L'analisi
Perché J.P. Morgan AM nel breve periodo consiglia prudenza nell’obbligazionario
Gli esperti di J.P.Morgan Asset Management si chiedono se i mercati non si siano mossi al rialzo troppo velocemente, magari spingendosi troppo in là. In ogni caso meglio, in questa fase del ciclo, meglio l’investment grade dell’high yield
di Leo Campagna 18 Febbraio 2023 12:12
Gli investitori hanno constatato un miglioramento delle prospettive di crescita e, incoraggiati anche dai toni più accomodanti delle banche centrali, hanno beneficiato dell’ottima partenza dei mercati nelle prime settimane del 2023. Tuttavia, secondo il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, nel breve periodo è consigliabile procedere con prudenza. A lungo termine, invece, il miglioramento delle prospettive economiche giustifica la necessità di aumentare il rischio di credito nel portafoglio, ma alla luce dei possibili aumenti delle insolvenze, l’investment grade è meglio posizionato dell’high yield in questa fase del ciclo.
È vero, ammette il team, che il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha dichiarato che le autorità torneranno a basarsi sui dati per valutare la traiettoria di ulteriori rialzi dei tassi. Ed è altrettanto vero che, in base agli ultimi dati sull’inflazione, alcune componenti chiave, come i prezzi dei beni di consumo primari e dell’energia, stanno iniziando a rallentare. Per contro, però, il mercato del lavoro statunitense rimane straordinariamente vigoroso. Basti pensare che a gennaio sono stati creati 517 mila nuovi posti di lavoro (rispetto ai 187 mila stimati) con un tasso di disoccupazione al 3,4%, il minimo dal maggio 1969.
“Con ogni probabilità, la piena occupazione del mercato del lavoro determinerà ulteriori pressioni al rialzo sui salari e potrebbe giustificare una prosecuzione della stretta monetaria, facendo salire ulteriormente il tasso terminale del ciclo in corso. La lettura dei dati economici evidenzia una buona tenuta, ma è consigliabile usare una certa prudenza. Gli effetti finali dei rialzi dei tassi potrebbero richiedere un po’ di tempo prima di essere avvertiti dall’economia e potrebbero quindi essere pienamente visibili solo a 2023 inoltrato” fanno sapere gli esperti di J.P.Morgan Asset Management.
A gennaio l’indice Bloomberg US Aggregate ha messo a segno una performance del 3,1%, il miglior esordio annuale dal 1988. Anche il Bloomberg Global Aggregate ha partecipato al rally, al pari dei mercati del credito, in particolare il credito Investment Grade. “Nel lungo periodo, i mercati obbligazionari offrono ancora un’opportunità strutturale. Nel breve periodo, invece, dato l’attuale contesto economico attendista in cui gli investitori cercheranno di consolidare i guadagni ottenuti, le valutazioni del mercato potrebbero continuare a oscillare all’interno di un intervallo ristretto” spiega il team.
Anche l’analisi dei fattori tecnici offre interessanti spunti. Per esempio, gli investitori si sono chiesti se sia opportuno sovrappesare la duration (la scadenza media dei titoli e, quindi, la sensibilità del portafoglio ai tassi di interesse). Questo alla luce del miglioramento delle prospettive e della possibilità che una recessione potrebbe essere evitata nel 2023. Osservando il posizionamento dei portafogli, si può constatare come gli investitori, che a gennaio erano in lieve sovrappeso di duration, siano tornati ad un sottopeso nel mese di febbraio.
“Gli investitori a lungo termine dovrebbero tendere a sovrappesare la duration, soprattutto se le correlazioni tra azionario e obbligazionario dovessero subire una nuova svolta negativa. Storicamente, quando l’inflazione è stata elevata, la relazione tra azioni e obbligazioni è stata positiva. Tuttavia non si può escludere nei prossimi mesi una riduzione delle incertezze sul carovita che spingerebbe l’attenzione degli investitori i sulla crescita: uno scenario che determinerebbe una correlazione nuovamente negativa tra azioni e obbligazioni. In pratica, se le pressioni sui prezzi continueranno ad attenuarsi, la duration di alta qualità potrebbe tornare a offrire protezione durante le fasi ribassiste dell’azionario” conclude il team di J.P. Morgan Asset Management.
LA FORZA DEL MERCATO DEL LAVORO USA
È vero, ammette il team, che il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha dichiarato che le autorità torneranno a basarsi sui dati per valutare la traiettoria di ulteriori rialzi dei tassi. Ed è altrettanto vero che, in base agli ultimi dati sull’inflazione, alcune componenti chiave, come i prezzi dei beni di consumo primari e dell’energia, stanno iniziando a rallentare. Per contro, però, il mercato del lavoro statunitense rimane straordinariamente vigoroso. Basti pensare che a gennaio sono stati creati 517 mila nuovi posti di lavoro (rispetto ai 187 mila stimati) con un tasso di disoccupazione al 3,4%, il minimo dal maggio 1969.
POSSIBILE UNA PROSECUZIONE DELLA STRETTA MONETARIA
“Con ogni probabilità, la piena occupazione del mercato del lavoro determinerà ulteriori pressioni al rialzo sui salari e potrebbe giustificare una prosecuzione della stretta monetaria, facendo salire ulteriormente il tasso terminale del ciclo in corso. La lettura dei dati economici evidenzia una buona tenuta, ma è consigliabile usare una certa prudenza. Gli effetti finali dei rialzi dei tassi potrebbero richiedere un po’ di tempo prima di essere avvertiti dall’economia e potrebbero quindi essere pienamente visibili solo a 2023 inoltrato” fanno sapere gli esperti di J.P.Morgan Asset Management.
VALUTAZIONI QUANTITATIVE
A gennaio l’indice Bloomberg US Aggregate ha messo a segno una performance del 3,1%, il miglior esordio annuale dal 1988. Anche il Bloomberg Global Aggregate ha partecipato al rally, al pari dei mercati del credito, in particolare il credito Investment Grade. “Nel lungo periodo, i mercati obbligazionari offrono ancora un’opportunità strutturale. Nel breve periodo, invece, dato l’attuale contesto economico attendista in cui gli investitori cercheranno di consolidare i guadagni ottenuti, le valutazioni del mercato potrebbero continuare a oscillare all’interno di un intervallo ristretto” spiega il team.
L’ANALISI DEI FATTORI TECNICI
Anche l’analisi dei fattori tecnici offre interessanti spunti. Per esempio, gli investitori si sono chiesti se sia opportuno sovrappesare la duration (la scadenza media dei titoli e, quindi, la sensibilità del portafoglio ai tassi di interesse). Questo alla luce del miglioramento delle prospettive e della possibilità che una recessione potrebbe essere evitata nel 2023. Osservando il posizionamento dei portafogli, si può constatare come gli investitori, che a gennaio erano in lieve sovrappeso di duration, siano tornati ad un sottopeso nel mese di febbraio.
COME REGOLARSI CON LA DURATION
“Gli investitori a lungo termine dovrebbero tendere a sovrappesare la duration, soprattutto se le correlazioni tra azionario e obbligazionario dovessero subire una nuova svolta negativa. Storicamente, quando l’inflazione è stata elevata, la relazione tra azioni e obbligazioni è stata positiva. Tuttavia non si può escludere nei prossimi mesi una riduzione delle incertezze sul carovita che spingerebbe l’attenzione degli investitori i sulla crescita: uno scenario che determinerebbe una correlazione nuovamente negativa tra azioni e obbligazioni. In pratica, se le pressioni sui prezzi continueranno ad attenuarsi, la duration di alta qualità potrebbe tornare a offrire protezione durante le fasi ribassiste dell’azionario” conclude il team di J.P. Morgan Asset Management.