Fisco

Aumenta la busta paga per la riforma dell’Irpef

Allo studio una riforma dell’Irpef che dovrebbe essere presentata entro metà marzo. Due le ipotesi principali, con un risparmio fiscale che aumenta per alcuni lavoratori. Ecco di quanto

di Fabrizio Arnhold 2 Marzo 2023 09:40

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Riprende il cantiere per la riforma del Fisco. A marzo dovrebbe arrivare all’esame del Consiglio dei ministri la bozza di riforma, sulla quale sta lavorando il viceministro Maurizio Leo. Al momento ci sarebbero due ipotesi al vaglio, con la probabile revisione delle detrazioni fiscali, per garantire un beneficio fiscale anche ai redditi medio-bassi. Ma quanto resterebbe in più in busta paga? Vediamo gli scenari e i possibili risparmi.

AVANTAGGIARE I REDDITI TRA I 15 E I 50MILA EURO


L’intento dell’esecutivo è quello di dare un vantaggio fiscale soprattutto ai redditi medi, che poi sono la maggior parte di quelli dichiarati, ossia compresi tra i 15 e i 50mila euro. Tra le varie ipotesi allo studio, sono due quelle considerate più probabili. La prima prevede l’accorpamento del secondo e del terzo scaglione di reddito, con applicazione di un’aliquota più elevata di quella attualmente in vigore. Il secondo scenario, invece, implicherebbe una riduzione degli scaglioni che scenderebbero a tre ma andrebbero a toccare tutte le fasce di reddito.

GLI SCAGLIONI IRPEF ATTUALI


Prima di ipotizzare come potrebbe cambiare l’Irpef, è bene fare un riepilogo su quelli che oggi sono i quattro scaglioni in vigore. Fino a 15mila euro di reddito attualmente si paga un’aliquota Irpef al 23%, che sale al 25% per redditi fino a 28mila euro. Scatta l’aliquota al 35% per redditi compresi tra 28mila euro e 50mila euro. Oltre questa soglia, infine, si applica un’aliquota del 43%.

PRIMA IPOTESI


Passiamo in rassegna la prima ipotesi. Si prevede di lasciare fermo a 15mila euro il primo scaglione di reddito a cui si applica l’aliquota del 23%, ma il secondo salirebbe a 50mila euro, rispetto agli attuali 28mila, con un aumento di tre punti dell’aliquota applicabile, che passerebbe dal 25% al 28%. Nessuna modifica, invece, per l’ultimo scaglione di reddito, che resterebbe al 43% per redditi oltre i 50mila euro.

SECONDA IPOTESI


La seconda ipotesi di riforma fiscale prevede sempre tre scaglioni Irpef, con tre aliquote, ma ridisegna sia il primo che il secondo scaglione. Il primo salirebbe a 28mila euro, con aliquota ferma al 23%, mentre il secondo si applicherebbe sempre fino a 50mila euro come nella prima ipotesi, ma l’aliquota verrebbe rivista al rialzo al 33%. Anche in questo caso, rimarrebbe al 43% l’aliquota sopra i 50mila euro.

CHI CI GUADAGNA


Facendo qualche simulazione emerge come la seconda ipotesi di riforma (quindi con aliquote al 23/33/43%) garantirebbe un risparmio fiscale per tutti, quindi con buste paga più ricche. Nella prima ipotesi, invece, un impiegato con un reddito di 25mila euro si troverebbe a pagare più tasse, per circa 300 euro all’anno. I redditi fino a circa 34mila euro, in questo caso, vedrebbero aumentare l’imposta lorda dovuta.

RISPARMI FINO A 1.150 EURO


Facciamo un altro esempio. Un lavoratore con un reddito di 20mila euro annui, nella prima ipotesi pagherebbe 150 euro all’anno di tasse in più, che equivale al 2%. Un altro che guadagna 50mila euro, risparmierebbe 1.150 euro (circa l’8%), rispetto a quello che paga attualmente. Nella seconda ipotesi, invece, entrambi i contribuenti avrebbero un vantaggio: dell’1%, con 100 euro di riduzione, per chi guadagna 20mila euro e con un taglio che salirebbe a 700 euro nel caso di un reddito di 50mila euro (-4%).

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