Politica monetaria

Inflazione e banche centrali: GAM spiega cosa aspettarsi da Usa, UK e Giappone

Adrian Owens, Investment Director Global Macro e Currency Fixed Income di GAM Investments prevede che la Fed alzerà fino a poco sotto il 5% ma è probabile che da dicembre inizi a discutere di minor aggressività

di Stefano Caratelli 1 Novembre 2022 11:00

financialounge -  Adrian Owens banche centrali GAM
Negli ultimi tre mesi i rendimenti dei Treasury USA sono aumentati costantemente, secondo Deutsche Bank segnando 12 rialzi settimanali consecutivi, il periodo più lungo da quando Paul Volcker guidava la Fed a metà degli anni Ottanta. Ora i mercati ritengono che la Fed aumenterà i tassi fino a poco meno del 5% entro maggio 2023, poi il consenso scommette su una riduzione molto graduale, un cambiamento significativo rispetto alla precedente previsione che i tassi sarebbero saliti e poi scesi rapidamente. GAM Investments è sempre stata dell'idea che l'inflazione non scomparire e come investitore, riconosce che il mercato sta valutando un inasprimento maggiore e più duraturo.

FED INIZIERÀ A DISCUTERE DI MINOR AGGRESSIVITÀ


Adrian Owens, Investment Director Global Macro e Currency Fixed Income di GAM Investments, fa il punto sulle aspettative di inflazione e le future decisioni di politica monetaria in USA, Giappone e UK, sottolineando che mercati e investitori sono costantemente alla ricerca di una svolta nel ciclo e di un segnale per ricominciare ad acquistare le asset class tradizionali, ma non crede di essere ancora a quel punto. La Fed probabilmente aumenterà di 75 punti base il 2 novembre, ma è probabile che inizi a discutere della possibilità di essere meno aggressiva a dicembre.

MERCATO DEL LAVORO USA ANCORA MOLTO SOLIDO


Secondo Owens appare logico sotto più punti di vista: le condizioni finanziarie si sono notevolmente inasprite, le azioni hanno ripiegato, i tassi dei mutui sono aumentati e gli indicatori economici suggeriscono che il mercato immobiliare USA si indebolirà. Ma serve tempo per avere un impatto sull'economia, ricordando che il principale motore dei consumi sono i salari, e il mercato del lavoro USA rimane molto solido. L'ultimo rapporto JOLTS mostra che il numero di posti vacanti non è così alto come prima, ma secondo Owens c’è ancora molto spazio.

INFLAZIONE VICINA AL PICCO MA NON ANCORA IL DATO CORE


Finché la situazione rimarrà questa, è probabile che i salari rimarranno fermi e i consumi rimarranno ragionevolmente robusti, con l'inflazione core, vale a dire esclusi alimentari e energia, almeno per i prossimi mesi dovrebbe salire, secondo l’esperto di GAM. Il dato complessivo invece potrebbe aver già raggiunto il picco, per cui nei prossimi mesi ci troveremo probabilmente in una terra di nessuno, con i mercati più concentrati sull'inflazione globale ormai al picco.

BANCA DEL GIAPPONE UNICA A RESISTERE


Fuori dagli USA, anche il Giappone è stato al centro dell'attenzione per la debolezza dello yen. La Bank of Japan rimane l'unica che si rifiuta di alzare i tassi e finché terrà la posizione lo yen rimarrà sotto pressione. L'inflazione in Giappone ha raggiunto il 3% circa, per cui continua a crescere la pressione sulla BoJ perché rinunci a controllare la curva dei rendimenti. Per quanto riguarda il Regno Unito, secondo Owens è meglio focalizzarsi sulla sterlina tenendo conto che il dollaro è forte rispetto a tutte le valute, mentre contro euro non si è mossa di molto.

CAMBIO DI SCENARIO IN GRAN BRETAGNA


Data la riluttanza della Banca d'Inghilterra ad aumentare i tassi, il contesto prefigurava una debolezza dei rendimenti, ma il nuovo Primo Ministro Rishi Sunak ha riconosciuto che l'inflazione è il problema principale e le sue politiche saranno probabilmente più restrittive in termini di crescita economica. Sunak si assicurerà che il Regno Unito disponga di finanziamenti a medio termine, il che è positivo, ma secondo l’esperto di GAM è probabile che il mercato resti consapevole del fatto che le elezioni generali potrebbero non essere troppo lontane.

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