La decarbonizzazione
Candriam: ecco perché le aziende dovrebbero considerare le emissioni Scope 4
Jessica Carlier, ESG Analyst, e Vincent Compiègne, Deputy Global Head of ESG Investments & Research di Candriam spiegano come le emissioni risparmiate o evitate grazie alle performance dei prodotti possano facilitare la transizione energetica
di Anna Patti 24 Novembre 2022 14:42
L’economia globale sta abbracciando la missione dell’azzeramento delle emissioni nette. Il settore dei beni strumentali ha iniziato a individuare una soluzione innovando e offrendo attrezzature e servizi a basse emissioni di carbonio per la gestione dell’energia all’industria manifatturiera. I beni strumentali stanno emergendo come "facilitatori" della transizione ecologica.
Le aziende più avanzate stanno iniziando a quantificare l'impatto dei propri prodotti calcolando le emissioni "Scope 4", ovvero, le emissioni risparmiate e/o evitate dai loro clienti grazie alle performance dei loro prodotti. Lo Scope 4 è un calcolo teorico che consente di considerare il potenziale di “decarbonizzazione” dei prodotti e la qualità dell’innovazione di un’azienda. Infatti lo Scope 4 non rientra nella categoria ufficiale del protocollo GHG e non conta come una riduzione delle emissioni Scope 1, 2 e 3 di una società. Prodotti come motori efficienti, turbine, motori elettrici (IE4/ IE5), convertitori di frequenza e soluzioni di automazione sono tutti esempi di come si possa risparmiare o evitare le emissioni. L'automazione, unita all'Internet industriale delle cose (IIoT), è diventata un'offerta strategica chiave.
Jessica Carlier, ESG Analyst e Vincent Compiègne, Deputy Global Head of ESG Investments & Research di Candriam sostengono che: “lo Scope 4 non solo ha senso dal punto di vista della sostenibilità, ma anche da quello finanziario, in quanto evidenzia il valore aggiunto dei prodotti per i clienti consentendo la riduzione della loro impronta carbonica”. Gli analisti di Candriam aggiungono inoltre che: “la rendicontazione e gli obiettivi dello Scope 4 sono in fase nascente, con una manciata di attori che stanno aprendo la strada”.
Schneider Electric, compagnia specialista nella gestione dell'energia e automazione, fornisce un esempio concreto di calcolo delle emissioni di CO2 risparmiate ed evitate attraverso l'utilizzo dei suoi avviatori a velocità variabile (VSD) che consentono di risparmiare sull’elettricità consumata dai motori attraverso la regolazione della loro velocità e della forza di rotazione. Schneider con riferimento ai suoi prodotti, distingue chiaramente tra emissioni risparmiate legate a efficientamento o nuove installazioni dei suoi prodotti e utilizza un mix energetico lungimirante nel suo calcolo. Inoltre la suddivisione delle vendite per paese consente a Schneider di adeguarsi alle fonti nazionali di produzione di elettricità e di tenere conto delle diverse medie delle emissioni per l'elettricità acquistata per paese e per anno.
Legrand, leader globale nei componenti elettrici a bassa tensione, dal 2014 rende note le emissioni evitate. Nella sua prima campagna, dal 2014 al 2021, che copre due roadmap di CSR ha aggiornato e migliorato la propria metodologia, soprattutto adottando la rendicontazione annuale anziché il metodo cumulativo precedente. L’obiettivo di Legrand, per la road map 2022-2024, è far evitare ai suoi clienti 12 milioni di tonnellate di emissioni cumulative di CO2 attraverso la linea di prodotti a efficienza energetica, che nel 2021 rappresentava circa il 21% dei ricavi.
La vera sfida per le aziende in questa fase iniziale del calcolo delle Scope 4 è la mancanza di standard di settore da seguire sia nel calcolo che nella rendicontazione delle emissioni risparmiate/evitate. Jessica Carlier, ESG Analyst e Vincent Compiègne, Deputy Global Head of ESG Investments & Research di Candriam ritengono che sia importante che “le emissioni risparmiate/evitate non debbano essere sottratte dalle emissioni reali”, perché ciò combinerebbe “cifre reali e teoriche e fornirebbe una visione fuorviante dell’impronta di carbonio di una società”. Pertanto gli analisti di Candriam incoraggiano “un approccio basato sul reporting, in cui l'azienda rende note tutte le emissioni Scope 1, 2 e 3 e le emissioni evitate”.
Gli esperti di Candriam si aspettano che i leader ESG che operano nell'ambito dei beni strumentali sostengano la standardizzazione e la divulgazione delle emissioni Scope 4. Inoltre si augurano che la misurazione delle Scope 4 dimostri il valore aggiunto dei beni strumentali nella riduzione delle emissioni di gas serra. Secondo Candriam i vantaggi reali di questi prodotti intermedi diventeranno sempre più rilevanti nella tassonomia europea. In conclusione Jessica Carlier e Vincent Compiègne sostengono che: “la domanda di prodotti efficienti dal punto di vista energetico, soprattutto nell'attuale contesto geopolitico, unitamente alle normative, giocherà un ruolo cruciale nello stimolare il calcolo e la divulgazione delle emissioni risparmiate ed evitate”.
EMISSIONI SCOPE 4
Le aziende più avanzate stanno iniziando a quantificare l'impatto dei propri prodotti calcolando le emissioni "Scope 4", ovvero, le emissioni risparmiate e/o evitate dai loro clienti grazie alle performance dei loro prodotti. Lo Scope 4 è un calcolo teorico che consente di considerare il potenziale di “decarbonizzazione” dei prodotti e la qualità dell’innovazione di un’azienda. Infatti lo Scope 4 non rientra nella categoria ufficiale del protocollo GHG e non conta come una riduzione delle emissioni Scope 1, 2 e 3 di una società. Prodotti come motori efficienti, turbine, motori elettrici (IE4/ IE5), convertitori di frequenza e soluzioni di automazione sono tutti esempi di come si possa risparmiare o evitare le emissioni. L'automazione, unita all'Internet industriale delle cose (IIoT), è diventata un'offerta strategica chiave.
SCOPE 4 E SOSTENIBILITA’
Jessica Carlier, ESG Analyst e Vincent Compiègne, Deputy Global Head of ESG Investments & Research di Candriam sostengono che: “lo Scope 4 non solo ha senso dal punto di vista della sostenibilità, ma anche da quello finanziario, in quanto evidenzia il valore aggiunto dei prodotti per i clienti consentendo la riduzione della loro impronta carbonica”. Gli analisti di Candriam aggiungono inoltre che: “la rendicontazione e gli obiettivi dello Scope 4 sono in fase nascente, con una manciata di attori che stanno aprendo la strada”.
L’ESEMPIO DI SCHNEIDER ELECTRIC
Schneider Electric, compagnia specialista nella gestione dell'energia e automazione, fornisce un esempio concreto di calcolo delle emissioni di CO2 risparmiate ed evitate attraverso l'utilizzo dei suoi avviatori a velocità variabile (VSD) che consentono di risparmiare sull’elettricità consumata dai motori attraverso la regolazione della loro velocità e della forza di rotazione. Schneider con riferimento ai suoi prodotti, distingue chiaramente tra emissioni risparmiate legate a efficientamento o nuove installazioni dei suoi prodotti e utilizza un mix energetico lungimirante nel suo calcolo. Inoltre la suddivisione delle vendite per paese consente a Schneider di adeguarsi alle fonti nazionali di produzione di elettricità e di tenere conto delle diverse medie delle emissioni per l'elettricità acquistata per paese e per anno.
ANCHE LEGRAND RENTE NOTE LE EMISSIONI EVITATE
Legrand, leader globale nei componenti elettrici a bassa tensione, dal 2014 rende note le emissioni evitate. Nella sua prima campagna, dal 2014 al 2021, che copre due roadmap di CSR ha aggiornato e migliorato la propria metodologia, soprattutto adottando la rendicontazione annuale anziché il metodo cumulativo precedente. L’obiettivo di Legrand, per la road map 2022-2024, è far evitare ai suoi clienti 12 milioni di tonnellate di emissioni cumulative di CO2 attraverso la linea di prodotti a efficienza energetica, che nel 2021 rappresentava circa il 21% dei ricavi.
IL CALCOLO DELLE EMISSIONI RISPARMIATE
La vera sfida per le aziende in questa fase iniziale del calcolo delle Scope 4 è la mancanza di standard di settore da seguire sia nel calcolo che nella rendicontazione delle emissioni risparmiate/evitate. Jessica Carlier, ESG Analyst e Vincent Compiègne, Deputy Global Head of ESG Investments & Research di Candriam ritengono che sia importante che “le emissioni risparmiate/evitate non debbano essere sottratte dalle emissioni reali”, perché ciò combinerebbe “cifre reali e teoriche e fornirebbe una visione fuorviante dell’impronta di carbonio di una società”. Pertanto gli analisti di Candriam incoraggiano “un approccio basato sul reporting, in cui l'azienda rende note tutte le emissioni Scope 1, 2 e 3 e le emissioni evitate”.
CANDRIAM E IL SOSTEGNO ALLE EMISSIONI SCOPE 4
Gli esperti di Candriam si aspettano che i leader ESG che operano nell'ambito dei beni strumentali sostengano la standardizzazione e la divulgazione delle emissioni Scope 4. Inoltre si augurano che la misurazione delle Scope 4 dimostri il valore aggiunto dei beni strumentali nella riduzione delle emissioni di gas serra. Secondo Candriam i vantaggi reali di questi prodotti intermedi diventeranno sempre più rilevanti nella tassonomia europea. In conclusione Jessica Carlier e Vincent Compiègne sostengono che: “la domanda di prodotti efficienti dal punto di vista energetico, soprattutto nell'attuale contesto geopolitico, unitamente alle normative, giocherà un ruolo cruciale nello stimolare il calcolo e la divulgazione delle emissioni risparmiate ed evitate”.