La metodologia
La rigorosa selezione di Etica Sgr per investire in “obbligazioni verdi”
Etica Sgr si è dotata di una rigorosa metodologia proprietaria di selezione dei green bond per evitare l’ecologismo di facciata e creare valore aggiunto per la comunità e per l’ambiente
di Leo Campagna 10 Gennaio 2023 14:10
Nel 2021 le emissioni di green bond hanno raggiunto i 523 miliardi di dollari, il 75% in più rispetto al volume raggiunto nel 2020. L’anno scorso, nonostante una previsione di riduzione del 16% circa delle emissioni di obbligazioni sostenibili, i green bond hanno continuano a essere i titoli più gettonati, con circa il 54% dell’ammontare totale delle emissioni. Volumi che confermano come i green bond, nati con lo scopo di legare uno strumento obbligazionario a obiettivi di mitigazione dei cambiamenti climatici e di miglioramento dell’efficienza energetica, siano sempre più diffusi nei portafogli degli investitori.
“Tra gli investimenti del green bond possiamo citare: la produzione di energia da fonti pulite e rinnovabili, la realizzazione di edifici eco-compatibili, l’uso sostenibile dei terreni, la tutela dell’ambiente e della biodiversità, i trasporti a impatto zero, il trattamento e il riciclo dei rifiuti, l’economia circolare. La selezione ammette anche green bond emessi da emittenti appartenenti a settori della ricerca scientifico-tecnologica che coinvolgono gli ambiti appena descritti” fanno sapere gli esperti di Etica Sgr.
In Italia, secondo i dati del Climate Bonds Iniziative, nel 2021 sono stati emessi green bond per 18,8 miliardi di dollari, contro i 124 miliardi della Francia, i 93 della Germania, i 43 della Svezia e i 35,7 della Spagna. “Lo Stato italiano ha emesso a marzo 2021 il suo primo Btp green (scadenza 2045) i cui proventi sono destinati al finanziamento delle spese con impatto ambientale positivo e per supportare la transizione ecologica” riferiscono i manager di Etica Sgr.
Le obbligazioni verdi rappresentano peraltro un elemento essenziale nel finanziamento del NextGenerationEU, il pacchetto da 800 miliardi di euro varato dalla Commissione Europea per agevolare la ripresa economica dopo la crisi pandemica. Si stima che sia possibile raccogliere attraverso questa tipologia di obbligazioni 250 miliardi di euro entro il 2026, cioè circa il 30% dell’intero piano.
Le linee guida a cui i principali enti di emissione fanno riferimento sono delineate dai Green Bond Principles (GBP), elaborate dall’International Capital Market Association (ICMA). “Aggiornate ogni anno, sono articolate su quattro pilastri fondamentali a cominciare dalla destinazione dei proventi che deve essere identificata con chiarezza da chi emette il titolo. È poi necessario seguire specifici procedimenti per valutare e selezionare i progetti, che devono rientrare in un elenco di categorie predefinite. L’emittente, invece, deve garantire la massima trasparenza nel comunicare la gestione dei proventi, mentre gli investitori devono essere aggiornati con report periodici sull’avanzamento dei progetti finanziati” specificano i professionisti di Etica Sgr.
Le linee guida dell’ICMA sono tuttavia solo una prima risposta al fenomeno del cosiddetto greenwashing, cioè all’ambientalismo di facciata. Etica Sgr si è infatti dotata di una rigorosa metodologia proprietaria di selezione di questi strumenti, ad ulteriore tutela dei suoi clienti. I fondi comuni etici della casa non investono in green bond di emittenti che appartengono a settori quali armamenti, gioco d’azzardo, combustibili fossili, di emittenti nell’ambito dell’energia nucleare o che siano in possesso di sabbie bituminose, e nemmeno di emittenti coinvolti in episodi negativi nell’ambito della corruzione, del rispetto dell’ambiente, del rispetto dei diritti dei lavoratori.
“I green bond i cui emittenti superano i filtri precedenti sono valutati da Etica Sgr in base ad una metodologia proprietaria che prevede, tra l’altro, l’analisi della Second Party Opinion e/o del Green Bond Framework e l’analisi del livello di rischio reputazionale, collegato ai temi ESG, dell’emittente del bond. Solo i bond che superano una certa soglia di valutazione definita da Etica Sgr possono divenire oggetto di investimento. Inoltre, i green bond vengono valutati da Etica Sgr anche durante la loro permanenza negli investimenti, sulla base di un proprietario framework di indicatori riguardanti le informazioni pubbliche fornite dagli emittenti e le informazioni dedotte durante eventuali attività di engagement” concludono gli esperti di Etica Sgr.
DOVE INVESTONO I GREEN BOND
“Tra gli investimenti del green bond possiamo citare: la produzione di energia da fonti pulite e rinnovabili, la realizzazione di edifici eco-compatibili, l’uso sostenibile dei terreni, la tutela dell’ambiente e della biodiversità, i trasporti a impatto zero, il trattamento e il riciclo dei rifiuti, l’economia circolare. La selezione ammette anche green bond emessi da emittenti appartenenti a settori della ricerca scientifico-tecnologica che coinvolgono gli ambiti appena descritti” fanno sapere gli esperti di Etica Sgr.
IL PRIMO BTP GREEN
In Italia, secondo i dati del Climate Bonds Iniziative, nel 2021 sono stati emessi green bond per 18,8 miliardi di dollari, contro i 124 miliardi della Francia, i 93 della Germania, i 43 della Svezia e i 35,7 della Spagna. “Lo Stato italiano ha emesso a marzo 2021 il suo primo Btp green (scadenza 2045) i cui proventi sono destinati al finanziamento delle spese con impatto ambientale positivo e per supportare la transizione ecologica” riferiscono i manager di Etica Sgr.
ESSENZIALI NEL FINANZIAMENTO DEL NEXTGENERATIONEU
Le obbligazioni verdi rappresentano peraltro un elemento essenziale nel finanziamento del NextGenerationEU, il pacchetto da 800 miliardi di euro varato dalla Commissione Europea per agevolare la ripresa economica dopo la crisi pandemica. Si stima che sia possibile raccogliere attraverso questa tipologia di obbligazioni 250 miliardi di euro entro il 2026, cioè circa il 30% dell’intero piano.
GLI STANDARD DELL’ICMA
Le linee guida a cui i principali enti di emissione fanno riferimento sono delineate dai Green Bond Principles (GBP), elaborate dall’International Capital Market Association (ICMA). “Aggiornate ogni anno, sono articolate su quattro pilastri fondamentali a cominciare dalla destinazione dei proventi che deve essere identificata con chiarezza da chi emette il titolo. È poi necessario seguire specifici procedimenti per valutare e selezionare i progetti, che devono rientrare in un elenco di categorie predefinite. L’emittente, invece, deve garantire la massima trasparenza nel comunicare la gestione dei proventi, mentre gli investitori devono essere aggiornati con report periodici sull’avanzamento dei progetti finanziati” specificano i professionisti di Etica Sgr.
CONSTRASTO AL GREENWASHING, L’ECOLOGISMO DI FACCIATA
Le linee guida dell’ICMA sono tuttavia solo una prima risposta al fenomeno del cosiddetto greenwashing, cioè all’ambientalismo di facciata. Etica Sgr si è infatti dotata di una rigorosa metodologia proprietaria di selezione di questi strumenti, ad ulteriore tutela dei suoi clienti. I fondi comuni etici della casa non investono in green bond di emittenti che appartengono a settori quali armamenti, gioco d’azzardo, combustibili fossili, di emittenti nell’ambito dell’energia nucleare o che siano in possesso di sabbie bituminose, e nemmeno di emittenti coinvolti in episodi negativi nell’ambito della corruzione, del rispetto dell’ambiente, del rispetto dei diritti dei lavoratori.
TUTTTI I CONTROLLI DI ETICA SGR
“I green bond i cui emittenti superano i filtri precedenti sono valutati da Etica Sgr in base ad una metodologia proprietaria che prevede, tra l’altro, l’analisi della Second Party Opinion e/o del Green Bond Framework e l’analisi del livello di rischio reputazionale, collegato ai temi ESG, dell’emittente del bond. Solo i bond che superano una certa soglia di valutazione definita da Etica Sgr possono divenire oggetto di investimento. Inoltre, i green bond vengono valutati da Etica Sgr anche durante la loro permanenza negli investimenti, sulla base di un proprietario framework di indicatori riguardanti le informazioni pubbliche fornite dagli emittenti e le informazioni dedotte durante eventuali attività di engagement” concludono gli esperti di Etica Sgr.