Valute e commercio

Vontobel: la moneta unica di Brasile e Argentina è solo un abbaglio, ecco perché

Thierry Larose, Senior Portfolio Manager di Vontobel, spiega che si era parlato solo di creare un’unità di conto per favorire gli scambi, un tentativo già fatto in America Larina con il SUCRE e finito con un fallimento

di Stefano Caratelli 27 Gennaio 2023 12:51

financialounge -  Argentina brasile mercati Thierry Larose Vontobel Asset Management
Da qualche giorno circolano notizie su una moneta comune tra Brasile e Argentina, ma si tratta probabilmente solo di un'interpretazione errata dei media delle dichiarazioni fuorvianti di Sergio Massa, ministro dell'Economia argentino. L'idea che i due grandi paesi sudamericani trarrebbero beneficio da una moneta comune è priva di fondamento. Non avrebbe alcun senso per il Brasile, che ha un’inflazione al consumo del 5,8% e 330 miliardi di dollari di riserve valutarie, vincolare il proprio destino monetario a un insolvente seriale come l'Argentina, che ha l'inflazione al 95% e meno di 10 miliardi di dollari di riserve nette.

IL PRECEDENTE DEL SUCRE IN FUNZIONE ANTI-DOLLARO


Lo sostiene Thierry Larose, Senior Portfolio Manager di Vontobel, sottolineando che la discussione tra Brasile e Argentina si è invece concentrata sull'introduzione di un'unità di conto per facilitare e incrementare il commercio bilaterale. L’unità di conto non servirebbe né come mezzo di scambio né come riserva, e pertanto, non corrisponderebbe alla definizione di valuta. Larose spiega che un esempio di unità di conto che non è una valuta è rappresentato dai Diritti Speciali di Prelievo del FMI, ma il paragone migliore per capire cosa intendeva il ministro argentino è il poco conosciuto SUCRE, acronimo spagnolo che sta per "Sistema Unificato di Compensazione Regionale", proposto inizialmente da Cuba per facilitare il commercio transfrontaliero tra i regimi "bolivariani" dell'America Latina: Bolivia, Cuba, Nicaragua, e Venezuela.

MA FU UN TOTALE FALLIMENTO


L'iniziativa aveva lo scopo di liberare questi Paesi dalla morsa del dollaro come valuta ineludibile per gli scambi internazionali, non solo perché i regimi bolivariani sono antiamericani per natura, ma anche perché la maggior parte di questi Paesi ha scarse riserve e un accesso limitato ai finanziamenti in dollari per pagare le importazioni. Purtroppo per loro, sottolinea l’esperto di Vontobel, l'iniziativa è stata un completo fallimento, con poche e modeste transazioni portate a termine saltuariamente, spiegando che il motivo una soluzione di questo tipo finisce inevitabilmente per essere un modo di prendere in prestito a basso costo da Paesi con alte riserve e surplus commerciale.

LO STESSO DESTINO PER L’UNITÀ DI CONTO BRASILE-ARGENTINA


Ma questi ultimi hanno pochi incentivi ad aderire ad un tale sistema, al di là forse di una gratificazione ideologica, secondo Larose. Il SUR, nome proposto per l'unità di conto tra Brasile e Argentina, molto probabilmente andrebbe incontro allo stesso destino del SUCRE, secondo l’esperto di Vontobel. Il ministro delle Finanze brasiliano Fernando Haddad e quello dell'Economia argentino Sergio Massa avevano cercato di convincere il pubblico che il finanziamento del commercio sarebbe stato garantito da un fondo di stabilizzazione.

L’ARGENTINA NON PUÒ SEMPLICEMENTE PERMETTERSELO


Ma ci si può solo chiedere, osserva Larose in conclusione, come l'Argentina possa permettersi di alimentare un tale fondo se il suo accesso al dollaro è così scarso: purtroppo, dare un nome diverso a un problema non aiuta a risolverlo.

Trending