L’analisi

AllianceBernstein: ecco perché il rimbalzo dell’azionario emergente è sostenibile

Gli esperti della grande casa analizzano le prospettive economiche, a cominciare dalla Cina, e prevedono un’accelerazione degli utili societari, con valutazioni interessanti rispetto a quelle dei mercati sviluppati

di Stefano Caratelli 9 Febbraio 2023 08:00

financialounge -  AB Alliance Bernstein cina mercati mercati emergenti
Le azioni dei Mercati Emergenti sono reduci da un lungo periodo difficile. Dopo il picco di fine 2010 hanno sottoperformato i mercati sviluppati ma ora il cambiamento di regime globale potrebbe contribuire a migliorare le condizioni dei titoli dei paesi in via di sviluppo. In Cina e nei Mercati Emergenti si respira un'aria di speranza e diverse tendenze moleste potrebbero essere in via di attenuazione e persino trasformarsi in fattori d'impulso. Dopo il brusco calo delle valutazioni e delle previsioni di utili, sembra arrivato il momento giusto per guardare di nuovo alle azioni cinesi e emergenti, che hanno iniziato a sovraperformare in un rimbalzo che può essere sostenuto nel tempo.

UTILI E VALUTAZIONI SOLIDO PUNTO DI PARTENZA


Lo sostengono in un approfondimento Sammy Suzuki, CFA| Head—Emerging Markets Equities; Co-Chief Investment Officer—Strategic Core Equities, Sergey Davalchenko| Chief Investment Officer—Emerging Markets Growth Equities, e Stuart Rae| Chief Investment Officer—Emerging Markets Value Equities and Asia-Pacific Value Equities di AllianceBernstein. Gli esperti della grande casa sottolineano che valutazioni e aspettative di utile rappresentano un solido punto di partenza in un contesto macro tornato favorevole agli emergenti, e prevedono una nuova accelerazione della crescita degli utili, a fronte di valutazioni delle azioni interessanti rispetto alla media storica e a quelle dei mercati sviluppati, di cui gli investitori possano beneficiare.

VALORE NEI TITOLI GROWTH MA NON SOLO


In particolare, AllianceBernstein vede "valore" nei titoli growth dopo il forte ribasso ma ritiene che si possano individuare opportunità interessanti in tutto il mercato, anche nelle azioni value e in quelle a bassa volatilità. La strada da percorrere non sarà agevole, con lo scontro tra le superpotenze economiche che potrebbe rinfocolare le tensioni geopolitiche e i timori di guerra commerciale. Per questo, anche in condizioni più favorevoli, AllianceBernstein raccomanda un approccio di investimento attivo e altamente selettivo, modulato a seconda della propensione al rischio e degli obiettivi a lungo termine.

IMPULSO DALLA RIAPERTURA DELLA CINA


L’analisi di Suzuki, Davalchenko e Rae sottolinea che i fattori negativi sono stati esacerbati negli ultimi trimestri, quando le Economie Emergenti si sono trovate alle prese con il rapido inasprimento dei tassi d'interesse della maggior parte delle banche centrali. Ma dopo questi aggiustamenti, i guadagni di produttività e le dinamiche demografiche favorevoli potrebbero riaffermare la loro influenza quali acceleratori tradizionali della crescita dei Mercati Emergenti, già a partire da quest'anno mentre l'espansione dei mercati sviluppati rallenta, quella dei mercati emergenti è destinata a rimanere vigorosa, sostenuta in parte dall'impulso proveniente dalle riaperture in Cina.

LA RICONFIGURAZIONE DELLE CATENE DI APPROVVIGIONAMENTO


Secondo AllianceBernstein questi sviluppi potrebbero rivitalizzare la crescita del PIL cinese, dando impulso sia agli utili che alla performance del mercato azionario. In diversi paesi, tra cui India e Brasile, si rilevano inoltre segnali di calo dell'inflazione, e alcune banche centrali emergenti potrebbero sospendere o invertire i cicli di inasprimento che hanno frenato la crescita. Alcune Economie Emergenti beneficeranno anche della riconfigurazione delle catene di approvvigionamento. La produzione si sposterà verso paesi come Messico, India, Vietnam e Indonesia, che registrato un crescente interesse dei produttori mondiali di auto e componenti attratti dalle abbondanti risorse naturali e dalla capacità di fornire input fondamentali per i veicoli elettrici, come nichel e rame. Vietnam e Messico beneficiano invece della vicinanza a Cina e USA e delle filiere esistenti.

ANCHE UN DOLLARO MENO FORTE PUO’ AIUTARE


L'indebolimento della crescita in USA, le pressioni normative sulle big tech e l'alto costo del lavoro potrebbero poi comprimere i margini delle imprese americane e aiutare quelle emergenti a colmare il divario di redditività. Importanza dei tassi di cambio per i paesi e le imprese. Infine il fattore dollaro, che sembra aver toccato un picco a settembre dopo essersi apprezzato per diversi anni. Se la tendenza dovesse proseguire, secondo gli esperti di AllianceBernstein le azioni emergenti potrebbero ricevere una spinta dal rafforzamento delle monete locali. Una moderazione della traiettoria del dollaro favorita da un miglioramento della crescita fuori dagli USA dovrebbe essere infatti accompagnata da una ripresa dei flussi di portafoglio verso l’azionario emergente.

Trending