Investimenti ESG
T. Rowe Price: “Carota o bastone, il diverso approccio di Ue e Usa agli investimenti green”
Gli Stati Uniti si stanno posizionando come un’area interessante per gli investimenti green e questo è in gran parte determinato dall’impatto dell’Inflation Reduction Act (IRA)
di Francesco Rapetti 31 Ottobre 2022 17:00
L’analisi realizzata da Véronique Chapplow, ESG Investment Specialist, T. Rowe Price, inizia con un focus su l’IRA che ha introdotto (o esteso) i crediti d’imposta a numerose tecnologie rinnovabili – ad esempio, l’eolico, il solare, l’idrogeno e la cattura e lo stoccaggio del carbonio.
Il disegno di legge estende per 10 anni il ben noto credito d’imposta sulla produzione e il credito d’imposta sugli investimenti, ampliando al contempo l’accesso ad una serie di nuove tecnologie come l’idrogeno, il nucleare e lo stoccaggio; inoltre, esso introduce anche un nuovo modo di monetizzare gli asset fiscali, in modo simile al pagamento diretto, che dovrebbe consentire alle imprese di costruire infrastrutture per le energie rinnovabili senza l’onere di ricorrere al finanziamento con capitale fiscale. Infine, introduce anche una serie di nuovi crediti incentrati sulla produzione negli Stati Uniti, volti a rivitalizzare l’estrazione di minerali critici, la produzione di energia solare e la produzione di batterie per veicoli elettrici.
"Sebbene l’Ue sia ampiamente considerata leader nell’azione per il clima, i finanziamenti e gli incentivi che saranno resi disponibili attraverso l’IRA sembrano attualmente superiori a quelli disponibili nell’Unione Europea. Le aziende hanno chiaramente evidenziato che gli investimenti dovrebbero confluire dove sono disponibili i migliori finanziamenti, i migliori incentivi e i migliori rendimenti", spiega Véronique Chapplow. Le reazioni di settori come quelli dell’idrogeno e delle energie rinnovabili, insieme agli annunci concreti di investimenti da parte dei produttori di batterie per veicoli elettrici, rafforzano la validità di questa tesi.
Secondo alcune stime, l’IRA potrebbe raddoppiare il tasso di penetrazione dei veicoli elettrici previsto per il 2025 dal 10% al 20%. Se a ciò si aggiunge la legge CHIPS (Creating Helpful Incentives to Produce Semiconductors, che si concentra sui semiconduttori e sulle tecnologie innovative), si potrebbe assistere ad un aumento sostenibile delle spese in conto capitale negli Stati Uniti. Quasi tutti questi incentivi governativi sono progettati per durare un decennio e dovrebbero incoraggiare un nuovo ciclo di investimenti.
Un messaggio coerente da parte dell’industria è che le autorizzazioni rimangono un ostacolo importante, soprattutto in Europa. La transizione energetica richiederà un’enorme quantità di investimenti in tecnologie ed infrastrutture nuove ed esistenti. "Allo stato attuale - specifica Véronique Chapplow - gli operatori del settore lamentano l’eccessiva lentezza del processo di rilascio dei permessi; i problemi riguardano la necessità di soddisfare le esigenze di vari gruppi di comunità, le complesse negoziazioni tra governo federale, statale e locale e le problematiche legate alla biodiversità. Le autorizzazioni sono da tempo un problema per i progetti infrastrutturali e industriali e le tecnologie pulite non sono da meno".
Sebbene l’IRA rappresenti un chiaro sostegno per le aziende che fanno leva sulla transizione verso le energie rinnovabili, potrebbero essere necessarie ulteriori misure politiche e normative per consentire a queste aziende di decollare davvero. Le autorità di regolamentazione sono in ritardo rispetto all’industria, il che non è specifico della transizione energetica. In alcuni casi, non sembrano apprezzare la portata della sfida della decarbonizzazione. Ma soprattutto, per funzionare, le tecnologie pulite hanno bisogno di quadri normativi e incentivi adeguati e i governi devono contribuire a finanziare le infrastrutture critiche necessarie a sostenere la transizione energetica.
A livello globale, l’Europa è chiaramente all’avanguardia per quanto riguarda la regolamentazione ESG e l’azione per il clima. Un esempio è la definizione di standard per la disclosure. "Tuttavia, la legislazione europea è più orientata verso l’approccio del bastone, mentre gli Stati Uniti optano per l’opzione della carota. Per gli investitori, sembra che il potenziale di flusso di investimenti a breve termine sia maggiore negli Stati Uniti ed è possibile che le aziende internazionali scelgano gli Stati Uniti rispetto all’Europa per l’apertura di stabilimenti/progetti a causa dei migliori incentivi. Il modo in cui la transizione green degli Stati Uniti prenderà piede e si discosterà dall’Europa potrebbe influenzare in modo significativo i flussi di investimento", conclude Véronique Chapplow.
IL QUADRO NORMATIVO
Il disegno di legge estende per 10 anni il ben noto credito d’imposta sulla produzione e il credito d’imposta sugli investimenti, ampliando al contempo l’accesso ad una serie di nuove tecnologie come l’idrogeno, il nucleare e lo stoccaggio; inoltre, esso introduce anche un nuovo modo di monetizzare gli asset fiscali, in modo simile al pagamento diretto, che dovrebbe consentire alle imprese di costruire infrastrutture per le energie rinnovabili senza l’onere di ricorrere al finanziamento con capitale fiscale. Infine, introduce anche una serie di nuovi crediti incentrati sulla produzione negli Stati Uniti, volti a rivitalizzare l’estrazione di minerali critici, la produzione di energia solare e la produzione di batterie per veicoli elettrici.
FINANZIAMENTI UE INFERIORI A QUELLI USA
"Sebbene l’Ue sia ampiamente considerata leader nell’azione per il clima, i finanziamenti e gli incentivi che saranno resi disponibili attraverso l’IRA sembrano attualmente superiori a quelli disponibili nell’Unione Europea. Le aziende hanno chiaramente evidenziato che gli investimenti dovrebbero confluire dove sono disponibili i migliori finanziamenti, i migliori incentivi e i migliori rendimenti", spiega Véronique Chapplow. Le reazioni di settori come quelli dell’idrogeno e delle energie rinnovabili, insieme agli annunci concreti di investimenti da parte dei produttori di batterie per veicoli elettrici, rafforzano la validità di questa tesi.
INCENTIVI GOVERNATIVI PER DURARE 10 ANNI
Secondo alcune stime, l’IRA potrebbe raddoppiare il tasso di penetrazione dei veicoli elettrici previsto per il 2025 dal 10% al 20%. Se a ciò si aggiunge la legge CHIPS (Creating Helpful Incentives to Produce Semiconductors, che si concentra sui semiconduttori e sulle tecnologie innovative), si potrebbe assistere ad un aumento sostenibile delle spese in conto capitale negli Stati Uniti. Quasi tutti questi incentivi governativi sono progettati per durare un decennio e dovrebbero incoraggiare un nuovo ciclo di investimenti.
L’OSTACOLO DELLE AUTORIZZAZIONI
Un messaggio coerente da parte dell’industria è che le autorizzazioni rimangono un ostacolo importante, soprattutto in Europa. La transizione energetica richiederà un’enorme quantità di investimenti in tecnologie ed infrastrutture nuove ed esistenti. "Allo stato attuale - specifica Véronique Chapplow - gli operatori del settore lamentano l’eccessiva lentezza del processo di rilascio dei permessi; i problemi riguardano la necessità di soddisfare le esigenze di vari gruppi di comunità, le complesse negoziazioni tra governo federale, statale e locale e le problematiche legate alla biodiversità. Le autorizzazioni sono da tempo un problema per i progetti infrastrutturali e industriali e le tecnologie pulite non sono da meno".
LA NECESSITÀ DI ULTERIORI POLITICHE E NORMATIVE
Sebbene l’IRA rappresenti un chiaro sostegno per le aziende che fanno leva sulla transizione verso le energie rinnovabili, potrebbero essere necessarie ulteriori misure politiche e normative per consentire a queste aziende di decollare davvero. Le autorità di regolamentazione sono in ritardo rispetto all’industria, il che non è specifico della transizione energetica. In alcuni casi, non sembrano apprezzare la portata della sfida della decarbonizzazione. Ma soprattutto, per funzionare, le tecnologie pulite hanno bisogno di quadri normativi e incentivi adeguati e i governi devono contribuire a finanziare le infrastrutture critiche necessarie a sostenere la transizione energetica.
USA MAGGIORMENTE ATTRATTIVI DI INVESTIMENTI
A livello globale, l’Europa è chiaramente all’avanguardia per quanto riguarda la regolamentazione ESG e l’azione per il clima. Un esempio è la definizione di standard per la disclosure. "Tuttavia, la legislazione europea è più orientata verso l’approccio del bastone, mentre gli Stati Uniti optano per l’opzione della carota. Per gli investitori, sembra che il potenziale di flusso di investimenti a breve termine sia maggiore negli Stati Uniti ed è possibile che le aziende internazionali scelgano gli Stati Uniti rispetto all’Europa per l’apertura di stabilimenti/progetti a causa dei migliori incentivi. Il modo in cui la transizione green degli Stati Uniti prenderà piede e si discosterà dall’Europa potrebbe influenzare in modo significativo i flussi di investimento", conclude Véronique Chapplow.
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