Obbligazioni
AB: obbligazioni corporate in sterline diventate interessanti dopo le vendite forzate
John Taylor, Director Global Multi-Sector di AllianceBernstein, sottolinea che con il sell-off dell’intero mercato in sterline, due categorie di corporate bond appaiono particolarmente interessanti
di Stefano Caratelli 28 Ottobre 2022 14:23
Le obbligazioni corporate in sterline sono diventate molto economiche in termini di prezzo rispetto alla media storica. Gli spread rispetto ai gilt, i titoli di Stato britannici, si collocano sui livelli più elevati dall'inizio della pandemia di COVID-19, e rispetto alle obbligazioni corporate in dollari sono i più ampi degli ultimi anni. Di recente i prezzi delle obbligazioni britanniche sono crollati, dopo che il netto sell-off dei gilt) è stato aggravato dalle vendite forzate dai fondi pensione britannici in crisi. Dall’inizio dell’anno, i segmenti del mercato dei gilt più duramente colpiti hanno ceduto 15 anni di utili. Hanno perso molto terreno anche le obbligazioni corporate in sterline, ora molto economiche rispetto alla media storica.
AllianceBernstein, in un commento sulle vendite che hanno investito le obbligazioni corporate in sterline firmato da John Taylor, Director Global Multi-Sector, sottolinea che con il sell-off dell’intero mercato denominato in sterline, due categorie di obbligazioni corporate appaiono particolarmente interessanti: le obbligazioni di emittenti statunitensi con operazioni globali, meno sensibili alle prospettive di crescita del Regno Unito e dell’Europa, e le emissioni di aziende di settori meno ciclici, meglio posizionate per affrontare le oscillazioni economiche.
Gli spread delle obbligazioni in sterline sono molto ampi e ad avviso dell’esperto di AllianceBernstein sono già arrivati al massimo. Per ora le vendite forzate proseguono, perché i fondi pensione britannici a prestazione definita non riescono a soddisfare le richieste di margine sulle strategie di copertura dei tassi di interesse tramite leva finanziaria istituite nell’ambito di programmi di liability-driven investing.
Questi fondi pensione non sono riusciti a raccogliere garanzie in contanti, soprattutto perché le partecipazioni sui mercati privati e gli immobili non possono essere liquidate tempestivamente, e questo ha esacerbato la pressione alla vendita degli asset cedibili dei fondi pensione, nello specifico gilt e titoli di credito britannici. Ma secondo Taylor i mercati obbligazionari britannici sono destinati a stabilizzarsi. Il governo di Londra ha già compiuto una sostanziale marcia indietro sui tagli fiscali non finanziati che avevano messo in dubbio la stabilità finanziaria del Paese.
Inoltre, Bank of England ha agito prontamente, mettendo temporaneamente in pausa il suo programma di irrigidimento quantitativo per agire da acquirente di ultima istanza per i fondi pensione in crisi. Il messaggio del governatore della Banca Andrew Bailey è stato chiaro: gli amministratori fiduciari hanno poco tempo per mettere in ordine le loro strategie e il programma di supporto della banca è stato tempestivamente interrotto la scorsa settimana. Le vendite forzate dovrebbero dunque concludersi, e si vedono già i primi segnali di stabilità sul tratto a più lungo termine del mercato del credito.
Si stima che le perdite correlate alle vendite a carico dei fondi pensione britannici dovute alla crisi abbiano totalizzato 150 miliardi di sterline. Una cifra notevole, rileva Taylor, che tuttavia sottolinea l’ampiezza dell’opportunità per gli acquirenti all’estremo opposto del trade.
INTERESSANTI EMITTENTI USA E CICLICI
AllianceBernstein, in un commento sulle vendite che hanno investito le obbligazioni corporate in sterline firmato da John Taylor, Director Global Multi-Sector, sottolinea che con il sell-off dell’intero mercato denominato in sterline, due categorie di obbligazioni corporate appaiono particolarmente interessanti: le obbligazioni di emittenti statunitensi con operazioni globali, meno sensibili alle prospettive di crescita del Regno Unito e dell’Europa, e le emissioni di aziende di settori meno ciclici, meglio posizionate per affrontare le oscillazioni economiche.
SPREAD ARRIVATI AL MASSIMO
Gli spread delle obbligazioni in sterline sono molto ampi e ad avviso dell’esperto di AllianceBernstein sono già arrivati al massimo. Per ora le vendite forzate proseguono, perché i fondi pensione britannici a prestazione definita non riescono a soddisfare le richieste di margine sulle strategie di copertura dei tassi di interesse tramite leva finanziaria istituite nell’ambito di programmi di liability-driven investing.
MERCATI DESTINATI A STABILIZZARSI
Questi fondi pensione non sono riusciti a raccogliere garanzie in contanti, soprattutto perché le partecipazioni sui mercati privati e gli immobili non possono essere liquidate tempestivamente, e questo ha esacerbato la pressione alla vendita degli asset cedibili dei fondi pensione, nello specifico gilt e titoli di credito britannici. Ma secondo Taylor i mercati obbligazionari britannici sono destinati a stabilizzarsi. Il governo di Londra ha già compiuto una sostanziale marcia indietro sui tagli fiscali non finanziati che avevano messo in dubbio la stabilità finanziaria del Paese.
LA PROTEZIONE DI BANK OF ENGLAND
Inoltre, Bank of England ha agito prontamente, mettendo temporaneamente in pausa il suo programma di irrigidimento quantitativo per agire da acquirente di ultima istanza per i fondi pensione in crisi. Il messaggio del governatore della Banca Andrew Bailey è stato chiaro: gli amministratori fiduciari hanno poco tempo per mettere in ordine le loro strategie e il programma di supporto della banca è stato tempestivamente interrotto la scorsa settimana. Le vendite forzate dovrebbero dunque concludersi, e si vedono già i primi segnali di stabilità sul tratto a più lungo termine del mercato del credito.
AMPIE OPPORTUNITÀ DI ACQUISTO
Si stima che le perdite correlate alle vendite a carico dei fondi pensione britannici dovute alla crisi abbiano totalizzato 150 miliardi di sterline. Una cifra notevole, rileva Taylor, che tuttavia sottolinea l’ampiezza dell’opportunità per gli acquirenti all’estremo opposto del trade.