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Schroders vede l’economia cinese in ripresa nel 2023, opportunità in Borsa e nel debito

Per Schroders la crescita del PIL della Cina sarà circa il 5% nel 2023: nell’azionario preferiti i settori dell’energia rinnovabile, dei macchinari per l’edilizia e sanitario mentre debito e yuan cinese restano asset difensivi

di Leo Campagna 17 Dicembre 2022 09:00

financialounge -  PIL Cina Schroders
Alla luce della recessione che dovrebbe interessare molte economie dei mercati sviluppati, le esportazioni cinese potrebbero subire una contrazione l’anno prossimo: l’onere di guidare la ripresa in Cina ricade pertanto sulla domanda interna. A questo proposito sussistono ancora delle vulnerabilità legate alla politica “zero-Covid” e al crollo dell’attività nel settore immobiliare.

CRESCITA 2023 STIMATA INTORNO AL 5%


“Per contro, in positivo, vediamo una resiliente spesa per le infrastrutture che, dopo un solido 2022, dovrebbe continuare a supportare la crescita. Nel frattempo, mentre gli indicatori dell’edilizia abitativa potrebbero aver toccato il punto minimo, il settore dei servizi potrebbe beneficiare di qualsiasi allentamento delle restrizioni Covid che potrebbe emergere nel corso dell’anno” fa presente David Rees, Senior Emerging Markets Economist di Schroders. Il suo scenario di base vede una ripresa della crescita del PIL, dal 3% previsto per il 2022 a circa il 5% nel 2023, leggermente al di sopra di quanto generalmente atteso.

MERCATO AZIONARIO LEGATO AL CONTESTO MACROECONOMICO


Secondo Louisa Lo, Deputy Head Asia ex Japan Equities di Schroders, i mercati azionari cinesi continueranno a essere influenzati dal contesto macroeconomico globale, in particolare se si materializzerà un atterraggio morbido o duro in termini di rallentamento economico. Anche le tensioni tra Washington e Pechino guideranno la volatilità dei mercati azionari cinesi. “Dal momento che il governo cinese ha ribadito come prioritarie la sicurezza e l’autosufficienza della catena di approvvigionamento, è probabile un’accelerazione degli investimenti in aree di importanza strategica come la tecnologia, il settore militare e l’indipendenza della catena di approvvigionamento” riferisce Lo.

ENERGIA RINNOVABILE E SETTORE SANITARIO


La manager non esclude che i mercati possano rimbalzare bruscamente se all’orizzonte si moltiplicassero segnali di riapertura dell’economia e/o un graduale allontanamento dalla politica “zero-Covid” o ulteriori sforzi per sostenere il mercato immobiliare. Per contro, ammette, continuano a pesare sull’azionario cinese l’aumento dell’incertezza degli investitori sull’esecuzione delle politiche e sulla posizione del governo nei confronti delle imprese private e dei rendimenti degli azionisti. “Considerazioni che ci fanno privilegiare i settori allineati alle priorità politiche, come le società di energia rinnovabile (solare ed eolica), quelle di macchinari per l’edilizia, il settore sanitario e alcuni nomi dell’informatica” riferisce Lo.

DEBITO CINESE SEMPRE PIU’ “BENE RIFUGIO”


Per quanto riguarda invece il reddito fisso, Julia Ho, Head of Asian Macro and Asian Bonds di Schroders, nota come la sovraperformance 2022 delle obbligazioni cinesi onshore, che segue peraltro quelle registrate durante la pandemia di marzo 2020 e nel 2021, dimostri la resilienza e i vantaggi di diversificazione di questa asset class. Non a caso, gli investitori internazionali percepiscono il debito cinese sempre più come un “bene rifugio”.

POLITICA MONETARIA ACCOMODANTE


“Le prospettive per le obbligazioni cinesi onshore appaiono positive anche per il 2023, soprattutto se la forza del dollaro USA dovesse invertirsi. Riteniamo che i rendimenti dei titoli di Stato cinesi saranno probabilmente scambiati in un intervallo ristretto e stabili entrando nel 2023, dato che la People’s Bank of China dovrebbe mantenere una politica monetaria accomodante” conclude l’Head of Asian Macro and Asian Bonds di Schroders.

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