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Banche centrali ancora restrittive, BlackRock sottopesa i bond dei mercati sviluppati

Nel commento settimanale, la grande casa ritiene eccessivamente restrittiva la politica monetaria su cui sono avviate Fed, Bce e altre banche centrali, con un rischio recessione non ancora del tutto prezzato

di Stefano Caratelli 2 Novembre 2022 11:11

financialounge -  banche centrali BlackRock Investment Institute inflazione
Sono in arrivo ulteriori rialzi dei tassi delle banche centrali, anche se a un ritmo più lento, insieme al Quantitative Tightening, vale a dire la cura dimagrante dei bilanci gonfiati da anni di allentamento monetario. Quest’ultimo può aumentare le tensioni sul mercato e spiegare per quale motivo gli investitori iniziano a chiedere un premio a termine, spingendo i rendimenti dei bond a scadenza più lunga in rialzo. Per questo BlackRock resta in sottopeso sui bond dei mercati sviluppati, con una preferenza per le scadenze più brevi, dati i migliori ritorni e il minor rischio di duration. Sottopeso anche per l’azionario dei paesi sviluppati le cui valutazioni non riflettono la recessione che andrà a colpire gli utili societari.

LA CURA DIMAGRANTE DEI BILANCI


Sono le indicazioni del commento settimanale di mercato, dal titolo “Banche centrali alla stretta su ogni lato” a cura del BlackRock Investment Institute, che vede gli istituti centrali sulla strada di una politica eccessivamente restrittiva, con la cura dimagrante dei bilanci che aggiungerà pressioni di vendita sui titoli di Stato, che per questo vengono sottopesati. BlackRock ritiene che I tassi raggiungeranno, se non lo hanno già fatto, livelli che implicano recessione, anche se questo non si riflette ancora sugli utili societari e sulle valutazioni di mercato. La Fed sta per alzare di altri 75 punti base per la quarta volta consecutiva, con il mercato che guarda ai dati in arrivo sul mercato del lavoro USA.

PRESTO PER CREDERE CHE LA STRETTA SIA VICINA ALLA FINE


Recentemente i mercati sono andati in rally su speranze che la fine della stretta monetaria si stia avvicinando, ma secondo BlackRock è ancora prematuro, perché la Fed, come le altre banche centrali, si fermerà solo quando ormai sarà stato chiaramente inflitto all’economia un notevole danno. I tassi hanno già raggiunto livelli in grado di far scattare una recessione e la cura dimagrante dei bilanci delle banche centrali aumenta la pressione delle vendite sulle scadenze più lunghe dei titoli di Stato, causando tensioni sul mercato, il che induce la grande casa a un sottopeso di azioni e bond governativi.

RISCHIO VENDITE SU ASSET A RISCHIO


Le banche centrali hanno un approccio “a tutti i costi” per far rientrare l’inflazione entro i target senza riconoscere che così causeranno una recessione, mentre il Quantitative Tightening aumenta il rischio di misallocazioni finanziarie e di ondate di vendite di asset a rischio. I rendimenti sono già saliti molto sia in USA che in Europa con gli investitori che ancora non pretendono un premio significativamente più alto sul lungo termine, che può però subire la spinta del QT.

LE STRADE DIVERSE DI FED E BCE


Il QT avrà un ruolo diverso nelle varie banche centrali. La Fed lascia che i bond vadano a scadenza senza reinvestire ma non li vende ma comunque la riduzione dei 9.000 miliardi di dollari di asset accumulati aumenta il rischio di una stretta eccessiva in quanto si somma ai continui rialzi dei tassi. La Bce sta iniziando a incentivare le banche a restituire i prestiti agevolati preparando così un’ondata di vendite di bond a inizio anno, il che è motivo di preoccupazione soprattutto per l’Italia, dato l’alto debito pubblico.

IL CASO DI BANK OF ENGLAND


Il meccanismo anti-frammentazione e il reinvestimento dei bond nell’ambito del Pepp può fare in qualche modo da scudo agli spread dei bond dei paesi periferici. Inoltre questa settimana Bank of England sarà la prima a vendere bond nell’ambito del QT, azione che era stata temporaneamente rinviata durante la turbolenza che aveva colpito i titoli di Stato, mostrando i danni che possono essere causati da dislocazioni finanziarie inappropriate e mostrando che le banche centrali possono comunque trovarsi costrette ad acquistare bond.

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