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Emergenti ancora sotto pressione, ma a lungo termine obbligazioni interessanti
Raiffeisen Capital Management prevede che non appena si profilerà la fine dei rialzi dei tassi USA, le obbligazioni potrebbero addirittura approfittarne più delle azioni emergenti, almeno inizialmente
di Stefano Caratelli 9 Novembre 2022 14:31
L’economia globale continua a rallentare, più o meno simultaneamente in tutte le regioni. Il temporaneo forte aumento della domanda di famiglie e imprese post pandemia sta rientrando massicciamente anche per la politica monetaria restrittiva delle banche centrali. L'aumento dei prezzi di energia e alimentari pesa sui consumatori di molti paesi. Negli USA l'effetto sembra essere ancora relativamente modesto, ma dovrebbe palesarsi maggiormente nei prossimi trimestri. Intanto le scorte di magazzino in Cina sono vicine ai record, con USA e Europa che riducono o annullano sempre più gli ordini. Alla fine le scorte verranno comunque in gran parte vendute, ma con sconti sui prezzi.
In una panoramica sui Mercati Emergenti, il team CEE & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management prevede che dalla Cina arrivi un forte impulso deflazionistico per i beni di consumo che avrà un notevole impatto sull’inflazione in molti paesi, andando a pesare sui margini di profitto di molti produttori cinesi e asiatici. E’ probabile che la Fed mantenga comunque per il momento il suo percorso aggressivo, ma i mercati reagiranno prima e cercheranno di scontare una pausa o la fine dei rialzi con largo anticipo. Finora però questi tentativi si sono rivelati prematuri, e dollaro e rendimenti USA al rialzo frenano i Mercati Emergenti
Questo è un problema per azioni, obbligazioni e valute dei Paesi Emergenti, i cui asset tuttavia potrebbero segnare forti e prolungati movimenti al rialzo o sovra-performance i non appena il dollaro e i rendimenti USA avranno raggiunto un picco di lungo periodo. Ma anche in questo caso, avverte il team di Raiffeisen CM, continuerà a essere molto importante effettuare una buona selezione. Anche le materie prime mostrano una stabilizzazione, ma la tendenza rimane debole, per l'andamento negativo del commercio globale e delle esportazioni. Anche la situazione dell'offerta di petrolio e dei prodotti di raffineria rimane fragile, almeno per ora.
Ma al di là dei cicli congiunturali, la domanda di petrolio continua a salire in tutto il mondo, mentre sul fronte dell'offerta finora non c'è praticamente reazione per espandere la produzione. Al contrario, osservano gli esperti di Raiffeisen, nell’ultimo periodo i Paesi Opec Plus hanno addirittura ridotto la produzione, e per i prossimi anni un prezzo del petrolio elevato resta un rischio significativo per le prospettive d’inflazione e per molte aziende e settori economici. Nel prossimo futuro, questo non cambierà molto nemmeno con la continua sostituzione del petrolio, come nei veicoli elettrici.
In questo quadro, le obbligazioni emergenti in dollari hanno sofferto per l'aumento dei rendimenti USA e dei premi per il rischio. Ma i rendimenti nominali rimangono interessanti, e per gli investitori in euro sono nettamente superiori al 6%, compensando alcuni potenziali rischi di default o di ristrutturazione. Ma, secondo il team di Raiffeisen, non appena si profilerà la fine dei rialzi dei tassi le obbligazioni emergenti in valuta forte e locale potrebbero addirittura approfittare più delle azioni, almeno inizialmente, perché le seconde potrebbero ancora risentire della recessione degli utili, mentre per le obbligazioni sono importanti soprattutto l'inflazione, i tassi USA e i rischi di default.
Nel complesso, sottolineano in conclusione gli esperti di Raiffesein a breve e medio termine il contesto non depone ancora a favore degli asset rischiosi in generale e delle azioni emergenti in particolare. Ma questo potrebbe cambiare nella prima metà del 2023. A lungo termine comunque, le valutazioni e le prospettive fondamentali di molti Mercati Emergenti continuano a essere da buone a molto buone, anche se variano molto nei singoli casi, e pertanto è naturalmente necessaria una buona selezione.
SPINTA DEFLATTIVA DALLA CINA
In una panoramica sui Mercati Emergenti, il team CEE & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management prevede che dalla Cina arrivi un forte impulso deflazionistico per i beni di consumo che avrà un notevole impatto sull’inflazione in molti paesi, andando a pesare sui margini di profitto di molti produttori cinesi e asiatici. E’ probabile che la Fed mantenga comunque per il momento il suo percorso aggressivo, ma i mercati reagiranno prima e cercheranno di scontare una pausa o la fine dei rialzi con largo anticipo. Finora però questi tentativi si sono rivelati prematuri, e dollaro e rendimenti USA al rialzo frenano i Mercati Emergenti
PRONTI AL RIMBALZO QUANDO DOLLARO E TASSI USA FANNO IL PICCO
Questo è un problema per azioni, obbligazioni e valute dei Paesi Emergenti, i cui asset tuttavia potrebbero segnare forti e prolungati movimenti al rialzo o sovra-performance i non appena il dollaro e i rendimenti USA avranno raggiunto un picco di lungo periodo. Ma anche in questo caso, avverte il team di Raiffeisen CM, continuerà a essere molto importante effettuare una buona selezione. Anche le materie prime mostrano una stabilizzazione, ma la tendenza rimane debole, per l'andamento negativo del commercio globale e delle esportazioni. Anche la situazione dell'offerta di petrolio e dei prodotti di raffineria rimane fragile, almeno per ora.
LA DOMANDA DI PETROLIO RESTERÀ FORTE
Ma al di là dei cicli congiunturali, la domanda di petrolio continua a salire in tutto il mondo, mentre sul fronte dell'offerta finora non c'è praticamente reazione per espandere la produzione. Al contrario, osservano gli esperti di Raiffeisen, nell’ultimo periodo i Paesi Opec Plus hanno addirittura ridotto la produzione, e per i prossimi anni un prezzo del petrolio elevato resta un rischio significativo per le prospettive d’inflazione e per molte aziende e settori economici. Nel prossimo futuro, questo non cambierà molto nemmeno con la continua sostituzione del petrolio, come nei veicoli elettrici.
OBBLIGAZIONI MEGLIO POSIZIONATE DELLE AZIONI
In questo quadro, le obbligazioni emergenti in dollari hanno sofferto per l'aumento dei rendimenti USA e dei premi per il rischio. Ma i rendimenti nominali rimangono interessanti, e per gli investitori in euro sono nettamente superiori al 6%, compensando alcuni potenziali rischi di default o di ristrutturazione. Ma, secondo il team di Raiffeisen, non appena si profilerà la fine dei rialzi dei tassi le obbligazioni emergenti in valuta forte e locale potrebbero addirittura approfittare più delle azioni, almeno inizialmente, perché le seconde potrebbero ancora risentire della recessione degli utili, mentre per le obbligazioni sono importanti soprattutto l'inflazione, i tassi USA e i rischi di default.
PROSPETTIVE EMERGENTI BUONE A LUNGO TERMINE
Nel complesso, sottolineano in conclusione gli esperti di Raiffesein a breve e medio termine il contesto non depone ancora a favore degli asset rischiosi in generale e delle azioni emergenti in particolare. Ma questo potrebbe cambiare nella prima metà del 2023. A lungo termine comunque, le valutazioni e le prospettive fondamentali di molti Mercati Emergenti continuano a essere da buone a molto buone, anche se variano molto nei singoli casi, e pertanto è naturalmente necessaria una buona selezione.