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Columbia Threadneedle Investments: l'annunciata grande recessione è cancellata?

Secondo Steven Bell (Columbia Threadneedle Investments) se l'indice dei costi dell'occupazione Usa si manterrà elevato, la Fed sarà spinta ad aumentare i tassi più di quanto il mercato si aspetti e a mantenerli alti più a lungo

di Leo Campagna 26 Gennaio 2023 14:26

financialounge -  Columbia Threadneedle Investments mercati Steven Bell
Esperti finanziari, economisti e analisti hanno continuato a spiegare che, sia negli Stati Uniti che in Europa,  una recessione quest’inverno fosse inevitabile. In Europa, la causa era rappresentata dai prezzi dell'energia molto alti mentre negli Stati Uniti serviva una recessione per controllare l'inflazione.

I DATI SEMBRANO ALLONTANARE LA RECESSIONE


“Osservando i dati sembra che non l’avremo” commenta Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments che poi spiega: “Negli Stati Uniti  i consumatori hanno usato il denaro accumulato durante il periodo di pandemia per le spese. In Europa, invece, grazie al contenimento della domanda di gas, al ricorso a forniture alternative e al clima favorevole, si è registrato un forte calo dei prezzi del gas naturale. Sebbene siano ancora al doppio dei livelli per la fornitura del prossimo inverno, risultano molto più bassi rispetto a quelli di qualche mese fa”.

DECISA INVERSIONE DI TENDENZA PER L’INFLAZIONE


Nel frattempo, negli Stati Uniti i dati degli ultimi mesi sull'inflazione segnalano una decisa inversione di tendenza. A questo punto ci si chiede se la recessione sia cancellata o soltanto rimandata. “Per l'Europa continentale sembra ora prospettarsi un 2023 con crescita lenta, ma senza recessione. I consumatori europei sono stati spaventati dalla prospettiva di bollette energetiche elevate ed hanno contenuto le spese ma nei prossimi mesi potrebbe aumentare. Perché, se è vero che i redditi reali in Europa sono stati compressi, la disoccupazione resta contenuta ed è probabile che con l’arrivo della primavera cresca la fiducia” riferisce Bell.

LE PROBABILITÀ SONO ANCORA PER UNA RECESSIONE NEGLI USA


Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il miglioramento dell'inflazione contribuisce a incrementare le possibilità di un atterraggio morbido. Tuttavia, secondo il Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle, le probabilità sono ancora a favore di una recessione. “L’inflazione salariale resta troppo alta per la rigidità del mercato del lavoro e questo implica che la Federal Reserve non possa allentare la presa.

FOCUS SUI COSTI DELL’OCCUPAZIONE


“Gli aumenti salariali dei lavoratori statunitensi che cambiano lavoro continuano ad accelerare rispetto ai lavoratori fedeli al proprio posto e questo indica che il carovita salariale è destinato a salire di ritmo. A fine mese sarà reso noto il dato definitivo dell'indice dei costi dell'occupazione seguito con attenzione dalla Fed. Se quest’ultimo si manterrà elevato, la Fed sarà spinta ad aumentare i tassi più di quanto il mercato si aspetti e a mantenerli alti più a lungo” specifica Bell.

MARGINI INDUSTRIALI SEMPRE PIÙ SOTTO PRESSIONE


Secondo il quale gli Stati Uniti sono sull'orlo di un significativo indebolimento del mercato del lavoro che vedrà report negativi sull'occupazione nei prossimi 3-6 mesi. “I margini industriali sono sempre più sotto pressione e le aziende ricorreranno a tagli dei posti di lavoro. Un trend in aumento in aumento nelle grandi aziende ma che sta interessando anche le imprese più piccole. I consumatori potrebbero disporre ma solo temporaneamente dei sussidi di previdenza sociale di questo mese, ma la tendenza sarà quella di una spesa più debole e di un'economia statunitense più fiacca” conclude il Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments.

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