Strategie d’investimento
Invesco: “Le obbligazioni con rating più basso sovraperformano grazie al ritorno della propensione al rischio”
Gennaio è stato il mese più forte di sempre per la raccolta netta in ETF a reddito fisso e gli investitori stanno aggiungendo debito denominato in euro aumentando il rischio nei loro portafogli a reddito fisso
di Francesco Rapetti 16 Febbraio 2023 17:00
Franco Rossetti, Head of ETFs Italy nella sua relazione ha definito Gennaio 2023 un mese ampiamente positivo per i mercati finanziari, con una crescita sia delle obbligazioni che delle azioni. Nell'ambito del reddito fisso, i mercati del credito hanno fatto da apripista, in quanto le obbligazioni con rating più basso hanno superato quelle con rating più elevato, in linea con il tono "risk-on" dei mercati azionari. Tuttavia, anche i titoli di Stato di alta qualità e i titoli legati all'inflazione hanno prodotto solidi rendimenti, grazie alla crescente fiducia che le banche centrali rallenteranno il ritmo dei rialzi dei tassi nei prossimi mesi e che, con il picco dei tassi potenzialmente in vista, potrebbero portare a un atterraggio morbido che sarebbe positivo per molte asset class.
Il credito ha registrato un'ottima performance a gennaio, trainata sia dal rally dei tassi privi di rischio, sia dal tono positivo del mercato che ha spinto gli spread a restringersi. Con 9,4 miliardi di dollari di nuove attività nette, gennaio è stato il mese più forte di sempre per quanto riguarda gli afflussi netti negli ETF a reddito fisso, superando gli acquisti registrati nell'aprile 2020 in seguito alla risposta aggressiva delle banche centrali alla pandemia.
L'elevata domanda di asset denominati in euro, con il credito investment grade in euro (+4,0 miliardi di dollari) come categoria più forte, seguito dai titoli di Stato in euro (+2,0 miliardi di dollari), nonostante il ritardo rispetto ad altri mercati in termini di performance, potenzialmente dovuto al fatto di dover assorbire una grande quantità di offerta. L'anno scorso gli investitori hanno ampiamente privilegiato le obbligazioni denominate in USD per evitare il conflitto Russia-Ucraina e l'impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia sull'economia dell'eurozona, ma ora stanno tornando alle obbligazioni denominate in EUR, in particolare al credito investment grade, dove gli spread sono scambiati a livelli più ampi rispetto alle controparti in USD.
In secondo luogo, gli investitori stanno aumentando il rischio all'interno dei loro portafogli a reddito fisso, con il debito dei mercati emergenti (+0,9 miliardi di dollari) e l'high yield (+0,9 miliardi di dollari) al terzo e quarto posto, che sembrano essere stati trainati principalmente dal miglioramento del sentiment del mercato, con la maggior parte dei rialzi dei tassi già avvenuti e l'inflazione che inizia a raffreddarsi. Anche gli ETF obbligazionari aggregati (+0,9 miliardi) e di credito investment grade (+1,4 miliardi di dollari in USD, GBP e a livello globale) hanno registrato una forte domanda.
Il primo aspetto riguarda la Banca centrale: nonostante le decisioni sui tassi della Federal Reserve, della BCE e della Banca d'Inghilterra all'inizio di febbraio siano state in linea con le aspettative, i futuri discorsi dei banchieri centrali potrebbero fornire indicazioni preziose sul futuro percorso dei tassi d'interesse, poiché qualsiasi segnale che indichi che i tassi sono prossimi al picco potrebbe stimolare un ulteriore rally. Altro punto da seguire é quello che riguarda la recessione: alle attuali valutazioni, gli spread creditizi denominati in USD potrebbero essere vulnerabili a una Federal Reserve falco o a segnali di una recessione economica più profonda di quella attualmente prevista dal mercato. Infine lo spread dei titoli high yield tradizionali: dopo il recente rally, gli spread dei titoli high yield tradizionali si stanno restringendo rispetto alla media di lungo periodo. Il suo rating emittente più basso potrebbe renderlo più vulnerabile a una recessione economica rispetto al debito subordinato.
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Flussi di ETF a reddito fisso – I migliori e i peggiori di gennaio 2023
GLI ETF A REDDITO FISSO
Il credito ha registrato un'ottima performance a gennaio, trainata sia dal rally dei tassi privi di rischio, sia dal tono positivo del mercato che ha spinto gli spread a restringersi. Con 9,4 miliardi di dollari di nuove attività nette, gennaio è stato il mese più forte di sempre per quanto riguarda gli afflussi netti negli ETF a reddito fisso, superando gli acquisti registrati nell'aprile 2020 in seguito alla risposta aggressiva delle banche centrali alla pandemia.
IL PRIMLO TEMA CHIAVE
L'elevata domanda di asset denominati in euro, con il credito investment grade in euro (+4,0 miliardi di dollari) come categoria più forte, seguito dai titoli di Stato in euro (+2,0 miliardi di dollari), nonostante il ritardo rispetto ad altri mercati in termini di performance, potenzialmente dovuto al fatto di dover assorbire una grande quantità di offerta. L'anno scorso gli investitori hanno ampiamente privilegiato le obbligazioni denominate in USD per evitare il conflitto Russia-Ucraina e l'impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia sull'economia dell'eurozona, ma ora stanno tornando alle obbligazioni denominate in EUR, in particolare al credito investment grade, dove gli spread sono scambiati a livelli più ampi rispetto alle controparti in USD.
IL SECONDO TEMA
In secondo luogo, gli investitori stanno aumentando il rischio all'interno dei loro portafogli a reddito fisso, con il debito dei mercati emergenti (+0,9 miliardi di dollari) e l'high yield (+0,9 miliardi di dollari) al terzo e quarto posto, che sembrano essere stati trainati principalmente dal miglioramento del sentiment del mercato, con la maggior parte dei rialzi dei tassi già avvenuti e l'inflazione che inizia a raffreddarsi. Anche gli ETF obbligazionari aggregati (+0,9 miliardi) e di credito investment grade (+1,4 miliardi di dollari in USD, GBP e a livello globale) hanno registrato una forte domanda.
COSA TENERE D’OCCHIO SECONDO INVESCO
Il primo aspetto riguarda la Banca centrale: nonostante le decisioni sui tassi della Federal Reserve, della BCE e della Banca d'Inghilterra all'inizio di febbraio siano state in linea con le aspettative, i futuri discorsi dei banchieri centrali potrebbero fornire indicazioni preziose sul futuro percorso dei tassi d'interesse, poiché qualsiasi segnale che indichi che i tassi sono prossimi al picco potrebbe stimolare un ulteriore rally. Altro punto da seguire é quello che riguarda la recessione: alle attuali valutazioni, gli spread creditizi denominati in USD potrebbero essere vulnerabili a una Federal Reserve falco o a segnali di una recessione economica più profonda di quella attualmente prevista dal mercato. Infine lo spread dei titoli high yield tradizionali: dopo il recente rally, gli spread dei titoli high yield tradizionali si stanno restringendo rispetto alla media di lungo periodo. Il suo rating emittente più basso potrebbe renderlo più vulnerabile a una recessione economica rispetto al debito subordinato.
Scopri di più
Flussi di ETF a reddito fisso – I migliori e i peggiori di gennaio 2023