Strategie di investimento
Per RBC BlueBay AM il debito emergente dovrebbe rivelarsi più prospero nel 2023
Secondo Polina Kurdyavko (RBC BlueBay Asset Management) alcuni dei principali ostacoli che hanno penalizzato nel 2022 il debito emergente stanno gradualmente rientrando
di Leo Campagna 6 Febbraio 2023 10:58
Il 2022 è stato un anno difficile per i mercati emergenti per la combinazione di tre fattori principali. L’aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti combinato con la ripresa dell'attività economica dopo la fase acuta della pandemia e lo stimolo politico hanno determinato una crescita dei prezzi al consumo significativa. Questa, a sua volta, ha indotto la Federal Reserve statunitense ad un aggressivo restringimento del ciclo di politica monetaria che ha rafforzato il dollaro ed ha portato ad un rendimento netto negativo totale per molte asset class a reddito fisso.
In secondo luogo, la guerra in Ucraina ha provocato un sostanziale aumento dei prezzi delle materie prime e ha innescato un’inflazione non-core sui massimi di quasi 40 anni in molte parti del mondo, esercitando anche ulteriore pressione per il rialzo dei tassi. Infine, la crisi del settore immobiliare in Cina e i successivi errori politici e una rigorosa stretta creditizia, nonché una scrupolosa politica zero COVID, hanno rallentato la crescita del PIL cinese.
“Il risultato è stato un sell-off nel reddito fisso in stile 2008, con una quantità senza precedenti di ritiro di liquidità (quasi 84 miliardi di dollari alla fine di ottobre). La perdita massima dal picco al minimo nel 2021-22 nell’indice sovrano in valuta forte dei mercati emergenti (EM) è stata del 28%, confrontabile con il sell-off del 29% cui abbiamo assistito durante la crisi finanziaria globale del 2008-2009” fa sapere Polina Kurdyavko, Head of BlueBay Emerging Markets di RBC BlueBay Asset Management che, tuttavia, sta iniziando a notare alcuni primi accenni di potenziale stabilizzazione.
Polina Kurdyavko, Head of BlueBay Emerging Markets di RBC BlueBay Asset Management
L’inflazione statunitense viaggia da qualche mese al di sotto delle attese e anche i prezzi al consumo dell’eurozona stanno iniziando a sorprendere al ribasso. Non si può escludere che, entro il 2023, possa materializzarsi la fine della guerra in Ucraina, in una forma o nell'altra, con importanti conseguenze positive per i mercati dell'energia. “In effetti” spiega Kurdyavko “la maggior parte dei prezzi delle materie prime energetiche si attesta già al di sotto del loro picco. Il tutto mentre la Cina sembra cercare con più fermezza la strada per riaprire la sua economia sviluppando anche un piano in 16 punti per sostenere il settore immobiliare”.
La manager di RBC BlueBay Asset Management parte poi dall'elevato carry (al momento quasi il 9%) del debito emergente in valuta forte per stimare il possibile rendimento. “Con un orizzonte di 12 mesi pensiamo che ci sia l’80% delle probabilità di un rendimento positivo con un guadagno medio intorno al 9%. Le prospettive sono ancora più allettanti per gli investitori a lungo termine che detengono questa asset class più a lungo” riferisce Kurdyavko.
Secondo Kurdyavko anche i fattori tecnici potrebbero fornire un supporto all’asset class. “Numerosi investitori istituzionali rimasti sottopeso potrebbero ora cercare di riposizionarsi: se questi afflussi dovessero materializzarsi, il restringimento degli spread potrebbe essere significativo. Tuttavia, riuscire a investire sui minimi è quasi impossibile pertanto consigliamo di impiegare piccoli importi in modo costante mediando in tal modo il costo e il rischio complessivo” suggerisce la Head of BlueBay Emerging Markets di RBC BlueBay Asset Management, per la quale il 2023 dovrebbe rivelarsi più prospero rispetto allo scorso anno, con alcuni dei principali ostacoli che hanno penalizzato nel 2022 il debito emergente che stanno gradualmente rientrando.
GUERRA IN UCRAINA E CRISI DEL SETTORE IMMOBILIARE IN CINA
In secondo luogo, la guerra in Ucraina ha provocato un sostanziale aumento dei prezzi delle materie prime e ha innescato un’inflazione non-core sui massimi di quasi 40 anni in molte parti del mondo, esercitando anche ulteriore pressione per il rialzo dei tassi. Infine, la crisi del settore immobiliare in Cina e i successivi errori politici e una rigorosa stretta creditizia, nonché una scrupolosa politica zero COVID, hanno rallentato la crescita del PIL cinese.
UN SELL-OFF DEI BOND IN STILE 2008
“Il risultato è stato un sell-off nel reddito fisso in stile 2008, con una quantità senza precedenti di ritiro di liquidità (quasi 84 miliardi di dollari alla fine di ottobre). La perdita massima dal picco al minimo nel 2021-22 nell’indice sovrano in valuta forte dei mercati emergenti (EM) è stata del 28%, confrontabile con il sell-off del 29% cui abbiamo assistito durante la crisi finanziaria globale del 2008-2009” fa sapere Polina Kurdyavko, Head of BlueBay Emerging Markets di RBC BlueBay Asset Management che, tuttavia, sta iniziando a notare alcuni primi accenni di potenziale stabilizzazione.
Polina Kurdyavko, Head of BlueBay Emerging Markets di RBC BlueBay Asset Management
L’INFLAZIONE INIZIA A SORPRENDERE AL RIBASSO
L’inflazione statunitense viaggia da qualche mese al di sotto delle attese e anche i prezzi al consumo dell’eurozona stanno iniziando a sorprendere al ribasso. Non si può escludere che, entro il 2023, possa materializzarsi la fine della guerra in Ucraina, in una forma o nell'altra, con importanti conseguenze positive per i mercati dell'energia. “In effetti” spiega Kurdyavko “la maggior parte dei prezzi delle materie prime energetiche si attesta già al di sotto del loro picco. Il tutto mentre la Cina sembra cercare con più fermezza la strada per riaprire la sua economia sviluppando anche un piano in 16 punti per sostenere il settore immobiliare”.
LA STIMA DI RENDIMENTO
La manager di RBC BlueBay Asset Management parte poi dall'elevato carry (al momento quasi il 9%) del debito emergente in valuta forte per stimare il possibile rendimento. “Con un orizzonte di 12 mesi pensiamo che ci sia l’80% delle probabilità di un rendimento positivo con un guadagno medio intorno al 9%. Le prospettive sono ancora più allettanti per gli investitori a lungo termine che detengono questa asset class più a lungo” riferisce Kurdyavko.
I FATTORI TECNICI POSSONO OFFRIRE SUPPORTO
Secondo Kurdyavko anche i fattori tecnici potrebbero fornire un supporto all’asset class. “Numerosi investitori istituzionali rimasti sottopeso potrebbero ora cercare di riposizionarsi: se questi afflussi dovessero materializzarsi, il restringimento degli spread potrebbe essere significativo. Tuttavia, riuscire a investire sui minimi è quasi impossibile pertanto consigliamo di impiegare piccoli importi in modo costante mediando in tal modo il costo e il rischio complessivo” suggerisce la Head of BlueBay Emerging Markets di RBC BlueBay Asset Management, per la quale il 2023 dovrebbe rivelarsi più prospero rispetto allo scorso anno, con alcuni dei principali ostacoli che hanno penalizzato nel 2022 il debito emergente che stanno gradualmente rientrando.