Ricorso degli azionisti
Il bonus da 56 miliardi di dollari di Elon Musk finisce in tribunale
Il compenso più alto mai percepito da chiunque nella storia dell’umanità scatena le ire degli azionisti
di Stefano Silvestri 16 Novembre 2022 09:37
Fino a qualche anno fa ci saremmo aspettati di vedere accostati a Elon Musk solamente aggettivi come “genio”, “magnate” o “innovatore”. D’altronde parliamo dell’uomo più ricco del mondo, con un patrimonio personale stimato da Forbes in 199,8 miliardi di dollari, nonché del fondatore, amministratore delegato e direttore tecnico di SpaceX e The Boring Company, cofondatore di Neuralink e OpenAI, amministratore delegato e product architect di Tesla, e infine proprietario e presidente di Twitter. Parliamo, sempre, di colui che ha proposto un sistema di trasporto superveloce conosciuto come Hyperloop e che discute spesso di come le intelligenze artificiali impatteranno la società nei prossimi anni o di come terraformare Marte. Insomma, sono molti gli aggettivi che ci immagineremmo associati a Elon Musk, eppure ce n’è uno sempre più usato dai notiziari e dai quotidiani: controverso.
Negli ultimi mesi Elon Musk è stato coinvolto in uno scandalo a sfondo sessuale (da lui stesso battezzato “Elongate”) secondo il quale anni fa avrebbe abbordato una hostess chiedendole un rapporto sessuale completo in cambio di un cavallo (!). La vicenda si è conclusa con un accordo da 250.000 dollari in cambio di un silenzio sull’accaduto che, evidentemente, non è rimasto confinato nelle aule del tribunale. Poi è stato il turno della sua dichiarazione di voto ai Repubblicani, che ha scombussolato per qualche giorno la politica statunitense visto il suo passato dichiaratamente Democratico. Da ultimo c’è stata l’acquisizione di Twitter: dapprima ha manifestato il suo interesse ad acquistare il celeberrimo social network, quindi ha tentato un passo indietro adducendo come scusa l’alto numero di bot attivi sulla piattaforma (per alcuni però s’è trattato di un tentativo di ridiscutere i termini dell’accordo siglato). L’acquisizione è stata infine conclusa poche settimane fa traducendosi in migliaia di licenziamenti, alcuni dei quali in diretta sullo stesso Twitter, come nel caso di Eric Frohnhoefer, sviluppatore che ha avuto l’ardire di contraddire pubblicamente il suo nuovo capo in merito alla presunta lentezza dell’app per Android.
“Manovra, dalle bollette alla flat tax: le possibili misure del governo”. Così titolava ieri Sky TG24, spiegando che l’esecutivo ha poco tempo a disposizione per varare il testo della legge di Bilancio che conterrà provvedimenti contro il caro-energia, introdurrà la flat tax, la rottamazione delle cartelle, il taglio del cuneo fiscale e un nuovo schema di anticipo pensionistico definito Quota 41. Se vi state domandando che c’entri tutto questo con Elon Musk, lo spieghiamo subito: serve a dare un’idea delle cifre di cui ci apprestiamo a parlare. La prossima legge di Bilancio sarà infatti da circa 30 miliardi di euro, mentre il signor Tesla si troverà presto in tribunale per difendere un bonus da 56 miliardi di dollari. Ma come ha fatto Elon Musk a rendere possibile un emolumento che è quasi il doppio di quanto abbisogna una delle nazioni occidentali più sviluppate per mandare avanti la vita di 60 milioni di persone? Lui dice grazie al duro lavoro, gli azionisti però la vedono diversamente, affermando che gli obiettivi fissati erano facili da raggiungere.
Tutto è nato nel 2018, con la creazione di un piano retributivo proposto dal consiglio d’amministrazione di Tesla e approvato dagli azionisti, legato al raggiungimento di alcune milestone per i successivi dieci anni. Tra queste c’era una valutazione di mercato di Tesla fissata a 650 miliardi di dollari, che all’epoca dovevano sembrare tanti se è vero che l’azienda di miliardi di dollari ne valeva 59. Peccato però che Tesla abbia superato il trilione di dollari già nel 2021, quando Hertz ha annunciato l’acquisto di 100mila vetture per la propria flotta di auto a noleggio. Se a ciò aggiungiamo i risultati del primo trimestre del 2022, ecco che Elon Musk ha maturato il diritto a sbloccare le ultime due delle dodici tranche in cui il consiglio d’amministrazione aveva pensato cautelativamente di frazionare il bonus. Il risultato sarebbe così il compenso più alto mai percepito da chiunque nella storia dell’umanità da parte di una società quotata in Borsa.
Usiamo il condizionale perché, ora che si tratta di mettere (metaforicamente) mano al portafoglio, gli azionisti si sono rivolti al giudice sostenendo che le milestone fissate erano piuttosto facili da raggiungere. Il consiglio d’amministrazione, dal canto suo, sostiene che il bonus era stato pensato per assicurarsi che Elon Musk guidasse l’azienda verso valutazioni da record, cosa che in effetti è accaduta. Non aiuta però il fatto che in consiglio sedevano il fratello di Musk, Kimbal, e gli amici Antonio Gracias e Steve Jurvetson, che vista la situazione spinosa hanno lasciato la board. Né che Musk, lo ricordavamo in apertura, non sia dedito a Tesla a tempo pieno, se è vero che dirige anche numerose altre aziende. Ma carta canta ed il controverso magnate ha effettivamente portato la valutazione di Tesla alle stelle. Come andrà a finire? A deciderlo sarà la cancelliera Kathaleen McCormick della Court of Chancery del Delaware, ossia la stessa persona che ha supervisionato la disputa legale con Twitter, conclusasi con l’acquisizione del social network. Quando si dicono le coincidenze…
SOTTO I RIFLETTORI
Negli ultimi mesi Elon Musk è stato coinvolto in uno scandalo a sfondo sessuale (da lui stesso battezzato “Elongate”) secondo il quale anni fa avrebbe abbordato una hostess chiedendole un rapporto sessuale completo in cambio di un cavallo (!). La vicenda si è conclusa con un accordo da 250.000 dollari in cambio di un silenzio sull’accaduto che, evidentemente, non è rimasto confinato nelle aule del tribunale. Poi è stato il turno della sua dichiarazione di voto ai Repubblicani, che ha scombussolato per qualche giorno la politica statunitense visto il suo passato dichiaratamente Democratico. Da ultimo c’è stata l’acquisizione di Twitter: dapprima ha manifestato il suo interesse ad acquistare il celeberrimo social network, quindi ha tentato un passo indietro adducendo come scusa l’alto numero di bot attivi sulla piattaforma (per alcuni però s’è trattato di un tentativo di ridiscutere i termini dell’accordo siglato). L’acquisizione è stata infine conclusa poche settimane fa traducendosi in migliaia di licenziamenti, alcuni dei quali in diretta sullo stesso Twitter, come nel caso di Eric Frohnhoefer, sviluppatore che ha avuto l’ardire di contraddire pubblicamente il suo nuovo capo in merito alla presunta lentezza dell’app per Android.
COME DUE FINANZIARIE
“Manovra, dalle bollette alla flat tax: le possibili misure del governo”. Così titolava ieri Sky TG24, spiegando che l’esecutivo ha poco tempo a disposizione per varare il testo della legge di Bilancio che conterrà provvedimenti contro il caro-energia, introdurrà la flat tax, la rottamazione delle cartelle, il taglio del cuneo fiscale e un nuovo schema di anticipo pensionistico definito Quota 41. Se vi state domandando che c’entri tutto questo con Elon Musk, lo spieghiamo subito: serve a dare un’idea delle cifre di cui ci apprestiamo a parlare. La prossima legge di Bilancio sarà infatti da circa 30 miliardi di euro, mentre il signor Tesla si troverà presto in tribunale per difendere un bonus da 56 miliardi di dollari. Ma come ha fatto Elon Musk a rendere possibile un emolumento che è quasi il doppio di quanto abbisogna una delle nazioni occidentali più sviluppate per mandare avanti la vita di 60 milioni di persone? Lui dice grazie al duro lavoro, gli azionisti però la vedono diversamente, affermando che gli obiettivi fissati erano facili da raggiungere.
UN PIANO IN 12 TRANCHE
Tutto è nato nel 2018, con la creazione di un piano retributivo proposto dal consiglio d’amministrazione di Tesla e approvato dagli azionisti, legato al raggiungimento di alcune milestone per i successivi dieci anni. Tra queste c’era una valutazione di mercato di Tesla fissata a 650 miliardi di dollari, che all’epoca dovevano sembrare tanti se è vero che l’azienda di miliardi di dollari ne valeva 59. Peccato però che Tesla abbia superato il trilione di dollari già nel 2021, quando Hertz ha annunciato l’acquisto di 100mila vetture per la propria flotta di auto a noleggio. Se a ciò aggiungiamo i risultati del primo trimestre del 2022, ecco che Elon Musk ha maturato il diritto a sbloccare le ultime due delle dodici tranche in cui il consiglio d’amministrazione aveva pensato cautelativamente di frazionare il bonus. Il risultato sarebbe così il compenso più alto mai percepito da chiunque nella storia dell’umanità da parte di una società quotata in Borsa.
IN AULA
Usiamo il condizionale perché, ora che si tratta di mettere (metaforicamente) mano al portafoglio, gli azionisti si sono rivolti al giudice sostenendo che le milestone fissate erano piuttosto facili da raggiungere. Il consiglio d’amministrazione, dal canto suo, sostiene che il bonus era stato pensato per assicurarsi che Elon Musk guidasse l’azienda verso valutazioni da record, cosa che in effetti è accaduta. Non aiuta però il fatto che in consiglio sedevano il fratello di Musk, Kimbal, e gli amici Antonio Gracias e Steve Jurvetson, che vista la situazione spinosa hanno lasciato la board. Né che Musk, lo ricordavamo in apertura, non sia dedito a Tesla a tempo pieno, se è vero che dirige anche numerose altre aziende. Ma carta canta ed il controverso magnate ha effettivamente portato la valutazione di Tesla alle stelle. Come andrà a finire? A deciderlo sarà la cancelliera Kathaleen McCormick della Court of Chancery del Delaware, ossia la stessa persona che ha supervisionato la disputa legale con Twitter, conclusasi con l’acquisizione del social network. Quando si dicono le coincidenze…
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