Mercato azionario
AllianceBernstein vede 10 motivi per restare investiti in azioni: ecco quali
Gli investitori hanno subito forti perdite e hanno davanti molte incertezze, ma secondo AllianceBernstein ci sono ancora buoni motivi per restare sulle azioni come parte integrante di un piano a lungo termine
di Stefano Caratelli 24 Novembre 2022 07:55
Nonostante inflazione, tassi in aumento e volatilità, ci sono dieci motivi per restare investiti in azioni. AllianceBernstein, in un'analisi firmata da Christopher W. Marx Global Head—Equity Business Development, David Wong Senior Investment Strategist and Head—Asia Business Development, Equities, e Robert Milano Senior Investment Strategist and Head—EMEA Equity Business Development, spiegano quali sono e perché. Quest'anno gli investitori azionari hanno subito perdite significative e devono affrontare una molte nuove incertezze, ma ci sono ancora buoni motivi per restare investiti come parte integrante di un piano d'investimento a lungo termine, e valide soluzioni per ridurre i rischi associati all'azionario.
Il primo è che i mercati azionari tendono a salire nel tempo e hanno storicamente ripagato della pazienza. Cercare di entrare e uscire dal mercato può essere più costoso che restare investiti, come evidenzia il trend storico dell'S&P 500. Il secondo è che per gli investitori a lungo termine le azioni si confermano l'investimento migliore per accrescere il capitale. L'obbligazionario resta una componente fondamentale per fornire stabilità, ma sul lungo termine le azioni continuano a offrire un potenziale di crescita più appetibile. Inoltre, ed è il terzo motivo, i tassi d'interesse sono ancora relativamente bassi, mentre le valutazioni azionarie sembrano ragionevoli.
Il quarto motivo è che finora gli utili societari hanno mostrato una buona tenuta, a dispetto della contrazione dei multipli nell'ultimo anno, segno che le valutazioni eccessive sono interessate da una correzione, specialmente nel caso dei tecnologici non redditizi. Quindi il fatto che le flessioni degli utili nelle passate situazioni di alta inflazione sono state contenute. Nelle tre fasi di inflazione elevata del 1990, 2001 e 2007, gli utili sono scesi di appena il 15,3% dal massimo al minimo, mentre nelle recessioni con bassa inflazione sono calati di quasi il 45%. Il sesto motivo è che le società di qualità possono offrire protezione dagli effetti dell'inflazione.
L'inflazione può erodere il valore reale dei rendimenti degli investimenti, ma per ovviare gli investitori hanno diverse soluzioni, tra cui una strategia diversificata basata su asset reali. Ma uno degli approcci più efficaci è cercare aziende di qualità con ampio vantaggio competitivo, potenziale di crescita a lungo termine e forte pricing power, che possono favorire la resilienza degli utili, anche nelle fasi di inflazione. Titoli di alta qualità sono presenti in una varietà di settori e comparti produttivi e comprendono sia il growth che aziende più sensibili al ciclo.
Al settimo posto le buone performance registrate dalle azioni nei periodi d'inflazione moderata negli ultimi settant'anni, in quanto una crescita dei prezzi modesta sostiene generalmente i multipli. Se l'inflazione si stabilizza sotto il 4%, le azioni dovrebbero confermare il trend storico. Gli ultimi tre motivi indicati dagli esperti di AllianceBernstein sono nell’ordine: che le attuali allocazioni ridotte nell'azionario potrebbero fornire supporto in futuro, che negli USA i riacquisti di azioni proprie, vale a dire i buy back, proseguono a un ritmo serrato, e che restare sul mercato è una strategia collaudata.
Nelle fasi di turbolenza, gli investitori possono essere tentati di ridurre l'esposizione azionaria, ma il market timing è controproducente, poiché si tende a vendere quando il valore è già diminuito, incassando perdite, ed è anche facile perdere i benefici di un rimbalzo se non si rientra al momento giusto. Nei vent'anni tra il 1° ottobre 2002 e il 30 settembre 2022, l'MSCI World Total Return ha prodotto un rendimento annualizzato dell'8,65%. Ma senza le cinque giornate migliori il rendimento sarebbe sceso al 6,68%, riducendo il guadagno totale di 161 dollari per ogni 100 investiti inizialmente nell'arco di 20 anni.
ALLE FINE LE AZIONI RIPAGANO DALLA PAZIENZA
Il primo è che i mercati azionari tendono a salire nel tempo e hanno storicamente ripagato della pazienza. Cercare di entrare e uscire dal mercato può essere più costoso che restare investiti, come evidenzia il trend storico dell'S&P 500. Il secondo è che per gli investitori a lungo termine le azioni si confermano l'investimento migliore per accrescere il capitale. L'obbligazionario resta una componente fondamentale per fornire stabilità, ma sul lungo termine le azioni continuano a offrire un potenziale di crescita più appetibile. Inoltre, ed è il terzo motivo, i tassi d'interesse sono ancora relativamente bassi, mentre le valutazioni azionarie sembrano ragionevoli.
BUONA TENUTA DEGLI UTILI A DISPETTO DEI MULTIPLI
Il quarto motivo è che finora gli utili societari hanno mostrato una buona tenuta, a dispetto della contrazione dei multipli nell'ultimo anno, segno che le valutazioni eccessive sono interessate da una correzione, specialmente nel caso dei tecnologici non redditizi. Quindi il fatto che le flessioni degli utili nelle passate situazioni di alta inflazione sono state contenute. Nelle tre fasi di inflazione elevata del 1990, 2001 e 2007, gli utili sono scesi di appena il 15,3% dal massimo al minimo, mentre nelle recessioni con bassa inflazione sono calati di quasi il 45%. Il sesto motivo è che le società di qualità possono offrire protezione dagli effetti dell'inflazione.
COME OVVIARE ALL’ALTA INFLAZIONE
L'inflazione può erodere il valore reale dei rendimenti degli investimenti, ma per ovviare gli investitori hanno diverse soluzioni, tra cui una strategia diversificata basata su asset reali. Ma uno degli approcci più efficaci è cercare aziende di qualità con ampio vantaggio competitivo, potenziale di crescita a lungo termine e forte pricing power, che possono favorire la resilienza degli utili, anche nelle fasi di inflazione. Titoli di alta qualità sono presenti in una varietà di settori e comparti produttivi e comprendono sia il growth che aziende più sensibili al ciclo.
TREND STORICI FAVOREVOLI
Al settimo posto le buone performance registrate dalle azioni nei periodi d'inflazione moderata negli ultimi settant'anni, in quanto una crescita dei prezzi modesta sostiene generalmente i multipli. Se l'inflazione si stabilizza sotto il 4%, le azioni dovrebbero confermare il trend storico. Gli ultimi tre motivi indicati dagli esperti di AllianceBernstein sono nell’ordine: che le attuali allocazioni ridotte nell'azionario potrebbero fornire supporto in futuro, che negli USA i riacquisti di azioni proprie, vale a dire i buy back, proseguono a un ritmo serrato, e che restare sul mercato è una strategia collaudata.
ANTICIPARE IL MERCATO È DIFFICILE E NON PAGA
Nelle fasi di turbolenza, gli investitori possono essere tentati di ridurre l'esposizione azionaria, ma il market timing è controproducente, poiché si tende a vendere quando il valore è già diminuito, incassando perdite, ed è anche facile perdere i benefici di un rimbalzo se non si rientra al momento giusto. Nei vent'anni tra il 1° ottobre 2002 e il 30 settembre 2022, l'MSCI World Total Return ha prodotto un rendimento annualizzato dell'8,65%. Ma senza le cinque giornate migliori il rendimento sarebbe sceso al 6,68%, riducendo il guadagno totale di 161 dollari per ogni 100 investiti inizialmente nell'arco di 20 anni.