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Edmond de Rothschild vede opportunità nelle azioni, focus su Europa e Paesi emergenti

Benjamin Melman, Global Chief Investment Officer di Edmond de Rothschild AM avverte che comunque bisogna guardare a società redditizie e non troppo indebitate, e segnala i temi healthcare e dei big data

di Stefano Caratelli 7 Gennaio 2023 09:30

financialounge -  Benjamin Melman Edmond de Rothschild Asset Management mercati
Le azioni europee dovrebbero beneficiare della graduale normalizzazione dell'economia cinese attesa nel 2023, rimarranno sensibili alla crisi energetica e agli sviluppi del conflitto in Ucraina, su cui non sono possibili previsioni precise, ma con l'intuizione di un profilo più simmetrico rispetto a qualche tempo fa. Le azioni europee hanno retto molto meglio del previsto, nonostante i danni subiti dalla regione nel 2022, e possono ancora una volta rappresentare una sorpresa positiva, rendendo l'asset class essenziale nei portafogli.


IL TEMA HEALTHCARE CONTINUERÀ A FARE MEGLIO


E’ l’indicazione di Benjamin Melman, Global Chief Investment Officer di Edmond de Rothschild Asset Management, che avverte che comunque non è tanto l'allocazione geografica a fare la differenza, e nemmeno lo stile growth o value, quanto la ricerca di società redditizie, non troppo indebitate, e con una posizione finanziaria che consenta acquisizioni. Secondo Melman, il tema healthcare dovrebbe continuare a sovraperformare, in quanto valutato in modo interessante, beneficia di una crescita strutturale, e non è sensibile agli alti e bassi del ciclo.


LA DISINFLAZIONE SOSTERRÀ I MULTIPLI EUROPEI


L’esperto di Edmond de Rotschild sottolinea che anche la rivoluzione dei Big Data e la continua diffusione del loro impiego nei vari settori dell'economia continua a offrire ottime opportunità. E infine, in un contesto in cui il rapporto di lavoro sta subendo profondi cambiamenti, si dice anche convinto che le aziende aumenteranno strutturalmente gli investimenti in capitale umano. La temuta recessione del 2023 è ancora la paura più grande condivisa dagli investitori e riserva pochi effetti sorpresa, a differenza delle precedenti. Sui mercati azionari, la disinflazione sosterrà i multipli di valutazione così come l'inflazione li ha penalizzati nel 2022.


NON CONTARE SUL SOCCORSO DELLE BANCHE CENTRALI


Ma, osserva Melman, storicamente non si è mai vista una recessione senza un impatto negativo sui mercati azionari. Inoltre, è improbabile che nel 2023 si possa contare su un intervento delle banche centrali in soccorso dell'economia o dei mercati, a differenza delle precedenti recessioni. I mercati prevedono che la Fed inizierà a tagliare i tassi nella seconda metà dell'anno, ma l’esperto di Edmond de Rothschild lo ritiene improbabile, visti i recenti messaggi molto forti della Fed sulla necessità di mantenere i tassi alti per molti mesi e un’inflazione che, sebbene in rallentamento, rimarrà decisamente troppo alta rispetto agli standard delle banche centrali.


DIFFICILE ESSERE PESSIMISTI SULLE AZIONI


Inoltre, aggiunge Melman, il sostegno delle banche centrali in una fase di recessione è molto importante per gli investitori, in quanto li aiuta ad anticipare la conclusione della crisi. Alla luce di questa analisi e del problema di liquidità, è difficile essere particolarmente ottimisti sui mercati azionari. Ma è altrettanto difficile essere pessimisti, secondo l’esperto di Edmond de Rothschild: gli investitori hanno una scarsa esposizione e si mantengono cauti, il che significa che ogni buona notizia può portare a un forte rialzo.


MAGGIOR POTENZIALE DI RIMBALZO DELLE AZIONI EMERGENTI


Questo soprattutto se la liquidità del mercato è così bassa. Storicamente, ricorda Melman, i migliori punti di ingresso si sono rivelati proprio nel cuore di una fase recessiva. Probabilmente comunque occorrerà rimanere pazienti prima di aumentare le esposizioni. In un contesto di stabilizzazione della politica statunitense e di probabile normalizzazione della politica economica cinese, le azioni emergenti, dopo un lungo periodo di sottoperformance, secondo Melman hanno il maggior potenziale di rimbalzo.


AZIONI EUROPEE SUPPORTATE ANCHE DAL DOLLARO


Anche le azioni statunitensi, ma in misura minore, dovrebbero registrare una buona performance. La sottoperformance del growth, altamente rappresentato nell'S&P 500, dovuta all'aumento dei tassi, ha meno motivi per continuare, dato che siamo vicini alla fine del ciclo di rialzi. Le azioni europee, a differenza di quelle americane, sono state in grado di trarre vantaggio dal forte aumento dei tassi Usa grazie all'apprezzamento del dollaro, che ha incrementato gli utili delle società ad alto tasso di esportazione. Anche il dollaro dovrebbe stabilizzarsi l'anno prossimo con i tassi di riferimento statunitensi.

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