Stretta monetaria
Perché secondo Pictet la Fed non sospenderà a breve i rialzi dei tassi
Thomas Costerg (Pictet Wealth Management) vede il tasso sui Fed funds che si assesterà poco sopra il 5% entro maggio 2023: da quel momento la banca centrale farà una pausa e manterrà i tassi stabili fino alla fine dell'anno
di Leo Campagna 31 Gennaio 2023 08:00
Mercoledì 1 febbraio, nella prossima riunione la Federal Reserve statunitense dovrebbe fornire nuove importanti indicazioni per l’economia e i mercati finanziari. Secondo Thomas Costerg, Senior US Economist di Pictet Wealth Management, è probabile che stavolta il rialzo dei tassi sia di 25 punti base (+0,25%), che rappresenterebbe una riduzione del ritmo dei rialzi, dopo i 50 punti base di dicembre e i 75 punti base di novembre.
“Una decisione propiziata dal rallentamento dei recenti dati dell'inflazione che potrebbero aver reso la Fed meno preoccupata. Anche i segnali di rallentamento dei consumi privati, soprattutto durante il periodo natalizio, sembrano indicare una domanda avviata ad allinearsi maggiormente all'offerta. Infine, non si può escludere che la banca centrale USA indichi di tenere conto dei lunghi ritardi della politica monetaria, dopo i forti rialzi dei tassi del 2022” spiega Costerg.
In ogni caso, secondo l’economista di Pictet Wealth Management, la Fed resta concentrata sul mercato del lavoro statunitense. La sua preoccupazione è che rimanga troppo rigido, al punto che gli aumenti salariali siano resilienti, continuando ad alimentare l'inflazione dei servizi. In particolare, nota Costerg , le aperture di posti di lavoro JOLTS (Job Openings and Labour Turnover Survey) risultano sono ancora troppo elevate, soprattutto rispetto al numero di disoccupati.
Proprio quest’ultima considerazione fa ritenere all’economista di Pictet Wealth Management molto improbabile una sospensione dei rialzi dei tassi da parte della Fed. Costerg ritiene infatti probabile che l’istituto centrale USA spinga i tassi oltre il 5% nel breve, in linea con il grafico statistico a puntini (dot plot) di dicembre, che indicava un tasso terminale del 5,1% quest'anno.
Tornano alla riunione di mercoledì, una delle incertezze principali riguarderà come Powell valuterà l'evoluzione delle condizioni finanziarie. “Il rischio che non si può escludere è che il presidente della Fed si esprima in modo guardingo e diffidente, alla luce del suo disappunto per il recente allentamento delle condizioni finanziarie e per il forte aumento dei prezzi azionari registrato in questo primo mese dell’anno. Powell, ricordiamolo, nella riunione di dicembre, aveva insistito sulla criticità della trasmissione della politica monetaria statunitense attraverso i mercati finanziari” riferisce Costerg.
Secondo l’economista di Pictet Wealth Management la Fed dovrebbe proseguire nel suo ciclo di rialzo dei tassi di interesse con incrementi di 25 punti base e che il tasso sui Fed funds si assesterà leggermente al di sopra del 5% entro maggio 2023. Da quel momento l’istituto centrale si metterà in pausa mantenendo i tassi stabili fino alla fine dell'anno. Piuttosto improbabile, per Costerg, che la Fed condivida le attuali previsioni di mercato di tagli dei tassi a partire da luglio.
“Per avviare il taglio dei tassi dovrebbero registrarsi diversi mesi di perdita netta di posti di lavoro, cosa che sembra improbabile prima dell'inizio del 2024. In questa fase, la banca centrale statunitense è concentrata sulla possibile ri-accelerazione dell'inflazione e preferisce trascurare gli impatti per una una forte disinflazione dovuta a una recessione economica. Tuttavia, il rischio di un errore di politica monetaria resta elevato. La Fed potrebbe infatti aver sottovalutato i ritardi sull’economia reale delle politiche monetarie e che la crescita del 2023 possa essere frenata più del previsto dalla forte stretta monetaria del 2022” conclude il Senior US Economist di Pictet Wealth Management.
UNA FED MENO PREOCCUPATA DAI RECENTI DATI SULL’INFLAZIONE
“Una decisione propiziata dal rallentamento dei recenti dati dell'inflazione che potrebbero aver reso la Fed meno preoccupata. Anche i segnali di rallentamento dei consumi privati, soprattutto durante il periodo natalizio, sembrano indicare una domanda avviata ad allinearsi maggiormente all'offerta. Infine, non si può escludere che la banca centrale USA indichi di tenere conto dei lunghi ritardi della politica monetaria, dopo i forti rialzi dei tassi del 2022” spiega Costerg.
FOCUS SUL MERCATO DEL LAVORO
In ogni caso, secondo l’economista di Pictet Wealth Management, la Fed resta concentrata sul mercato del lavoro statunitense. La sua preoccupazione è che rimanga troppo rigido, al punto che gli aumenti salariali siano resilienti, continuando ad alimentare l'inflazione dei servizi. In particolare, nota Costerg , le aperture di posti di lavoro JOLTS (Job Openings and Labour Turnover Survey) risultano sono ancora troppo elevate, soprattutto rispetto al numero di disoccupati.
TASSO TERMINALE DEI FED FUNDS USA OLTRE IL 5%
Proprio quest’ultima considerazione fa ritenere all’economista di Pictet Wealth Management molto improbabile una sospensione dei rialzi dei tassi da parte della Fed. Costerg ritiene infatti probabile che l’istituto centrale USA spinga i tassi oltre il 5% nel breve, in linea con il grafico statistico a puntini (dot plot) di dicembre, che indicava un tasso terminale del 5,1% quest'anno.
IL RISCHIO È CHE POWELL SI ESPRIMA DA FALCO
Tornano alla riunione di mercoledì, una delle incertezze principali riguarderà come Powell valuterà l'evoluzione delle condizioni finanziarie. “Il rischio che non si può escludere è che il presidente della Fed si esprima in modo guardingo e diffidente, alla luce del suo disappunto per il recente allentamento delle condizioni finanziarie e per il forte aumento dei prezzi azionari registrato in questo primo mese dell’anno. Powell, ricordiamolo, nella riunione di dicembre, aveva insistito sulla criticità della trasmissione della politica monetaria statunitense attraverso i mercati finanziari” riferisce Costerg.
IL PERCORSO DELLA FED DA QUI A FINE ANNO
Secondo l’economista di Pictet Wealth Management la Fed dovrebbe proseguire nel suo ciclo di rialzo dei tassi di interesse con incrementi di 25 punti base e che il tasso sui Fed funds si assesterà leggermente al di sopra del 5% entro maggio 2023. Da quel momento l’istituto centrale si metterà in pausa mantenendo i tassi stabili fino alla fine dell'anno. Piuttosto improbabile, per Costerg, che la Fed condivida le attuali previsioni di mercato di tagli dei tassi a partire da luglio.
COSA DOVREBBE SUCCEDERE PERCHÉ LA FED INIZI A TAGLIARE I TASSI
“Per avviare il taglio dei tassi dovrebbero registrarsi diversi mesi di perdita netta di posti di lavoro, cosa che sembra improbabile prima dell'inizio del 2024. In questa fase, la banca centrale statunitense è concentrata sulla possibile ri-accelerazione dell'inflazione e preferisce trascurare gli impatti per una una forte disinflazione dovuta a una recessione economica. Tuttavia, il rischio di un errore di politica monetaria resta elevato. La Fed potrebbe infatti aver sottovalutato i ritardi sull’economia reale delle politiche monetarie e che la crescita del 2023 possa essere frenata più del previsto dalla forte stretta monetaria del 2022” conclude il Senior US Economist di Pictet Wealth Management.