Outlook

Tutte le insidie a livello globale per il 2023 secondo T. Rowe Price

Nikolaj Schmidt (Chief International Economist, T. Rowe Price) spiega perché si aspetta una profonda recessione nel 2023, in particolare in Europa, e un allentamento della politica monetaria nella prima parte del secondo semestre

di Leo Campagna 28 Novembre 2022 12:47

financialounge -  mercati Nikolaj Schmidt outlook 2023 t.rowe price
La significativa stretta monetaria che le banche centrali di tutto il mondo hanno praticato negli ultimi 12 mesi dovrebbe comportare una recessione globale nel 2023. Lo sostiene Nikolaj Schmidt, Chief International Economist, T. Rowe Price, secondo il quale questa dinamica potrebbe portare ad un sostanziale ritracciamento dell'inflazione che, nel tempo, consentirà alle banche centrali di allentare la politica monetaria. “Mi aspetto una recessione profonda che spinga le principali banche centrali ad allentare la politica monetaria già nella prima parte del secondo semestre” aggiunge il manager.

IL QUADRO PEGGIORE E’ IN EUROPA


Schmidt ritiene che il quadro peggiore si stia delineando in Europa dove, ad un rapido ritmo di inasprimento monetario, si sovrappone un forte shock commerciale dovuto alla criticità energetica e a un elevato livello di incertezza legato alla guerra in Ucraina. “Ma c’è di più. Lo shock energetico probabilmente proseguirà dal momento che il continente dovrà faticare per adeguarsi al fabbisogno di energia anche per l'inverno del 2024” riferisce l’economista.

INCERTEZZA SULLE FORNITURE ENERGETICHE


Le imprese, in questo scenario di persistente incertezza sulle forniture energetiche, potrebbero adottare un approccio molto conservativo sia negli investimenti aziendali che nella gestione dei salari. In parallelo, la Banca Centrale Europea (BCE) proseguirà nel suo rapido ritmo di inasprimento monetario che dovrebbe spingere i prezzi delle case a correggere e il settore delle costruzioni a ridurre il livello di attività.

CRESCITA RELATIVAMENTE DEBOLE IN CINA


Come se non bastassero i significativi impatti provocati dall'inasprimento monetario, un ulteriore freno all’economia globale è la crescita relativamente debole in Cina. Una congiuntura determinata della combinazione negativa del continuo perseguimento della politica zero-Covid e dalla ristrutturazione e della riduzione della leva finanziaria del settore immobiliare. “Forse Pechino provvederà ad adeguare la politica di gestione del Covid nella prima metà del prossimo anno, ma la ristrutturazione del settore immobiliare rimarrà un forte ostacolo alla crescita per tutto l'anno” puntualizza Schmidt.

NEGLI USA NECESSARIA UNA VERA E PROPRIA RECESSIONE


Relativamente alla Federal Reserve statunitense, il Chief International Economist, T. Rowe Price ritiene che proseguirà con un ulteriore inasprimento nel corso del primo semestre come conseguenza di un resiliente mercato del lavoro statunitense. “La Fed non sarà in grado di raffreddarlo abbastanza senza innescare una recessione, per provocare un ritorno dell'inflazione al 2%. Ritengo necessaria una vera e propria recessione per restituire alla banca centrale una certa capacità di allentamento” spiega Schmidt.

RISCHI DI SOSTENIBILITA’ DEL DEBITO, SOPRATTUTTO IN EUROPA


Il quale non nasconde i rischi per la stabilità finanziaria sempre insiti in un rallentamento della crescita globale. “I tassi di interesse che le banche centrali sono state costrette a praticare per contenere l'inflazione hanno raggiunto livelli significativamente più alti che possono far riemergere rischi di sostenibilità del debito, soprattutto in Europa. Non è infatti per niente scontato che i mercati finanzieranno tutte le iniziative fiscali senza intoppi”, sottolinea il Chief International Economist, T. Rowe Price.

UNA FLESSIONE IMMOBILIARE GLOBALE


Inoltre, aggiunge Schmidt , questo sostenuto livello dei tassi è in grado di provocare una flessione immobiliare globale. “E’ vero che gli intermediari al centro del sistema finanziario mostrano solidità, tuttavia non si possono affatto trascurare le ricadute su altri segmenti meno regolamentati del sistema e l'impatto che una flessione immobiliare avrà sui bilanci del settore privato” conclude l’economista.

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