L'operazione

Microsoft-Activision Blizzard, arriva lo stop dell'Antitrust europeo

La Commissione invierà una dichiarazione di obiezione a Microsoft. Lo scorso gennaio Microsoft aveva annunciato l’intenzione di acquisire il colosso di Call of Duty

di Stefano Silvestri 17 Gennaio 2023 10:02

financialounge -  Activision Blizzard Antitrust finanza microsoft smart
Chissà se Phil Spencer, amministratore delegato di Microsoft Gaming e principale referente delle piattaforme videoludiche di Xbox e Windows, nell’immaginare l’acquisizione di Activision Blizzard King (ABK) ha valutato i venti contrari che si sarebbe trovato ad affrontare. E chissà, oggi, se potendo tornare indietro nel tempo procederebbe comunque all’accordo da 68,7 miliardi di dollari che un anno fa ha scosso le fondamenta del mondo del gaming.

I DUBBI DELLA CONCORRENZA


Lo scorso gennaio, infatti, Microsoft ha annunciato l’intenzione di acquisire il colosso di Call of Duty con l'obiettivo di chiudere l'accordo entro giugno 2023. E nonostante abbia ripetutamente dichiarato che qualora l'accordo dovesse essere concluso non diverrebbe il leader mondiale nel settore dei videogiochi, e sebbene abbia promesso che continuerà a fornire Call of Duty su piattaforme di gioco diverse da quelle di Microsoft, i concorrenti hanno sollevato più di un’obiezione. Se Sony, prevedibilmente, ha paventato una situazione di monopolio che lederebbe gli interessi dei videogiocatori e del settore stesso del gaming, ha destato maggior sorpresa il fatto che negli scorsi giorni anche Google e Nvidia abbiano espresso i loro dubbi alla Federal Trade Commission americana. A loro avviso, infatti, l’operazione darebbe a Microsoft un vantaggio eccessivo nell’ambito del cloud gaming, dei servizi legati alle sottoscrizioni e del mobile gaming (King è l’azienda dietro Candy Crush).

L’ORIENTAMENTO DELLA FTC


Lo scorso 8 dicembre l’americana Federal Trade Commission ha dichiarato che l’acquisizione di Activision Blizzard King violerebbe la legge degli Stati Uniti. La FTC ha ricordato che Microsoft nel recente passato ha acquistato Zenimax, proprietaria di Bethesda, dapprima sostenendo che non avrebbe impedito ai giocatori di far girare il relativo catalogo su console diverse da Xbox, salvo poi trasformare in esclusive titoli prima multipiattaforma quali Elder Scrolls VI, Redfall e Starfield. Microsoft lo scorso 23 dicembre ha quindi presentato una risposta alla FTC di ben 37 pagine, sostenendo che non trasformerà Call of Duty in esclusiva e dipingendo Sony come un leader del mercato dominante che vuole ostacolare l'innovazione di cui potrebbero beneficiare i consumatori dalla conclusione dell’accordo. Poi però è arrivato un inaspettato affondo contro la stessa FTC, i cui procedimenti sarebbero da considerarsi irricevibili poiché la struttura stessa della commissione violerebbe l'Articolo II della Costituzione degli Stati Uniti e la separazione dei poteri. Un’accusa poi ritrattata pochi giorni fa, lo scorso 6 gennaio.

PERPLESSITÀ EUROPEE


Veniamo così a queste ore, in cui circola con sempre più insistenza la voce secondo cui l’antitrust dell’Unione europea starebbe preparando a sua volta una contestazione nella quale esporrà le proprie preoccupazioni riguardo all'acquisizione di ABK. Il verbale dovrebbe essere inviato a Microsoft nelle prossime settimane, secondo alcune fonti, in vista della decisione finale che verrà presa il prossimo 11 aprile. A Microsoft non è restato che dichiarare quanto segue: "Stiamo continuando a lavorare con la Commissione Europea per affrontare eventuali preoccupazioni del mercato. Il nostro obiettivo è portare più giochi a più persone e questo accordo ci aiuterà a raggiungerlo”. Non manca molto quindi alla conclusione di una vicenda che in questi mesi ha appassionato gli addetti ai lavori e i videogiocatori, preoccupati di non poter più giocare un domani a Call of Duty su PlayStation. Ma vista la contrarietà sia della FTC americana, sia dell’Antitrust europeo, una conclusione dell’accordo che sia positiva per Microsoft pare sempre più lontana.

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