altri big del mondo tech, come Apple, fanno paura a Zuckerberg, lo ha dimostrato con una sua frecciatina parlando della necessità di un "Metaverso aperto". Insomma, finora nel Metaverso di Meta ci sono più meta-ombre che meta-luci. È vero, come dicono oggi alcuni manager di Meta, che dieci anni fa l'internet tutto mobile come lo conosciamo oggi non esisteva, e potrebbe succedere lo stesso con il Metaverso. Ma per vincere questa nuova corsa servono numeri e fatti. Il Metaverso dunque potrebbe non essere di Meta. E forse meglio che il nuovo mondo digitale non sia dominato da Zuckerberg, come successo con quello dei social network.
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