L'analisi

Ethenea: senza un accordo a breve sul debito federale gli Usa sono a forte rischio recessione

Volker Schmidt (Ethenea) vede diverse similitudini con il 2011, quando l'intesa sullo sforamento del debito venne raggiunta in extremis e l'S&P 500 perse il 17% in due settimane

di Antonio Cardarelli 15 Febbraio 2023 07:55

financialounge -  Ethenea mercati recessione Volker Schmidt
Gli Usa sono a rischio recessione? Secondo Volker Schmidt, Senior Portfolio Manager di Ethenea Independent Investors Sa, la risposta è sì, se il Congresso Usa non raggiungerà un accordo per aumentare il tetto del debito. Tensioni simili, relative sempre alla spesa pubblica, sono state vissute diverse volte in passato. Non a caso il limite al tetto del debito è stato innalzato 79 volte nella storia americana e più di dieci volte con una maggioranza bipartisan dal 2010. Ma l'esperto di Ethenea vede diverse analogie con il 2011, quando l'accordo venne raggiuto in extremis e provocò comunque un crollo del 17% dell'indice S&P 500 in sole due settimane.

LE SIMILITUDINI CON IL 2011


La prima similitudine riguarda la lettera inviata dalla segretaria al Tesoro statunitense, Yellen, alle camere con l'invito a trovare un accordo per evitare il default. Anche allora il Congresso era controllato dai repubblicani mentre al Senato la maggioranza era dei democratici e il presidente democratico era al terzo anno del suo mandato. Nel 2011, ricorda Schmidt, l'accordo venne raggiunto due giorni prima della scadenza del 2 agosto e l'impasse mandò l'S&P 500 giù del 17%, con gli spread creditizi in forte aumento. "I rendimenti dei Treasury in scadenza intorno al 2 agosto 2011 e altri strumenti del mercato monetario avevano subito un calo temporaneo particolarmente marcato, mentre alcuni Treasury non erano più accettati come garanzia per le operazioni in derivati", ricorda l'esperto di Ethenea.

RISCHIO PROFONDA RECESSIONE


Schmidt sottolinea che un ulteriore fattore negativo, sullo sfondo di un indebolimento dell'economia Usa, potrebbe far oscillare l'ago della bilancia verso una profonda recessione. "Nel 2011 - sottolinea l'esperto di Ethenea - ci fu tuttavia un vincitore inaspettato: i titoli governativi statunitensi a lungo termine, che furono acquistati in massa dagli investitori nelle due settimane precedenti la scadenza, facendo scendere il rendimento decennale dal 3% al 2%. Sebbene il rischio di default sovrano fosse più che mai elevato, gli investitori paradossalmente considerarono il debito Usa a lungo termine come un porto sicuro, poiché il dollaro era ancora la valuta di riserva mondiale".

L'ANDAMENTO DEI CREDIT DEFAULT SWAP


“Sul mercato dei Credit Default Swap (CDS) il rischio che si ripeta uno scenario analogo a quello del 2011 è già considerato molto elevato e gli spread dei CDS, che riflettono il costo dell'assicurazione del debito statunitense, sono saliti a livelli simili a quelli del 2011”, spiega Schmidt. “Il mercato azionario Usa, invece, sta ancora recuperando le perdite dell'anno precedente e non c’è nessun segno di panico: l'attenzione dei media è puntata altrove e gli americani hanno altro di cui preoccuparsi. Ma tutto questo potrebbe cambiare con l'avvicinarsi della scadenza, soprattutto quando la questione del debito finirà sotto i riflettori dei media. Senza un accordo il rischio di recessione è in agguato”, conclude l'esperto.

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