Tassi d'interesse e mercati
La Financière de l’Échiquier: i mercati accettano i rialzi dei tassi, l'importante è battere l'inflazione
Alexis Bienvenu, gestore di La Financière de l’Echiquier, spiega perché i mercati hanno reagito positivamente agli ultimi rialzi delle banche centrali
di Antonio Cardarelli 7 Febbraio 2023 16:40
La fine dell'inverno monetario è più vicina? È la domanda che si fanno gli investitori da alcuni mesi, con gli occhi sempre fissi sull'andamento dell'inflazione e sui dati macroeconomici, che per ora non segnalano con chiarezza recessioni in arrivo. Per spiegare il momento dei mercati, e analizzare i recenti rialzi di Borsa, Alexis Bienvenu, gestore di La Financière de l’Echiquier, parte dallo scorso 26 agosto, quando a Jackson Hole Jerome Powell "in soli 9 minuti mandava i mercati al tappeto" dichiarando di voler perseguire una politica monetaria di sudore e lacrime per controllare l'inflazione che, a suo dire, avrebbe provocato molta sofferenza ancora a lungo termine.
Nelle sei settimane successive, ricorda l'esperto, l'indice S&P 500 perse il 12% e il decennale Usa arrivò al 4,2% dal 3%. Oggi le banche centrali continuano ad alzare i tassi, negli Usa come in Europa (dove è in corso anche la riduzione del bilancio della Bce), ma l'atteggiamento del mercato è ben diverso. "I mercati azionari e obbligazionari applaudono e altrettanto fanno il giorno successivo, al termine della riunione della Bce che aumenta il tasso di riferimento di 50 punti base e annuncia un simile rialzo per il mese prossimo", commenta Bienvenu. Ciò significa che i mercati apprezzano le politiche monetarie più dure? Secondo l'esperto di La Financière de l’Echiquier la risposta è sì, a una condizione però: che si abbia l’impressione di aver vinto la lotta all'inflazione.
Secondo Bienvenu è esattamente quello che i mercati stanno percependo in questo momento. Anche se l'obiettivo del 2% è ancora lontano, la traiettoria dell'inflazione è chiaramente in calo, più negli Usa che in Europa al momento. "E l'effetto base per i mesi a venire, in coincidenza con il primo anno di guerra in Ucraina, si preannuncia meccanicamente ribassista", aggiunge l'esperto. L'esperto di La Financière de l’Echiquier mette in guardia dal rischio di festeggiare "prima di avere la pelle dell'orso del parco di Jackson Hole", ma ricorda anche che "nel mercato paga l’agire per primi a costo anche di correre dei rischi, lasciando soltanto le briciole ai più prudenti". Inoltre, conclude Bienvenu, il rischio non è poi così grande perché "i tassi di riferimento e quelli a lungo termine dovranno arretrare dato che i tassi reali non possono rimanere positivi a lungo nei nostri sistemi che reggono solo grazie al debito".
VINCERE CONTRO L'INFLAZIONE
Nelle sei settimane successive, ricorda l'esperto, l'indice S&P 500 perse il 12% e il decennale Usa arrivò al 4,2% dal 3%. Oggi le banche centrali continuano ad alzare i tassi, negli Usa come in Europa (dove è in corso anche la riduzione del bilancio della Bce), ma l'atteggiamento del mercato è ben diverso. "I mercati azionari e obbligazionari applaudono e altrettanto fanno il giorno successivo, al termine della riunione della Bce che aumenta il tasso di riferimento di 50 punti base e annuncia un simile rialzo per il mese prossimo", commenta Bienvenu. Ciò significa che i mercati apprezzano le politiche monetarie più dure? Secondo l'esperto di La Financière de l’Echiquier la risposta è sì, a una condizione però: che si abbia l’impressione di aver vinto la lotta all'inflazione.
MUOVERSI PRIMA PAGA
Secondo Bienvenu è esattamente quello che i mercati stanno percependo in questo momento. Anche se l'obiettivo del 2% è ancora lontano, la traiettoria dell'inflazione è chiaramente in calo, più negli Usa che in Europa al momento. "E l'effetto base per i mesi a venire, in coincidenza con il primo anno di guerra in Ucraina, si preannuncia meccanicamente ribassista", aggiunge l'esperto. L'esperto di La Financière de l’Echiquier mette in guardia dal rischio di festeggiare "prima di avere la pelle dell'orso del parco di Jackson Hole", ma ricorda anche che "nel mercato paga l’agire per primi a costo anche di correre dei rischi, lasciando soltanto le briciole ai più prudenti". Inoltre, conclude Bienvenu, il rischio non è poi così grande perché "i tassi di riferimento e quelli a lungo termine dovranno arretrare dato che i tassi reali non possono rimanere positivi a lungo nei nostri sistemi che reggono solo grazie al debito".