Focus sulla sostenibilità
Neuberger Berman: Cop27 è un'opportunità per ripartire sul clima
Nelle prospettive settimanali del CIO Sarah Peasey, Director of European ESG Investing, sottolinea che i cambiamenti del 2022 impongono un approccio di investimento alla transizione più attento e selettivo
di Stefano Caratelli 10 Novembre 2022 09:45
Promesse non mantenute, un dibattito pubblico teso e un contesto economico e geopolitico preoccupante, per questo la COP27 che si tiene in Egitto è così importante. Sarah Peasey, Director of European ESG Investing di Neuberger Berman sottolinea che alla Conferenza delle Nazioni Unite di quest’anno il clima della conferenza sarà più caldo rispetto dello scorso anno a Glasgow, quando il bicchiere sembrava mezzo pieno con l’intenzione di abbandonare “progressivamente” l’energia prodotta dal carbone e smettere di sostenere la costruzione di nuove centrali. Oltre 100 Paesi, che rappresentavano circa l’85% delle foreste a livello globale, avevano promesso di porre fine alla deforestazione entro il 2030.
Sul fronte finanziario e degli investimenti, la Glasgow Finance Alliance for Net Zero aveva dato vita a una rete di 450 istituti finanziari che complessivamente, gestiscono circa 130.000 miliardi di dollari, per portare avanti i progressi della Net Zero Asset Managers Initiative e dalla Net Zero Asset Owner Alliance. Anche l’ultimo tassello in sospeso dell’Accordo di Parigi era stato infine completato con i crediti di compensazione delle emissioni di carbonio.
Tutti obiettivi raggiunti mentre il mondo usciva dalla pandemia ma da allora parte del contenuto di quel bicchiere è evaporato, sottolinea Peasey. Gli ultimi dati sulle emissioni del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente indicano che il G20 non è ancora sulla strada giusta e che le nazioni hanno ridotto le proprie emissioni di gas serra previste al 2030 solo dell’1%, quando servirebbe una riduzione del 45%. E anche in caso di pieno raggiungimento degli obiettivi le temperature finirebbero per aumentare comunque di 2,4 gradi. Per raggiungere gli obiettivi la deforestazione andrebbe ridotta ad un tasso di 2,5 volte quello attuale, l’utilizzo del carbone dovrebbe essere ridotto sei volte più rapidamente e la decarbonizzazione legata alla produzione di cemento dovrebbe velocizzarsi di 10 volte.
L’invasione russa dell’Ucraina non ha reso la situazione più semplice. Da tempo il mondo in via di sviluppo punta il dito verso l’ingiustizia delle nazioni più ricche che hanno sfruttato i combustibili fossili per decenni vietando ai Paesi più poveri di seguire la stessa strada. Ma dalla COP27 potrebbero emergere dei progressi, come la creazione di una coalizione sulla biodiversità dando grande impulso agli interventi su deforestazione, agricoltura ed ecosistemi marini. L’esperta di Neuberger Berman ravvisa poi un potenziale di successo nella formulazione di parametri, obiettivi e traguardi finanziari legati all’adattamento dei cambiamenti climatici e nella creazione di una rete per valutare e coprire le perdite e dei danni dei cambiamenti climatici.
Altri progressi sono il fatto che oltre il 90% delle prime 3.400 società al mondo ha un piano per azzerare le emissioni di carbonio con oltre 350 che puntano a zero emissioni nette entro la fine del decennio, e quasi 1.400 entro il 2040. Inoltre l’Agenzia internazionale per l’energiaha raggiunto l’incoraggiante conclusione che il picco finale del ricorso ai combustibili fossili è “in vista”. Perfino la guerra in Ucraina rafforza gli obiettivi della COP27 rendendo le rinnovabili un imperativo strategico. Secondo Neuberger Berman iniziative come la COP27 hanno messo gli investitori al centro della transizione energetica, e tra il 2026 e il 2030 gli investimenti medi nella transizione dovranno corrispondere a sei volte quelli del 2021.
Ma soprattutto il 2022 ha insegnato agli investitori che il pragmatismo è fondamentale per la transizione, vale a dire giungere a compromessi temporanei con la realtà politica ed economica: alcune tecnologie riceveranno meno attenzione fino alla fine delle carenze energetiche e al ritorno alla normalità. Questo può richiedere un ripensamento di ciò che costituisce un investimento “verde”.
Per raggiungere gli obiettivi occorrono molti più investimenti nell’estrazione e produzione dei metalli utilizzati per costruire le infrastrutture legate alle rinnovabili. Le società già sulla buona strada per azzerare le emissioni presentano in genere profili di rischio interessanti, ma bisogna anche continuare ad investire in aziende ad alte emissioni se si impegnano a piani di decarbonizzazione credibili finanziatori. Un’ultima cosa importante che secondo Neuberger Berman insegna il pragmatismo è che la transizione non è semplice e non proseguirà in linea retta. Quando gli ostacoli si accumulano, le opportunità di ripartire, come la COP27, si fanno più complesse ma anche più importanti.
OBIETTIVI FINANZIARI DI GLASGOW
Sul fronte finanziario e degli investimenti, la Glasgow Finance Alliance for Net Zero aveva dato vita a una rete di 450 istituti finanziari che complessivamente, gestiscono circa 130.000 miliardi di dollari, per portare avanti i progressi della Net Zero Asset Managers Initiative e dalla Net Zero Asset Owner Alliance. Anche l’ultimo tassello in sospeso dell’Accordo di Parigi era stato infine completato con i crediti di compensazione delle emissioni di carbonio.
G20 NON ANCORA SULLA STRADA GIUSTA
Tutti obiettivi raggiunti mentre il mondo usciva dalla pandemia ma da allora parte del contenuto di quel bicchiere è evaporato, sottolinea Peasey. Gli ultimi dati sulle emissioni del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente indicano che il G20 non è ancora sulla strada giusta e che le nazioni hanno ridotto le proprie emissioni di gas serra previste al 2030 solo dell’1%, quando servirebbe una riduzione del 45%. E anche in caso di pieno raggiungimento degli obiettivi le temperature finirebbero per aumentare comunque di 2,4 gradi. Per raggiungere gli obiettivi la deforestazione andrebbe ridotta ad un tasso di 2,5 volte quello attuale, l’utilizzo del carbone dovrebbe essere ridotto sei volte più rapidamente e la decarbonizzazione legata alla produzione di cemento dovrebbe velocizzarsi di 10 volte.
GUERRA IN UCRAINA E PAESI POVERI
L’invasione russa dell’Ucraina non ha reso la situazione più semplice. Da tempo il mondo in via di sviluppo punta il dito verso l’ingiustizia delle nazioni più ricche che hanno sfruttato i combustibili fossili per decenni vietando ai Paesi più poveri di seguire la stessa strada. Ma dalla COP27 potrebbero emergere dei progressi, come la creazione di una coalizione sulla biodiversità dando grande impulso agli interventi su deforestazione, agricoltura ed ecosistemi marini. L’esperta di Neuberger Berman ravvisa poi un potenziale di successo nella formulazione di parametri, obiettivi e traguardi finanziari legati all’adattamento dei cambiamenti climatici e nella creazione di una rete per valutare e coprire le perdite e dei danni dei cambiamenti climatici.
L’IMPEGNO GLOBALE DELLE IMPRESE
Altri progressi sono il fatto che oltre il 90% delle prime 3.400 società al mondo ha un piano per azzerare le emissioni di carbonio con oltre 350 che puntano a zero emissioni nette entro la fine del decennio, e quasi 1.400 entro il 2040. Inoltre l’Agenzia internazionale per l’energiaha raggiunto l’incoraggiante conclusione che il picco finale del ricorso ai combustibili fossili è “in vista”. Perfino la guerra in Ucraina rafforza gli obiettivi della COP27 rendendo le rinnovabili un imperativo strategico. Secondo Neuberger Berman iniziative come la COP27 hanno messo gli investitori al centro della transizione energetica, e tra il 2026 e il 2030 gli investimenti medi nella transizione dovranno corrispondere a sei volte quelli del 2021.
PRAGMATISMO FONDAMENTALE
Ma soprattutto il 2022 ha insegnato agli investitori che il pragmatismo è fondamentale per la transizione, vale a dire giungere a compromessi temporanei con la realtà politica ed economica: alcune tecnologie riceveranno meno attenzione fino alla fine delle carenze energetiche e al ritorno alla normalità. Questo può richiedere un ripensamento di ciò che costituisce un investimento “verde”.
LA TRANSIZIONE NON È UNA LINEA RETTA
Per raggiungere gli obiettivi occorrono molti più investimenti nell’estrazione e produzione dei metalli utilizzati per costruire le infrastrutture legate alle rinnovabili. Le società già sulla buona strada per azzerare le emissioni presentano in genere profili di rischio interessanti, ma bisogna anche continuare ad investire in aziende ad alte emissioni se si impegnano a piani di decarbonizzazione credibili finanziatori. Un’ultima cosa importante che secondo Neuberger Berman insegna il pragmatismo è che la transizione non è semplice e non proseguirà in linea retta. Quando gli ostacoli si accumulano, le opportunità di ripartire, come la COP27, si fanno più complesse ma anche più importanti.